La settimana 22-28/09/2013
Giacimenti: il progetto Rosia Montana, tra sostegno e opposizione/Randagi: CC, legge è conforme/Agricoltura: accordo Ue su PAC/Nato: Sorin Ducaru guida Divisione Rischi di Sicurezza Emergenti
România Internațional, 27.09.2013, 19:48
Il controverso disegno di legge sullo sfruttamento dei giacimenti d’oro e argento di Roşia Montană (centro della Romania) resta ancora all’attenzione dell’opinione pubblica romena. Il premier Victor Ponta ritiene che, se l’ambiente viene protetto, la Romania dovrebbe essere favorevole al progetto e sfruttare i vantaggi delle proprie risorse naturali. La Commissione parlamentare speciale per Roşia Montana ha continuato le udizioni a Bucarest, e i suoi membri si sono recati nella zona per informarsi. Il progetto, che permetterebbe ad una compagnia canadese di sfruttare i giacimenti di oro e argento utilizzando una grossa quantità di cianuri, ha scatenato ampie proteste a Bucarest e in altre città romene e all’estero. Gli oppositori ammoniscono sull’impatto negativo che l’uso dei cianuri potrebbe avere sull’ambiente, mentre i sostenitori affermano che l’apertura della miniera risolverebbe i problemi economici e sociali nella zona.
La Corte Costituzionale della Romania ha dato il via libera alla legge sui cani randagi nella forma adottata il 10 settembre dal Parlamento, ritenendola conforme alla legge fondamentale. L’atto normativo è stato subito promulgato dal presidente Traian Băsescu, destando le proteste degli animalisti. La legge è entrata in procedura parlamentare d’urgenza ed è stata subito adottata, dopo che a inizio mese un bambino di 4 anni è morto nei pressi di un parco di Bucarest, dopo essere attaccato da randagi. Secondo il nuovo atto normativo, i randagi dei canili pubblici non rivendicati o non adottati entro 14 giorni lavorativi possono essere soppressi. Tuttavia, la soppressione di massa non è una misura obbligatoria per le amministrazioni locali, le quali possono decidere, se dispongono di risorse, di tenere nei canili pubblici i cani non adottati.
Le autorità europee hanno raggiunto, a Bruxelles, un accordo sulla riforma della Politica Agricola Comune nei prossimi anni. Il documento contiene provvedimenti chiari sui fondi che gli stati UE, la Romania inclusa, possono ricevere dal budget comunitario destinato all’agricoltura e sull’ammontare dei sussidi destinati ai farmer fino al 2019. Inoltre, i Paesi dell’Unione potranno aumentare i fondi concessi alle zona siagiate e sarà data la precedenza all’insediamento di aziende agricole dai giovani farmer. L’Accordo prevede anche la diminuzione del contributo degli stati membri ai programmi cofinanziati con fondi europei. Presente a Bruxelles, il ministro romeno dell’Agricoltura, Daniel Constantin saluta tale misura.
“È benefico l’aumento del tasso di cofinanziamento dal 75% al 80%. Ciò significa uno sforzo minore da parte degli stati membri; i soldi disponibili nel budget nazionale, possono essere orientati verso altri investimenti, e per il cofinanziamento si può avere solo il 15%. Inoltre finché la Romania ha degli accordi internazionali con il FMI e la Commissione Europea, c’è la possibilità di aumentare il tasso di cofinanziamento al 95%”, ha affermato Daniel Constantin.
D’altra parte, Daniel Constantin ha assicurato che il suo ministero ha in piano misure a sostegno dei produttori romeni di latte, dopo l’eliminazione delle quote latte nell’UE, prevista per il 2015.
La Romania si aspetta che la Francia agisca sia nello spirito dei rapporti bilaterali strategici, che nel contesto del riconoscimento del fatto che Bucarest ha adempito ai criteri di adesione a Schengen. La precisazione del Ministero degli Esteri di Bucarest arriva dopo che il Governo di Parigi ha affermato di opporsi all’adesione di Romania e Bulgaria a Schengen dal primo gennaio del 2014. L’Esecutivo francese ritiene che i due Paesi non riuniscano le condizioni necessarie per entrare nello spazio comunitario di libera circolazione, precisando che la posizione della Francia non è singolare. Bucarest ribadisce che non c’è alcun legame tra la questione dell’inclusione dei rrom e l’adesione della Romania all’Area Schengen e sollecita a Parigi di evitare di affrontare questi argomenti in un contesto elettorale.
L’Ambasciatore della Romania presso la NATO, Sorin Ducaru, ha assunto l’incarico di capo della Divisione per rischi di sicurezza emergenti dell’Alleanza Nord-Atlantica. È il più alto incarico ricoperto da un romeno nella NATO. Sorin Ducaru ha evocato i principali temi di cui si occuperà, tra cui la difesa cibernetica, la lotta al terrorismo, la sicurezza energetica, la politica nucleare dell’Alleanza e la lotta alla diffusione delle armi di sterminio. La divisione è stata fondata nel 2010 al fine di affrontare le minacce alla sicurezza dell’Alleanza. Diplomatico di carriera, Sorin Ducaru ha presieduto negli ultimi sette anni la Missione Permanente della Romania presso la NATO, è stato Ambasciatore della Romania negli USA e rappresentante di Bucarest all’ONU.