La settimana 27/09 – 03/10/2015
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, in visita negli Stati Uniti/ Il Governo Ponta supera test sfiducia/ Bucarest vuole un nuovo accordo con il FMI/ Incrementi salariali nel sistema sanitario/ Lo scandalo Volkswagen in Romania
Corina Cristea, 02.10.2015, 13:08
Nel corso della visita negli Stati Uniti, il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha tenuto tre discorsi davanti ai leader mondiali riuniti all’Assemblea Generale dell’ONU, ai quali ha parlato della lotta al terrorismo, della parità di genere o del contrasto alla povertà. Dopo l’adozione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, Bucarest riesaminerà la Strategia nazionale di sviluppo sostenibile e integrerà i 17 obiettivi e i 169 obiettivi associati, convenuti al vertice di New York, ha precisato Klaus Iohannis. Nella strategia romena rivista si punterà sul sostegno dell’inclusione delle persone con disabilità, dei giovani e delle donne nelle politiche di sviluppo. Lo sradicamento della povertà richiede opportunità decenti di assunzione, e per prevenire ed evitare l’esclusione sociale servono politiche di coesione sociale, ha sottolineato Klaus Iohannis. L’Agenda 2030 ha come obiettivo lo sradicamento della povertà in tutte le sue forme e l’assicurazione di uno sviluppo sostenibile. D’altra parte, il presidente romeno ha valutato che le Nazioni Unite debbano essere meno tolleranti nei confronti dei conflitti congelati nella regione Transnistria della Moldova, in Georgia e Nagorno Karabah. La mancanza di azione in simili situazioni crea l’impressione erronea che gli ottenimenti illegali di territorio a scapito degli stati sovrani e indipendenti sono possibili e tollerati. E’ il caso della situazione in Ucraina, in riferimento alla quale le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza in particolare non hanno preso le misure di azione che sono preconizzate in conformità con la Carta dell’ONU, ha aggiunto Klaus Iohannis. Un punto importante della visita negli Stati Uniti è stato l’incontro con il vicepresidente americano, Joe Biden. Il Partenariato strategico tra Bucarest e Washington, le relazioni economiche bilaterali, ma anche la lotta alla corruzione in Romania sono stati i principali temi nell’agenda dell’incontro.
Il premier socialdemocratico Victor Ponta ha superato martedì, per la quarta volta, il test della sfiducia. Come anticipato, non è stato riunito il numero di voti necessari per far cadere il governo – 275, cosicchè resta in carica. Stando ai liberali che hanno iniziato la mozione, Victor Ponta non è più adeguato alla premiership, in quanto sarebbe privo di credibilità, dopo essere stato rinviato a giudizio dalla DNA per fatti di corruzione. Falsità in documenti, complicità in evasione fiscale e riciclaggio di denaro sono le accuse mosse nei suoi confronti dai procuratori in un fascicolo sulla firma di contratti di assistenza giuridica alle compagnie energetiche di Turceni e Rovinari (sud). Nell’opinione dei liberali, Victor Ponta è un primo ministro che non può più rappresentare degnamente la Romania. Ultimamente, il premier ha respinto ripetutamente le accuse dei procuratori ma anche le sollecitazioni del presidente Klaus Iohannis e dell’opposizione liberale di dimettersi. Ora, nel Parlamento, il premier Victor Ponta ha detto che non considera di trovarsi davanti a una mozione di sfiducia, in quanto non gli viene rimproverato nulla legato all’attività del governo.
La Romania solleciterà ufficialmente la firma di un nuovo accordo con il FMI nel corso del corrente anno. Lo ha annunciato questa settimana il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, spiegando che i negoziati punteranno piuttosto sull’applicazione delle riforme strutturali che sul deficit di bilancio. A suo avviso, l’accordo è necessario per proteggere le finanze della Romania contro gli shock sui mercati, e per consentire al Paesi prestiti meno costosi sui mercati mondiali. Il precedente accordo, di tipo preventivo, firmato dalla Romania con il FMI nel 2013, per un valore di due miliardi di euro, è scaduto alla fine della scorsa settimana. Dalla metà dello scorso anno, l’accordo era bloccato in seguito alle vertenze tra le autorità di Bucarest e il FMI sui piani fiscali del Governo.
Crescite salariali del 25% nel settore sanitario a partire dal 1 ottobre, una misura di cui beneficiano circa 200.000 dipendenti. Nei mesi scorsi, quando ha approvato la misura, il Governo aveva spiegato che è volta a determinare i medici a rimanere a lavorare nel Paese e non andare più all’estero. Stando all’Istituto Nazionale di Statistica, attualmente, il salario medio netto nel sistema sanitario è di 1.500 lei (circa 340 euro).
In seguito allo scandalo Dieselgate, i concessionari Volkswagen, Audi, Skoda e Seat in Romania non possono vendere le auto a motori diesel nei loro stock. La misura è stata presa dalle autorità di Bucarest fino all’accertamento della situazione delle auto che potrebbero essere dotate di dispositivi di manipolazione dei risultati dei test sulle emissioni. La scorsa settimana, il Registro Auto Romeno ha sollecitato alla rappresentanza della casa Volkswagen in Romania una lista dei tipi di veicoli dotati di simili impianti. Il ministro dell’Ambiente, Gratiela Gavrilescu, ha dichiarato che lo stato romeno si rivolgerà contro il produttore o il rappresentante di diritto del gruppo Volkswagen in Romania per recuperare il pregiudizio dalla tassa ambientale.