La settimana 25 – 31/08/2019
Politica: divorzio nella coalizione governativa a Bucarest/ Finanze: quasi 4 mld euro deficit di bilancio nei primi 7 mesi del 2019/ Diplomazia: pres. Iohannis, ingresso a Schengen e passaggio all'euro sono priorità
Bogdan Matei, 31.08.2019, 09:00
Il gabinetto di sinistra di Bucarest è sempre più fragile, in seguito alla decisione dell’ALDE di ritirarsi dal governo formato con il PSD per passare all’opposizione e allearsi con Pro Romania, i dissidenti socialdemocratici guidati dall’ex premier Victor Ponta. Si sono dimessi tre ministri liberal-democratici – Gratiela Gavrilescu (Ambiente), Viorel Ilie (Rapporti con il Parlamento) e Anton Anton (Energia). Anche il leader dell’ALDE, Calin Popescu Tariceanu, ha annunciato di lasciare la presidenza del Senato. Insediata recentemente in carica, la ministra degli Esteri, Ramona Manescu ha preferito, invece, le dimissioni dall’ALDE per rimanere alla guida del dicastero. La premier Viorica Dancila ha dichiarato che, pur rimanendo in minoranza parlamentare, il PSD resta al governo per portare avanti il programma grazie al quale ha vinto le politiche del 2016, e che i ministri socialdemocratici assumono ad interim i dicasteri vacanti. Avversario costante della sinistra, il presidente Klaus Iohannis ha intimato, però, l’attuale governo, diventato minoritario, a ottenere una nuova conferma nel Parlamento. Il capo dello stato ha sollecitato l’avvio delle procedure in tal senso, bocciando integralmente le proposte di rimpasto inoltrate dalla premier. La nuova guerra tra i palazzi, come la chiamano i media, è amplificata dalle prossime elezioni presidenziali di novembre, che vedono come candidati sia il presidente in carica, appoggiato dall’opposizione liberale, che la premier e leader socialdemocratica.
Il bilancio generale consolidato della Romania, che comprende sia il bilancio statale, che quello per le pensioni e i sussidi di disoccupazione, ha chiuso i primi sette mesi dell’anno con un deficit di 18 miliardi di lei (circa 4 mld euro). Il deficit rappresenta l’1,76% del prodotto interno lordo ed è superiore del 52% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nelle condizioni in cui i costi per il personale sono aumentati del 21,5%. Secondo i dati pubblicati sul sito del Ministero delle Finanze, le spese destinate agli investimenti sono ammontate a 15 miliardi di lei, di 4,9 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2018.
L’ingresso a Schengen e il passaggio all’euro restano obiettivi che la Romania deve raggiungere. Così il presidente Klaus Iohannis all’incontro annuale della diplomazia romena, esortando gli ambasciatori e i consoli di Romania a valorizzare il capitale di fiducia ricavato dal semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione Europea. Il capo dello stato ha affermato che il Partenariato Strategico con gli Stati Uniti è diventato più robusto, sostanzioso e durevole, dopo le due visite alla Casa Bianca nel 2017 e 2019. Anche la relazione con la confinante Moldova costituisce una priorità per la Romania, ha aggiunto il presidente, incoraggiando i diplomatici romeni a continuare a impegnarsi per massimizzare i benefici dell’azione UE a Chisinau. Nell’ultimo anno, la relazione con la Francia ha raggiunto un nuovo livello, mentre quella con la Germania è definita da una dinamicità sostenuta da forti legami economici, sociali e umani, ha aggiunto il capo dello stato, sottolineando, inoltre, che nel dopo Brexit sarà importante aggiornare e approfondire il partenariato strategico con la Gran Bretagna.
Le fontane urbane a Piazza Unirii (Piazza dell’Unità), nel centro di Bucarest, sono state riconosciute, omologate e catalogate da World Record Academy come la fontana coreografica sincronizzata più lunga del mondo. Lo ha annunciato il loro gestore, la compagnia Apa Nova. Il riconoscimento internazionale avviene un anno dopo l’inaugurazione dello spettacolo Simfonia dell’Acqua, che si tiene ogni fine settimana nel centro della Capitale. I 70 spettacoli di acqua, luci e musica hanno attirato oltre 219.000 turisti e bucarestini.
La Romania si è qualificata agli ottavi degli Europei di pallavolo femminile. Vincendo due delle cinque partite giocate a Budapest, nel Gruppo C, con l’Estonia e con la squadra del Paese ospitante, e sconfitte da Olanda, Croazia e Azerbaigian, le romene sono riuscite a cogliere l’ultimo posto per gli ottavi in programma il 1 settembre. La Romania è tornata dopo quattro anni a un torneo finale europeo di pallavolo. Il suo miglior risultato era stato il bronzo aggiudicato nel 1963. Nel calcio, il detentore dello scudetto, CFR Cluj, ha perso per 0-1 entrambe le partite con Slavia Praga nel play-off di Champions League. La CFR andrà in Europa League, dalla quale, sempre nel play-off, è stata eliminata, invece, la squadra vicecampione FCSB, dopo 0-0 in casa e 0-1 in trasferta contro i portoghesi di Vitoria Guimaraes.