La settimana 26/11 – 02/12/2017
Cooperazione militare romeno-americana/ 10 anni dall'ingresso della Romania nell'UE/ Vertenze sulle leggi della giustizia/ Ponte per Sant'Andrea e Festa Nazionale in Romania
România Internațional, 02.12.2017, 08:00
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha promulgato la legge sull’acquisto di missili Patriot. La normativa era stata adottata in precedenza dal Senato e dalla Camera dei deputati, l’ultima decisionale in questo caso. La Romania desidera acquistare dagli americani sette sistemi Patriot, per un valore totale di 3,9 miliardi di dollari, IVA esclusa. Il primo, per un valore di circa 765 milioni di dollari, dovrebbe diventare operativo nella prima metà del 2020, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa, Mihai Fifor. Il piano di acquisti del Ministero della Difesa include anche veicoli trasporto truppe 8X8 Piranha. I primi 30 dovrebbero essere acquistati sempre dagli Stati Uniti, mentre gli altri potrebbero essere prodotti presso gli stabilimenti dell’Azienda metalmeccanica di Bucarest. Sempre questa settimana, il Consiglio Supremo di Difesa del Paese ha deciso di mantenere il bilancio del Ministero della Difesa al 2% del Pil anche nel 2018, pari al livello del corrente anno. Il Consiglio ha inoltre deciso che l’anno prossimo la Romania invierà 1.775 militari in missioni all’estero, di 286 in più rispetto al 2017. Inoltre, nelle missioni UE, OSCE, NATO e ONU, nel 2018 saranno inviati 1.867 gendarmi e poliziotti, di 340 in più rispetto a quest’anno. La Presidenza precisa che lo sforzo principale consisterà anche d’ora in avanti nell’invio di forze e mezzi alla missione della NATO in Afghanistan e alle operazioni NATO – KFOR e UE – ALTHEA nei Balcani. Partecipando a questo tipo di missioni, lo stato romeno si impegna attivamente nella promozione della stabilità e della sicurezza regionale e globale e nella lotta al terrorismo internazionale.
Nel decennale dell’ingresso nel club comunitario, la maggioranza dei romeni continua a fidarsi dell’Unione Europea (57%), secondo quanto rileva un recente studio reso pubblico dalla Rappresentanza della Commissione a Bucarest. I romeni ritengono che i principali punti forti dell’Unione sono i buoni rapporti tra gli stati membri, la democrazia e l’osservanza dei diritti dell’uomo e dello stato di diritto, nonchè la capacità di promuovere la pace e la democrazia oltre i propri confini. Il fatto che il 54% dei romeni considera che la propria voce è sentita nell’UE conferma il fatto che stanno diventando cittadini europei attivi. Sempre i romeni ritengono che i principali pericoli e sfide del futuro sono la lotta al terrorismo (65%), le relazioni con la Russia (46%) e la politica in materia di migrazione (41%). Il sondaggio rileva inoltre che, nell’opinione dei romeni, i principali vantaggi dell’ingresso del loro Paese nel club comunitario riguardano le opportunità di trovare un posto di lavoro in un altro stato membro, l’accesso a più beni o mercati e l’impatto positivo dei fondi europei sulla regione in cui vivono. Invece gli svantaggi sono legati al calo del potere d’acquisto, all’acquisto di terreni e proprietà immobiliari da parte degli stranieri e all’esodo della manodopera altamente qualificata.
Ancora polemiche sulla modifica delle leggi sulla giustizia in Romania. A Bucarest, i parlamentari della commissione speciale hanno adottato negli ultimi giorni una serie di emendamenti che hanno destato la scontentezza dell’opposizione di destra. Le riforme giudiziarie proposte dai socialdemocratici sono contestate in strada anche da una parte della società civile, riforme che, dicono i manifestanti, assicureranno protezione ai politici corrotti. Anche esponenti del campo della giustizia affermano che la modifica delle leggi lederà profondamente gli sforzi per sradicare la corruzione. Nel più recente segnale, giunto da Washington, la diplomazia americana ha espresso la preoccupazione per il fatto che il Parlamento sta preparando una legislazione che lederebbe la lotta alla corruzione e potrebbe indebolire l’indipendenza giudiziaria nei confronti del fattore politico. La dichiarazione ha provocato irritazione tra le file della maggioranza e contentezza tra quelle dell’opposizone. Il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, ha detto che il Parlamento non può essere fermato dall’atto del legiferare, mentre i leader dei due partiti governativi, il socialdemocratico Liviu Dragnea, e il liberal-democratico Calin Popescu Tariceanu, hanno elaborato un comunicato congiunto, in cui si legge che i dibattiti, le decisioni e i voti del Parlamento si svolgono a nome della sovranità del popolo e non possono fare l’oggetto di alcuna forma di pressione. I commentatori notano che la reazione americana fa seguito alle valutazioni della Commissione Europea, stando alla quale il ritmo globale delle riforme nella giustizia in Romania è in stagnazione, mentre le provocazioni alla sua indipendenza rappresentano una seria fonte di preoccupazione.
Da giovedì i romeni hanno cominciato una minivacanza di quattro giorni, in occasione della Festa di Sant’Andrea, il protettore della Romania, seguita dalla Festa Nazionale del 1 dicembre. Per il ponte, la maggior parte dei romeni ha scelto come destinazioni le località turistiche della Valle del Prahova, nei Carpazi Meridionali, la Bucovina, nel nord del Paese, ma anche le località balneari. La spesa media per un viaggio nel Paese in questa minivacanza è di 800 lei a persona (circa 170 euro), mentre coloro che la passano all’estero spendono 320 euro a testa. Celebrato dai romeni dell’intero mondo, il 1 dicembre è sempre un momento di allegria. Anche quest’anno, la tradizionale Parata militare di Bucarest ha rappresentato il momento centrale. Oltre ai circa 3.500 militari romeni, assecondati da 50 aerei e più di 300 mezzi di combattimento, alla parata sono stati invitati a partecipare anche 300 compagni di stati alleati e partner: USA, Canada, Turchia, Ucraina, Moldova, Francia, Germania, Italia, Polonia, Grecia e Gran Bretagna. Sempre il 1 dicembre la capitale ha ospitato concerti e spettacoli all’aperto.