La settimana 25 – 30/05/2020
Il coronavirus in Romania/ Ministri bocciati al test delle mozioni semplici/ Partenariati/ Atti di beneficenza, il modello Chişinău/ Bucarest-Budapest, armistizio nella guerra delle dichiarazioni/ La nuova strategia nazionale di difesa
Bogdan Matei, 30.05.2020, 07:00
Il coronavirus in Romania
Quasi 19 mila contagi e quasi 1.250 decessi è il bilancio dell’epidemia di COVID-19 in Romania. Il presidente Klaus Iohannnis ha ammonito che non si può parlare di una diminuzione significativa dell’epidemia. Tuttavia, ha annunciato che dal 1 giugno entrano in vigore nuove misure di allentamento delle restrizioni imposte per contrastare la pandemia. Sarà ripreso il trasporto internazionale stradale e ferroviario di persone e per gli spostamenti fuori località non saranno più necessarie le autocertificazioni. Sempre dal primo giorno d’estate, si riaprono le terrazze e l’accesso alle spiagge, ma in condizioni di distanziamento fisico. Saranno ripresi anche gli spettacoli all’aperto con non più di 500 spettatori, ma anche le competizioni sportive tranne quelle che richiedono contatto fisico.
Ministri bocciati al test delle mozioni semplici
Dominato dal punto di vista numerico dal PSD e dai suoi partner costanti o di congiuntura – Pro Romania, ALDE, UDMR -, il Parlamento di Bucarest esprime molto spesso giudizi negativi sull’operato dei ministri del Governo minoritario liberale. Solo questa settimana sono stati bocciati ai test delle mozioni semplici i ministri dell’Istruzione, Monica Anisie, e dell’Interno, Marcel Vela. A Monica Anisie le sono state rimproverate le dichiarazioni contraddittorie e confuse sul modo in cui si svolgeranno gli esami nazionali, di maturità e di ruolo. Stando ai deputati di sinistra, le dichiarazioni della ministra hanno destato panico tra alunni e professori. In più, le decisioni sull’organizzazione online delle lezioni dimostrerebbero l’irresponsabilità della ministra. I socialdemocratici del Senato hanno chiesto anche loro le dimissioni del ministro dell’Interno, perché i dati sulla pandemia sarebbero stati falsificati, mentre le strutture da lui coordinate non si sarebbero occupate dell’acquisto di equipaggiamenti medici e di apparecchiature per la diagnostica. I diritti fondamentali dei cittadini romeni sono stati troppo fortemente colpiti dalle norme fatte male, dalle multe illegali e dagli eccessi autoritari del ministro Vela” — accusa ancora il PSD. In precedenza, il Parlamento aveva adottato mozioni semplici anche contro i ministri delle Finanze, Florin Cîţu, e dell’Agricoltura, Adrian Oros. Queste mozioni non determinano, però, la rimozione delle cariche dei rispettivi ministri.
Partenariati
15 specialisti del Ministero della Difesa romeno sono partiti, lunedì, per gli Stati Uniti, per aiutare le autorità dello stato dell’Alabama nella lotta alla pandemia di Covid-19. I cinque medici, cinque infermieri e cinque militari specializzati nella difesa contro le minacce di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare offrono, per circa due settimane, sostegno specializzato ai loro colleghi americani dei centri di cura e trattamento medico e s’informano sul modo in cui sono applicati in America i metodi di lotta al contagio dal nuovo coronavirus. Alleati nella NATO, la Romania e gli Stati Uniti sono legati anche tramite un partenariato strategico. Ad aprile, una squadra formata da 11 medici e 6 infermieri romeni hanno partecipato anche in Italia a missioni di salvataggio delle persone affette dal nuovo tipo di coronavirus, accanto al personale sanitario italiano. La Romania ha inviato decine di medici e infermieri anche negli ospedali della confinante Moldova, repubblica a maggioranza romenofona, coinvolti nella cura dei malati di coronavirus, e un convoglio formato da 20 camion contenenti equipaggiamenti sanitari per un valore di 3,5 milioni di euro.
Atti di beneficenza, il modello Chişinău
Le autorità di Bucarest considerano del tutto inaccettabile ed esprimono il disaccordo in merito al contenuto delle dichiarazioni denigratorie nei confronti della Romania del premier socialista filorusso della Moldova, Ion Chicu. In un messaggio su Facebook, in cui smentiva le critiche al modo in cui gestisce la crisi sanitaria e al ritardo nell’applicazione delle riforme, egli scriveva che la Romania registra “la maggiore corruzione in Europa”. Il Ministero degli Esteri romeno sottolinea che le dichiarazioni dimostrano una profonda mancanza di rispetto nei confronti della Romania e dei rapporti bilaterali, privilegiati, di partenariato strategico per l’integrazione europea della Moldova. L’implementazione delle riforme assunte tramite l’Accordo di Associazione all’Unione Europea non rappresenta solo un obbligo per la Moldova, ma la garanzia della prosperità per i suoi cittadini, però il loro benessere non può essere assicurato tramite dichiarazioni pubbliche che dimostrano un linguaggio rudimentale — aggiunge la diplomazia di Bucarest.
Bucarest-Budapest, armistizio nella guerra delle dichiarazioni
I ministri degli Esteri di Romania e Ungheria, Bogdan Aurescu e Péter Szijjártó, hanno concordato che le tensioni che hanno segnato di recente i rapporti bilaterali siano superate tramite dialogo e pragmatismo. Hanno inoltre stabilito che gli esponenti ungheresi che arrivano in Romania non facciano dichiarazioni contrarie al partenariato strategico con Bucarest. Quanto al piano ungherese di sviluppo economico della Transilvania (centro), dove è concentrata la maggior parte della minoranza ungherese di Romania, il ministro Szijjártó ha affermato che Budapest avrebbe ottenuto, nel 2017, un accordo verbale sulla sua applicazione da parte dell’ex leader socialdemocratico Liviu Dragnea e del governo PSD-ALDE tramite l’allora ministro degli Esteri, Teodor Meleşcanu. Il capo della diplomazia di Bucarest ha attirato, però, l’attenzione che solo un accordo scritto ha valore giuridico, e che qualsiasi intesa verbale del passato non è valida, perché il programma ungherese non ha l’accordo delle attuali autorità romene.
La nuova strategia nazionale di difesa
Il Consiglio Supremo di Difesa ha adottato la bozza della Strategia Nazionale di Difesa per il periodo 2020-2024. Il Partenariato Strategico con gli USA, l’appartenenza alla NATO e all’Unione Europea sono riconfermati quali pilastri della politica estera e di sicurezza. Il presidente Klaus Iohannis ha dichiarato che nel 2021 l’Esercito romeno parteciperà con 1.940 militari e civili a missioni e operazioni oltre confine, di 436 in meno rispetto all’anno corrente, mentre il Ministero dell’Interno vi parteciperà con 841 militari e poliziotti, di 181 in meno rispetto al 2020. Il presidente ha annunciato inoltre che alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa è stato approvato anche il Programma sulla trasformazione, sviluppo e dotazione dell’Esercito romeno fino al 2026 e per il futuro. “Senza un esercito forte, uno stato non ha credibilità internazionale e strategica”, ha sottolineato il capo dello stato.