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La settimana 28/06 – 04/07/2015

Centro NATO a Bucarest/ Un nuovo capo al SIE/ La Romania e la crisi economico-finanziaria in Grecia/ Maturità 2015

La settimana 28/06 – 04/07/2015
La settimana 28/06 – 04/07/2015

, 03.07.2015, 15:17

La NATO è forte con la Romania accanto e la Romania è forte nella NATO, ha affermato giovedì il segretario generale dell’Alleanza Nord-Atlantica, Jens Stoltenberg, il quale ha precisato che l’Alleanza continuerà a svilupparsi insieme all’Unione Europea. Il responsabile della NATO ha inaugurato a Bucarest la sede del primo dei due centri alleati di comando e controllo che saranno attivi in Romania. Stando al presidente romeno, Klaus Iohannis, l’unità sarà attivata ufficialmente a settembre. La struttura accoglierà 42 ufficiali della NATO e sarà diretta da un comandante romeno. Entro fine anno, saranno operazionali simili centri anche in Bulgaria, Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania. La creazione di questi comandi fa parte del consolidamento del fianco est dell’Alleanza, sullo sfondo delle azioni aggressive della Russia. Si tratta di misure di difesa e non di scontro, ha dichiarato a Bucarest Jens Stoltenberg, precisando che la NATO farà tutto quanto sarà necessario per mantenere la sicurezza e per difendere tutti gli alleati contro qualsiasi minaccia. Nel corso della visita a Bucarest, oltre ai colloqui con il capo dello stato Klaus Iohannis, il segretario generale dell’Alleanza Nord-Atlantica ha incontrato il premier ad interim Gabriel Oprea e i ministri della Difesa, Mircea Duşa, e degli Esteri, Bogdan Aurescu.

Mihai Răzvan Ungureanu è di nuovo il capo delle spie romene, che avevano un direttore ad interim già dallo scorso inverno, quando l’ex capo del Servizio di Informazioni Estere, Teodor Meleşcanu, aveva rassegnato le dimissioni per candidarsi alla presidenza del Paese. Lo storico e diplomatico Mihai Răzvan Ungureanu ha ricoperto finora le cariche di ministro degli Esteri della Romania dal 2004 al 2007, di direttore del SIE dal 2007 al 2012, ma anche di primo-ministro, per soli circa tre mesi, da febbraio a maggio 2012. Gli incarichi ricoperti durante il mandato dell’ex capo dello stato Traian Băsescu hanno attirato a Mihai Răzvan Ungureanu l’antipatia dei socialdemocratici, che hanno visto nel liberale di 47 anni una persona vicina al loro principale nemico politico. E’ anche il motivo per cui la sua nuova designazione – stavolta da parte dell’attuale capo dello stato, Klaus Iohannis, di cui è consigliere – a capo del SIE ha avuto nel partito socialdemocratico un effetto boomerang. La formazione ha deciso di boicottare il voto di investitura nel Parlamento, assecondata dai rappresentanti dell’Alleanza dei Liberali e dei Democratici. Mihai Răzvan Ungureanu è stato tuttavia convalidato nella carica di direttore del SIE con 278 voti favorevoli e 6 contrari. I romeni si aspettano che le istituzioni operanti nel settore sicurezza collaborino per contrastare la corruzione, consolidare lo stato di diritto e la democrazia – ha aggiunto ancora nella plenaria congiunta del Parlamento, Mihai Răzvan Ungureanu, a favore del quale hanno votato i senatori e i deputati del Partito Nazionale Liberale, dell’Unione Democratica Magiari di Romania, delle minoranze nazionali, ma anche – fatto che ha destato sorpresa nel PSD – i parlamentari dell’Unione Nazionale per il Progresso della Romania, un piccolo partito membro nella coalizione al governo, accanto ai socialdemocratici.

In attesa del referendum in Grecia, il presidente romeno ha dichiarato che vanno ancora continuate le modalità volte ad attenuare la crisi economico-finanziaria in questo Paese, nonchè per individuare soluzioni per l’uscita dalla crisi. Klaus Iohannis ha dichiarato che altrimenti la situazione difficile in cui entrerà la Grecia colpirà la Romania, l’Unione Europea e la NATO. Da parte sua, il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, ha ripreso l’appello a saggezza e calma e ha esortato i deponenti nelle banche di Romania a capitale greco di non agire emozionalmente e di non ritirare i depositi. Il governatore ha spiegato che tutte le rispettive banche sono sicure, bene capitalizzate e sottoposte alle regolamentazioni della Banca Centrale di Romania e non alle decisioni della Grecia. E, in caso di panico, la Banca Centrale è pronta a intervenire con tutti gli strumenti disponibili. D’altra parte, anche se le situazioni non sono paragonabili, dal momento che la Romania si trova su un campo finanziario-bancario fermo – la crisi greca esorta, però, a una seria riflessione sulle relazioni del Paese con il FMI o l’Unione Europea, che, nell’opinione del governatore vanno continuate in varie forme.

Dal 1 luglio, il prezzo del gas naturale in Romania è cresciuto di circa l’11%, arrivando ai 60 lei per megawatt ora. L’ente regolatore per l’energia ha approvato l’aumento in seguito alla decisione governativa di mercoledì e conformemente al nuovo calendario di liberalizzazione delle tariffe per il gas negoziate con l’Unione Europea. La dirigenza dell’ente regolatore ha precisato che quest’anno non seguiranno ulteriori rincari del gas naturale fornito ai consumatori casalinghi, poichè non ci saranno più dei costi supplementari per assicurare il consumo nella stagione fredda rispetto agli anni precedenti. D’altra parte, dal 1 luglio, il salario minimo lordo in Romania è di 1.050 lei (233 euro). E sempre dal primo giorno di questo mese vige l’abbassamento dei prezzi delle medicine sovvenzionate, promesso a marzo.

Circa 169.000 giovani romeni si sono iscritti nella sessione giugno-luglio 2015 dell’esame di maturità, di oltre 7.000 i più rispetto alla corrispettiva sessione dello scorso anno. In prima, quest’anno, senza cambiare di alcuna maniera l’organizzazione degli esami, i test scritti sono corretti in province diverse da quelle in cui si svolgono. Alcune voci ritengono che la correzione dei test in altre province elimina il possibile favoreggiamento di alcuni alunni. Però ci sono anche dei contestatari che ritengono la misura una perdita di tempo e di denaro. Anzi, gli insegnanti, sospettati di numerose sregolatezze negli anni scorsi, tangenti comprese, fossero incriminati ancora di più.

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