La settimana 27/04 – 02/04/2016
Bilancio del SRI / Cinque mesi dalla tragedia nel club Colectiv / Un altro boia condannato / La presentazione del rapporto AmCham / Il Galà dei premi Gopo
Florentin Căpitănescu, 01.04.2016, 20:03
Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha dichiarato che il SRI è un partner rispettato e credibile nella comunità di informazioni euro-atlantica e che ciò contribuisce all’immagine della Romania quale fornitrice di sicurezza nella regione. In occasione della presentazione del bilancio dell’intelligence romena per il 2015, il presidente ha parlato bene del contributo dell’istituzione alla lotta alla corruzione e alle reti di evasione fiscale e di criminalità organizzata. Il Servizio Romeno di Informazioni ha compiuto pienamente il suo dovere, con efficacia e serietà, ha concluso il capo dello stato. Dal canto suo, il direttore dell’intelligence romena, Eduard Hellvig, ha dichiarato che l’anno scorso, quasi 350 persone che presentavano rischio terroristico sono state espulse oppure non sono state fatte entrare nel Paese. Tra le sfide con cui si confronta l’istituzione, Hellvig ha elencato l’ondata di rifugiati, l’aggressività della Russia, l’instabilità dell’Ucraina e la mancanza di prevedibilità in Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona), Ucraina e Moldova essendo Paesi confinanti con la Romania. La mancanza di trasparenza è una delle carenze del SRI, ha ammesso Hellvig. D’altra parte, l’intelligence romena ha annunciato che sta indagando, assieme ai partner occidentali, l’uso di schede prepagate provenienti dalla Romania in zone in cui sono attive organizzazioni terroristiche. Il SRI, che sostiene apertamente l’idea che le persone che acquistano schede del genere debbano dichiarare la propria identità nel momento in cui le acquistano, ha precisato che le schede sono state utilizzate nelle minacce contro alcune infrastrutture di trasporto di un Paese europeo. Dopo i recenti attentati sanguinosi avvenuti a Bruxelles, il premier romeno Dacian Cioloş ha affermato che simili schede telefoniche prepagate sono state utilizzate per preparare attacchi nell’UE.
A cinque mesi dalla tragedia nel club Colectiv di Bucarest, le 64 vittime sono state commemorate da parenti, amici e superstiti. Riguardo al modo in cui è stato organizzato l’intervento d’urgenza nella notte della tragedia, il Corpo di Controllo del premier ha steso un rapporto in cui ha constatato che si è agito in maniera inadeguata. Tuttavia, il Dipartimento per le Situazioni di Emergenza ha affermato che più dati menzionati nel rapporto governativo non corrispondono alle informazioni esistenti e contraddicono diversi atti normativi relativi alle procedure nazionali o internazionali in casi del genere. Dopo l’incontro con i rappresentanti del Corpo di Controllo, il capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, ha dichiarato di prendere in considerazione anche una sua eventuale dimissione, se il premier Dacian Cioloş glielo chiederà. Nel frattempo, il Tribunale di Bucarest ha deciso che i tre proprietari del club “Colectiv” siano indagati sotto controllo giudiziario. In precedenza loro erano stati messi agli arresti domiciliari.
Il comandante del campo di lavoro di Periprava (sud-est della Romania) nel periodo 1958 — 1963, Ion Ficior, è stato condannato a 20 anni di carcere per crimini contro l’umanità. La sentenza della Corte d’Appello di Bucarest non è definitiva e può essere contestata. Ficior è stato rinviato a giudizio nel 2014, essendo accusato che nel periodo in cui ha diretto il campo di lavoro abbia introdotto e coordinato un regime detentivo repressivo, abusivo, inumano e discrezionale nei confronti dei detenuti politici. Stando agli inquirenti, i detenuti non hanno beneficiato di assistenza medica e di farmaci, di cibo e di riscaldamento e sono stati sottoposti a numerose pene, torturati fisicamente e psichicamente. I procuratori sostengono che il regime da lui imposto non assicurava le condizioni minime di sopravvivenza a lungo termine, nel contesto in cui le sentenze superavano dieci anni. Più di 100 detenuti avrebbero perso la vita. Il tribunale ha deciso anche la rimozione dei gradi militari a Ion Ficior e il suo obbligo di pagare, assieme allo Stato romeno, oltre 300 mila euro come danni morali. In un caso simile, l’ex comandante del Penitenziario di Râmnicu Sărat (sud-est), Alexandru Vişinescu, è stato condannato di recente, in via definitiva, sempre a 20 anni di carcere per lo stesso tipo di reati.
A Bucarest è stato presentato questa settimana il Rapporto sulla Competitività elaborato dalla Camera di Commercio Romeno-Americana. Il rapporto ammette la crescita dell’economia romena nelle classifiche globali sulla competitività, però segnala il divario ancora molto grande rispetto alla media nell’UE. Tra gli indicatori che hanno registrato progressi rispetto all’edizione 2011 del rapporto si annoverano la lotta alla corruzione e il grado di connessione a Internet. Il documento individua settori in cui è necessario un rapido intervento delle autorità, tra cui la salute, l’istruzione, l’infrastruttura, l’evoluzione demografica e la fuga dei cervelli. Presente al lancio, il vicepremier Costin Borc ha affermato che simili rapporti aiutano il Governo a migliorare la sua attività.
Il lungometraggio “Aferim!”, con la regia di Radu Jude, è il grande vincitore della decima edizione del Galà dei Premi Gopo che premia l’eccellenza nel cinema romeno. La pellicola è risultata vincitrice di tutte e 12 le categorie alle quali aveva ricevuto nomination, tra cui quelle al miglior film, al miglior regista e al migliore attore protagonista (Teodor Corban). Ioana Flora è stata designata la migliore attrice protagonista per la sua interpretazione nel film di Andrei Cohn “A casa di papà”. Il premio al debutto è andato a Nicolae Constantin, per la sua interpretazione nel film “Il mondo è mio”, di Nicolae Constantin Tănase. (traduzione di Gabriela Petre)