La settimana 28/09 – 03/10/2020
Elezioni amministrative in tempi di pandemia/ Aumento record dei contagi/ Il rapporto della CE sullo stato di diritto e la risposta di Bucarest/ Previsioni economiche meno ottimistiche
Ştefan Stoica, 03.10.2020, 07:00
Elezioni amministrative in tempi di pandemia
Il 46% dei romeni aventi diritto di voto è andato, domenica scorsa alle urne, per eleggere le autorità locali. L’affluenza alle urne, sebbene più bassa rispetto all’ultimo scrutinio del genere, è stata accettabile nel contesto complicato creato dalla pandemia, che ha imposto misure di sicurezza sanitaria senza precedenti la domenica delle elezioni. Il voto non è rimasto senza conseguenze e si annuncia un duro scontro anche alle politiche del prossimo dicembre. Per la prima volta, i liberali, al governo, hanno vinto il voto politico raddoppiando il loro numero di presidenti di consigli provinciali e aggiudicandosi il maggior numero di cariche di sindaci nelle città. Inoltre, il PNL è riuscito a rompere il monopolio socialdemocratico nelle province fedeli al PSD da due-tre decenni. Tuttavia, il PSD, il numero uno nel Legislativo, continua ad essere il partito politico che detiene il maggior numero di cariche di sindaci e di presidenti di consigli provinciali. La più importante perdita per il partito è la capitale, che aveva controllato per 4 anni. L’indipendente Nicuşor Dan, sostenuto dal PNL e dall’USR-PLUS, sarà il nuovo sindaco della capitale, al posto di Gabriela Firea. I candidati dell’alleanza di centro-destra creata ad-hoc a Bucarest sono risultati vincitori anche in tre dei sei rioni della capitale. Al Consiglio municipale, il PSD si piazza al primo posto, però l’USR-PLUS e il PNL hanno ottenuto percentuali che permetteranno loro di decidere insieme sulla gestione di una città ricca di risorse, ma povera dal punto di vista delle prospettive e dei progetti. Il secondo posto ottenuto al voto politico a Bucarest e il fatto di aver vinto municipi importanti come Timişoara e Braşov, allontanando sindaci liberali, confermano all’alleanza USR-PLUS lo statuto di forza politica alternativa. La vittoria di un tedesco a Timişoara e di una francese al primo rione della capitale che è anche il più ricco, è la prova che USR-PLUS arriva con qualcosa di nuovo nella politica romena. Imperturbato dalla pandemia, il processo elettorale è segnato da scandali e accuse di frode scambiate tra il PSD e l’USR-PLUS, sul tema del voto a Bucarest, soprattutto al primo rione.
Aumento record dei contagi
Questa settimana, la Romania ha registrato, per la prima volta, più di 2000 contagi al giorno. Gli specialisti lo avevano anticipato, dopo la riapertura delle scuole. D’altronde, il numero dei contagi aumenta in tutta Europa e si parla dell’imminenza della seconda ondata della pandemia. In Romania, il numero totale dei contagi ha superato 130.000, e quello dei decessi si avvicina a 5000. In terapia intensiva ci sono sempre più di 500 malati, però solo un terzo sono intubati e hanno bisogno di ventilazione meccanica, ha precisato il ministro della Salute, Nelu Tătaru. A livello nazionale, l’incidenza dei casi di COVID-19 si avvicina a uno per mille abitanti, ma ci sono grosse differenze tra una zona e l’altra. E’ anche il motivo per cui la reintroduzione di alcune restrizioni o l’istituzione della quarantena vanno stabilite in funzione della situazione locale dell’epidemia di coronavirus, non a livello dell’intera provincia, ha affermato il premier Ludovic Orban. D’altra parte, il premier ha chiesto ai responsabili di effettuare controlli quotidianamente per imporre l’osservanza delle misure di protezione sanitaria. I ministri dell’Interno, dei Trasporti, del Lavoro e della Salute sono chiamati a elaborare un piano che includa azioni chiare per l’applicazione di queste misure.
Il rapporto della CE sullo stato di diritto e la risposta di Bucarest
La crisi sanitaria provocata dalla pandemia ha consumato quasi tutta l’energia degli esponenti politici di Bucarest. Perciò sembrava ormai dimenticato l’impegno a rimettere in moto il sistema giudiziario, gravemente colpito dalle controverse modifiche apportate alle leggi sulla giustizia e ai codici penale e di procedura penale durante il precedente governo di sinistra. Nel suo ultimo rapporto sullo stato di diritto in Romania, l’esecutivo comunitario afferma che le Leggi sulla Giustizia, il funzionamento del Consiglio Nazionale dell’Audiovisivo, l’accesso alle informazioni pubbliche e l’eccesso di ordinanze d’urgenza sono i principali problemi. Nel documento si sottolinea che, nel 2020, il Governo ha ribadito l’impegno a correggere tramite riforme giudiziarie le misure con impatto negativo adottate nel periodo 2017-2019, fatto che ha attenuato le tensioni nel sistema giudiziario. Secondo il rapporto, le controverse misure con impatto negativo sull’indipendenza giudiziaria continuano ad essere applicate, come il funzionamento della Sezione per l’indagine sui reati nel sistema giudiziario, incaricata esclusivamente del perseguimento penale dei reati commessi da giudici e procuratori. La continuazione dell’implementazione di queste misure aumenta l’incertezza per il funzionamento del sistema di giustizia, soprattutto tramite gli effetti che hanno insieme, ammonisce la Commissione Europea. Nel giorno in cui a Bruxelles è stato reso pubblico questo rapporto, a Bucarest, il ministero della Giustizia ha messo in dibattito pubblico le proposte di modifica delle leggi sulla Giustizia. Queste riguardano il rafforzamento del ruolo del CSM nell’organizzazione e svolgimento dei concorsi e degli esami tramite l’Istituto Nazionale della Magistratura e la professionalizzazione del processo di selezione dei magistrati tramite l’eliminazione di qualsiasi modalità di entrare nella magistratura senza concorso. Il ministero della Giustizia ha previsto inoltre l’eliminazione dello schema di pensionamento anticipato dei magistrati, il rafforzamento del principio dell’indipendenza dei procuratori nell’attività giudiziaria e, non in ultimo, lo scioglimento della Sezione per l’indagine sui reati nella Giustizia.
Previsioni economiche meno ottimistiche
La Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha rivisto al ribasso le stime sull’evoluzione economica della Romania nel 2020 e nel 2021, in seguito alla crisi provocata dalla pandemia. Secondo le più recenti previsioni dell’istituzione finanziaria internazionale, l’economia romena dovrebbe registrare quest’anno un calo del 5%, rispetto a quello previsto a maggio, del 4%. Per il 2021, la BERS prevede una crescita del 3% del PIL della Romania, rispetto all’aumento del 4% anticipato in primavera. Quindi, dopo una forte crescita del 4,1% nel 2019, la Romania si confronta con la recessione nel 2020, determinata dal consumo più basso e dal calo delle esportazioni, sottolinea la BERS.