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La settimana 26/02-04/04/2017

Reazioni allo scenario dell'Europa a due velocità/L'assorbimento dei fondi europei, priorità importante del Governo Grindeanu

La settimana 26/02-04/04/2017
La settimana 26/02-04/04/2017

, 03.03.2017, 19:22

Il presidente della Commissione Europea,
Jean-Claude Juncker, ha presentato, mercoledi’, 5 scenari sul futuro
dell’Unione dopo la Brexit. Il documento – il cosiddetto Libro bianco – segna
l’inizio di un processo con cui i 27 stati rimasti nell’Ue decideranno insieme
sul futuro dell’Unione. Il Libro bianco analizza il modo in cui l’Europa
cambierà nei prossimi dieci anni, dall’impatto delle nuove tecnologie sulla
società e sui posti di lavoro, ai dubbi suscitati dalla globalizzazione, alle
preoccpazioni in materia di sicurezza e all’aumento del populismo. I cinque
scenari spaziano dalla limitazione al mercato unico europeo fino ad un’Europa
federalizzata. Tra questi figurano anche l’opzione di un’Europa a più velocità,
in cui alcuni stati membri si sviluppino più rapidamente, senza che il resto
del blocco comunitario sia costretto a seguire lo stesso ritmo. L’opzione ha
provocato già preoccupazione nell’Est, inclusivamente in Romania. Bucarest
respinge un’Ue a più velocità – è questo il messaggio delle autorità, stando
alle quali, un’integrazione differenziata può accentuare i divari economici e
sociali tra gli stati membri. Da Bruxelles, l’eurodeputato romeno Victor
Boştinaru ha chiesto un dibattito pubblico a livello nazionale sul concetto
dell’Europa a due velocità. L’argomento è stato affrontato anche dal presidente
romeno Klaus Iohannis all’incontro con il premier
maltese, Joseph Muscat, il cui Paese ricopre la presidenza di turno dell’Ue. Il
capo dello stato si è pronunciato fermamente contro le idee veicolate su
un’Europa a più velocità, affermando che simili formule di riconfigurazione
dell’Ue potrebbero portare alla disintegrazione del progetto europeo. Sia il
presidente che il premier Sorin Grindeanu hanno sottolineato nei colloqui con
il capo dell’Esecutivo maltese che è necessaria una posizione unitaria a
livello dell’Ue sul mantenimento del mercato interno e dei diritti dei
cittadini europei in Gran Bretagna. I due premier hanno discusso anche del
processo di preparazione della presidenza di turno romena dell’Ue, nel primo
semestre del 2019.




Una delle principali priorità del Governo romeno è di attirare fondi
europei per un valore di 5,2 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Lo ha
reso noto il ministro dello sviluppo regionale, Sevil Shhaideh, che è anche
vicepremier. La Romania ha perso 3,5 miliardi di euro dai fondi europei cui
avrebbe potuto accedere nel periodo 2007-2013, e dai soldi stanziati per il
periodo 2014-2020 – in cui ha a disposizione quasi 30 miliardi di euro -
Bucarest è riuscita ad assorbire circa l’1%. A livello europeo, il tasso di
assorbimento è di circa il 3% per la programmazione finanziaria 2014-2020. A
Varsavia, dove ha partecipato alla riunione dei ministri responsabli della
politica di coesione degli stati del Gruppo di Visegrad,
più Bulgaria, Croazia, Romania e Slovenia, il ministro romeno per i Fondi
Europei, Rovana Plumb, ha affermato che la politica di
coesione post-2020 deve restare il principale pilastro di investimenti a
livello dell’Ue. Plumb ha aggiunto che una politica di coesione forte ed
efficiente genererà una crescita intelligente, sostenibile e favorevole
all’inclusione in tutte le regioni europee.




L’esistenza di un doppio standard per quanto riguarda la qualità dei
prodotti alimentari venduti nell’est e nell’ovest dell’Europa sarà controllata
anche dalle autorità romene – lo ha annunciato il ministro dell’Agricoltura. La
decisione giunge nel contesto in cui i governi di alcuni Paesi dell’Europa
orientale si sono lamentati che certi produttori di alimenti includono nei
prodotti che vendono nell’Europa Centrale ed Orientale ingredienti meno cari
rispetto a quelli utilizzati per le merci destinate all’Occidente, mentre il
prezzo di vendita è uguale. La legislazione europea proibisce una pratica del
genere, e l’UE chiede solo che sugli imballaggi siano indicati chiaramente gli
ingredienti utilizzati, mentre i produttori affermano che le differenze di
composizione sono date dai gusti locali. I leader degli stati del gruppo di
Visegrad – Rep. Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia – vogliono che l’UE prenda
delle misure contro i produttori di alimenti che includono ingredienti di
qualità inferiore nei prodotti destinati agli stati membri più poveri.







Il capo della diplomazia di Bucarest, Teodor Meleşcanu, si è recato
all’inizio della settimana a Budapest, dove si è incontrato con il collega
ungherese, Péter Szijjártó e col premier Viktor Orban. Durante i colloqui, è
stata sottolineata l’idea che i rapporti fra la Romania e l’Ungheria confinante
devono diventare un modello, anche per altri stati della regione. Il ministro
romeno ha precisato che le parti prendono in considerazione una seduta
congiunta dei due governi, preceduta da una sessione della Commissione Mista di
Collaborazione tra i due Paesi. Il
ministro ungherese ha affermato che nei rapporti fra Bucarest e Budapest c’è
bisogno di dialogo ed ha auspicato che gli argomenti delicati, come la
situazione delle minoranze, siano risolti. L’agenda di Melescanu ha incluso
anche un incontro con rappresentanti della comunità romena e, una prima per un
ministro romeno, un discorso alla Riunione annua della diplomazia ungherese. (traduzione di Adina Vasile&Gabriela Petre)

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