La settimana 23 – 29/09/2018
Il presidente Klaus Iohannis all'Assemblea Generale dell'ONU/ La premier romena in visita a Bruxelles/ Decisioni del governo di Bucarest
Corina Cristea, 28.09.2018, 14:57
Nel suo discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, il presidente Klaus Iohannis ha dichiarato che la Romania, da presidente di turno del Consiglio UE nel primo semestre del 2019, consoliderà il partenariato tra l’Unione e l’ONU. Quando parlo di impegno, non faccio riferimento solo a politici e diplomatici. Dobbiamo coinvolgere anche le giovani generazioni, la società civile, giornalisti e imprenditori. Abbiamo bisogno di tutti loro per promuovere il multilateralismo e la leadership globale, ha dichiarato Klaus Iohannis, auspicando l’elezione della Romania come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza nel mandato 2020-2021. Il capo dello stato ha detto che la pace, lo sviluppo e la giustizia rappresentano il fondamento della strategia multilaterale del Paese. La Romania sarà un partner responsabile nel promuovere l’agenda comune dell’ONU, ha assicurato Iohannis, aggiungendo che è compito degli stati membri dell’ONU spiegare meglio ai cittadini le attuali sfide alla pace, all’equità e alla sostenibilità delle società, e parlare di più del ruolo svolto dall’organizzazione nel loro approccio.
Prima dei dibattiti sulla protesta antigovernativa avvenuta il 10 agosto a Bucarest, in programma la settimana prossima al Parlamento Europeo, la premier romena si è recata nei giorni scorsi a Bruxelles, per presentare la situazione politica in Romania ai capi dei principali gruppi del legislativo comunitario. Viorica Dancila, invitata ai dibattiti che si terranno nei giorni prossimi, ha fatto riferimento alle misure economiche e sociali finalizzate a impartire giustizia sociale, difendere i diritti e le libertà dei cittadini ed a equilibrare i poteri dello stato, secondo quanto riferisce un comunicato stampa del Governo. La premier ha spiegato che le riforme nel campo della giustizia sono state volte a mettere meglio in accordo il sistema giudiziario romeno con le pratiche europee e con le raccomandazioni della Commissione di Venezia. La presenza della premier romena al Parlamento Europeo e la maniera concreta in cui ha esposto la posizione del Governo, con realtà e argomenti, sono state in grado di presentare ai nostri partner europei dei chiarimenti sul fatto che l’esecutivo PSD prende delle decisioni giustificate, in sintonia con la legislazione interna e i valori europei, ha dichiarato l’eurodeputata Gabriela Zoană al termine degli incontri. Il sito Euractiv ricorda, però, che i socialisti europei hanno rimproverato alla Dancila che il PSD, al governo in Romania, si sta allontanando dalla linea progressista europea. La fonte precisa che gli eurodeputati socialisti hanno sollecitato chiarezza in varie questioni, dalla corruzione al vertice fino al referendum che si terrà il 6 e il 7 ottobre, convocato per chiedere ai romeni se sono d’accordo con la ridefinizione della famiglia come fondata sul matrimonio tra uomo e donna nel testo della Costituzione. Un eurodeputato socialista, citato da Euractiv, ricorda che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea prevede esplicitamente il diritto dei cittadini al matrimonio senza discriminazione in base all’orientamento sessuale. Dopo l’incontro con la premier romena, il capogruppo dei Popolari Europei, Manfred Weber, ha espresso in un tweet la preoccupazione sulla situazione in Romania, ritenendo sotto pressione l’indipendenza del sistema giudiziario.
Il Governo di Bucarest ha adottato con la procedura d’urgenza un decreto che cambia la legge sull’insolvenza. I nuovi provvedimenti sono volti a fermare certe pratiche abusive, come le insolvenze ripetute, e ad assicurare pari opportunità per lo sviluppo degli affari. In Romania, oltre 6.000 aziende, con più di 64.000 dipendenti, sono in stato di insolvenza, il che richiedeva misure urgenti, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, precisando che che la revisione è stata determinata da disfunzioni provocate dalle precedenti forme della legge. Il decreto governativo consente la conversione dei debiti delle aziende in azioni che entreranno in possesso dello stato per saldare le restanze delle rispettive imprese, e il Fisco avrà una procedura chiara in tal senso, ha aggiunto il ministro Teodorovici. L’ambiente d’affari critica la misura, sostenendo che si tratta di una nazionalizzazione velata. D’altra parte, nella stessa seduta, il governo ha deciso che, alle classi elementari in cui gli alunni studiano nelle lingue delle minoranze nazionali, le lezioni di romeno siano impartite dagli insegnanti delle stesse classi. Contrario alla decisione, il ministro dell’Istruzione, Valentin Popa, si era dimesso ancora prima che venisse presa. Il decreto è stato modificato su richiesta dell’UDMR, legato da un protocollo di collaborazione con la maggioranza PSD-ALDE. Il ministro dimissionario ha spiegato la propria posizione col fatto che la lingua romena e la Romania non sono negoziabili e che tutti i bambini del Paese devono conoscere il romeno per avere una chance di vivere e lavorare in Romania.