La settimana 25 – 31/03/2018
100 anni dallunificazione della Bessarabia con la madrepatria / Leterna modifica delle Leggi sulla Giustizia / Scandalo diplomatico: la Russia contro tutti
Roxana Vasile, 30.03.2018, 17:16
Il Legislativo di Bucarest ha organizzato, martedì, 27 marzo, una seduta solenne, in occasione del centenario dell’unificazione della Bessarabia con la Romania. E’ stata adottata una Dichiarazione in cui si rileva che il Parlamento considera legittimo il desiderio di quei cittadini della Moldova che sostengono la riunificazione con la Romania come una normale continuazione del processo di sviluppo e affermazione della nazione romena. Provincia con popolazione a maggioranza romena che, per 16 anni, si è trovata sotto occupazione zarista, la Bessarabia si è unita con la madrepatria nel 1918. L’Unione Sovietica se l’è riannessa, in seguito ad un ultimatum, nel 1940 e, su una parte del suo territorio, è stata creata l’attuale Moldova. Schiacciato e negato nel periodo dell’URSS, il romenismo è stato pervertito tramite l’invenzione di una lingua e di un’identità moldava, separate da quelle romene. Inoltre, in occasione di ogni scrutinio elettorale, da anni c’è una dura lotta fra i politici che puntano sull’integrazione europea e chi intende riportare la Moldova sull’orbita russa. Non dimentichiamo che, nel 1992, Mosca ha sostenuto con truppe le ambizioni separatiste pro-russe della Transnistria, dove si trova ancora armamento pesante russo. Di conseguenza, per molti analisti, la riunificazione con la Romania sarebbe possibile solo in un futuro relativamente lontano. Fino allora, i politici di Bucarest concordano che la cosa importante è approfondire i legami speciali tra la Romania e la Moldova e sostenere l’iter europeo e nord-atlantico del piccolo stato orientale che è anche il più povero dell’Europa. Proprio mercoledì è stato firmato l’acquisto da parte della Transgaz Romania della compagnia moldava Vestmoldtransgaz. Per l’occasione, il premier Viorica Dăncilă ha dichiarato: “Da questo momento in poi, possiamo dire che la Transgaz sia diventata un attore regionale, ma, allo stesso tempo, ci fa piacere anche l’interconnessione energetica fra la Romania e la Moldova.” Il contratto agevolerà la costruzione del gasdotto Ungheni-Chişinău, che sarà un’estensione del gasdotto che unisce, attualmente, la città di Iaşi (nord-est della Romania) a quella di Ungheni (nell’ovest della confinante Moldova).
Il PNL e l’USR, dall’opposizione parlamentare di Bucarest, hanno avvisato, per le seconda volta, la Corte Costituzionale per quanto riguarda le tre leggi sulla Giustizia — lo statuto dei magistrati, l’organizzazione giudiziaria e il funzionamento del CSM — che il Potere intende cambiare. L’Opposizione lamenta la fretta e la superficialità nella correzione delle Leggi dopo la prima notifica inviata alla Corte e continua a sostenere che, anche dopo le modifiche operate, le bozze dei rispettivi atti normativi lasciano spazio agli abusi e mettono in dubbio l’indipendenza della Giustizia. Il deputato liberale Gabriel Andronache offre un esempio: “Il giorno in cui sono state adottate nella plenaria del Senato è stato introdotto, nella legge sulla modifica e il completamento della Legge 303, un emendamento definito dalla maggioranza parlamentare “correlazione tecnico-legislativa”, mentre, infatti, veniva modificata la definizione dell’errore giudiziario. Dal nostro punto di vista è inaccettabile che succeda una cosa del genere nella procedura parlamentare. Esistono, inoltre, molti motivi che si riferiscono al contenuto di queste modifiche e che continuano a rendere le rispettive norme tossiche per il sistema giudiziario romeno.” Il PSD, al potere, afferma, invece, che le modifiche siano state effettuate in maniera democratica, e che le Leggi sulla Giustizia riformate siano più necessarie che mai. Il leader socialdemocratico, Liviu Dragnea: Sono stati attaccati alla Corte Costituzionale e la Corte ha dichiarato tutte le leggi costituzionali, tranne alcuni articoli. Vedremo che cosa hanno segnalato ancora. I giudici della Corte Costituzionale analizzeranno di nuovo. Alla fin fine, tutta questa disperazione terminerà.” La Corte Costituzionale della Romania ha annunciato che discuterà le nuove segnalazioni relative alle modifiche apportate alle Leggi sulla Giustizia il 19 aprile.
La Russia ha scelto di fare la parte della vittima e di rispondere all’Occidente in base al principio della reciprocità, smentendo, parallelamente, con veemenza, qualsiasi implicazione nell’avvelenamento, il 4 marzo, in Gran Bretagna, dell’ex spia russa Serghei Skripal e di sua figlia: stando alla polizia britannica sulla porta d’ingresso nella casa dell’ex spia è stata trovata una notevole quantità di sostanza neuro-tossica. Un forte segnale trasmesso a Mosca che non può sfidare la legislazione internazionale relativa all’uso di armi chimiche è stata l’espulsione di circa 150 diplomatici russi, dal Nord America fino in Australia, in segno di solidarietà con la Gran Bretagna. Inoltre, negli USA, l’amministrazione Trump ha chiuso il consolato russo a Seattle, affermando che è troppo vicino alla maggiore base americana di sommergibili nucleari. Anche a Bucarest, il ministero degli Esteri ha annunciato, lunedì, che un diplomatico russo sarà dichiarato persona non-gradita e verrà espulso dalla Romania. Il ministro Teodor Meleşcanu ha spiegato che c’è bisogno di un segnale di solidarietà soprattutto nel contesto della Brexit, per dimostrare che l’UE desidera ancora avere uno stretto rapporto con Londra nel settore della sicurezza e della difesa, anche dopo che questo Paese avrà lasciato l’Unione Europea. La decisione della Romania è, probabilmente, una manifestazione della pazzia politica collettiva”, ha replicato l’Ambasciata russa a Bucarest. Ulteriormente, nella seconda parte della settimana, Mosca ha promesso rappresaglie identiche a tutti i Paesi che hanno scelto di scontrarsi con essa.