La settimana 21 – 27/10/2018
La rimozione del procuratore generale della Romania, sollecitata dal ministro della Giustizia/ Considerazioni sullo stato di diritto e sulle leggi sulla Giustizia, a Bruxelles e Bucarest/ Il ministro dellInterno italiano, a Bucarest
Leyla Cheamil, 27.10.2018, 07:00
Il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, ha avviato la procedura di rimozione dall’incarico del procuratore generale, Augustin Lazăr, dopo aver presentato il rapporto di valutazione della sua attività. Il presidente Klaus Iohannis ha revocato l’estate scorsa l’incarico al capo della DNA, Laura Codruţa Kovesi, sempre su richiesta del ministro della Giustizia, ma costretto da una decisione della Corte Costituzionale della Romania. Tudorel Toader ha annunciato che i fatti imputati al capo della DNA sono in ugual misura imputabili al procuratore generale. Il ministro della Giustizia gli rimprovera di aver generato tre conflitti giuridici di natura costituzionale e di aver lanciato accuse senza precedenti nei confronti delle autorità dello stato, del potere legislativo ed esecutivo. Augustin Lazăr è inoltre accusato di aver contestato le decisioni della CCR, di non aver portato a compimento gli obiettivi assunti, di aver contestato le leggi sulla Giustizia, dopo il controllo di costituzionalità, e di aver trasgredito la legge tramite la firma di alcuni protocolli, generando, così, le premesse per una giustizia parallela. In risposta, Augustin Lazăr è del parere che le affermazioni del ministro della Giustizia siano esagerazioni e sostiene che la libertà di espressione va utilizzata contro qualsiasi ingerenza che possa intaccare l’indipendenza dei procuratori. La sezione per i procuratori del Consiglio Superiore della Magistratura ha stabilito per il 13 novembre l’ascolto del procuratore generale, e la motivazione del parere del CSM sulla richiesta di revoca andrebbe inoltrata il 21 novembre. Il presidente Klaus Iohannis considera che la richiesta del ministro della Giustizia di rimozione dall’incarico del procuratore generale sia del tutto inadeguata e chiede le dimissioni di Tudorel Toader. Si cerca nuovamente di accreditare l’idea che i procuratori siano i nemici della società, afferma il capo dello stato, esortando allo stesso tempo i magistrati a non perdere la fiducia nella capacità della società romena di resistere al nuovo assalto contro lo stato di diritto — si rileva in un comunicato dell’amministrazione presidenziale. Dall’opposizione, il PNL considera che la proposta di rimozione del procuratore generale sia priva di argomento, e che sia infatti un attacco all’indipendenza del sistema giudiziario, mentre i leader dell’Unione Salvate la Romania affermano che Tudorel Toader abbia cambiato i procuratori capi su ordine dei partiti al governo, PSD e ALDE.
Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha presentato, martedì, per la prima volta, in un discorso nel Parlamento Europeo, la visione della Romania sul futuro dell’istituzione comunitaria. Iohannis ha sostenuto l’unità, la coesione e la solidarietà negli sforzi di consolidamento del progetto europeo ed ha respinto l’idea di un’unione a più velocità. Allo stesso tempo, Klaus Iohannis ha affermato che la Romania è uno stato di diritto, democratico e resterà impegnata nella lotta alla corruzione. D’altronde, egli ha svolto, mercoledì, a Bucarest, consultazioni con i partiti parlamentari sul tema delle modifiche apportate dalla maggioranza PSD-ALDE, sostenuta dall’UDMR, alle leggi sulla Giustizia. Di recente, la Commissione di Venezia, istituzione con ruolo consultivo in materia giudiziaria del Consiglio d’Europa, ha considerato, in un rapporto, che le modifiche alle leggi sulla Giustizia e ai Codici Penali indeboliscono la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Il capo dello stato ha affermato che le leggi sulla Giustizia vanno ripensate, modernizzate e migliorate e che è necessario riprendere il ciclo legislativo nel settore. Invece, il leader del PSD, Liviu Dragnea ha affermato che il partito non è d’accordo con la ripresa del processo legislativo per quanto riguarda le leggi sulla Giustizia perché esiste un’ordinanza su questo tema nel Parlamento. Dal canto suo, il presidente ALDE, Călin Popescu Tăriceanu, ha dichiarato, dopo le consultazioni, che c’è bisogno di un consenso per quanto riguarda le leggi sulla Giustizia, ma c’è bisogno anche di premesse comuni, come quella di fermare gli abusi commessi tramite i protocolli segreti. All’opposizione, il PNL ha annunciato di sostenere la ripresa dei dibattiti sulle leggi sulla Giustizia, proposta dal capo dello stato. Il leader dell’USR, Dan Barna, considera che la presidenza della Romania possa essere un ottimo ambiente per un dibattito e una mediazione reale tra magistrati, politici, la società civile e i cittadini romeni che desiderano veramente avere in futuro una giustizia indipendente e funzionale.
I deputati di Bucarest hanno adottato la legge Offshore, che regola il modo in cui viene sfruttato il gas del Mar Nero. L’opposizione ha criticato l’assenza di calcoli precisi per giustificare le modifiche apportate, mentre i parlamentari del potere dicono che lo stato romeno sia protetto tramite questa legge. La settimana scorsa, la coalizione al governo PSD+ALDE aveva raggiunto un consenso sulle modifiche da apportare a questo atto normativo. Si è convenuto così che il 50% della produzione di gas naturale del Mar Nero sia transatto alla borsa del Paese, mentre l’investimento degli operatori sia detratto dall’imposta supplementare con un tetto massimo del 30%.
La ministra dell’interno romena, Carmen Dan, si è incontrata, martedì, a Bucarest, con il vicepremier e ministro dell’interno italiano, Matteo Salvini. La cooperazione bilaterale nel campo della sicurezza, soprattutto in vista dell’assunzione da parte della Romania della Presidenza del Consiglio UE, nel primo semestre dell’anno prossimo, si è annoverata tra i temi analizzati. La comunità romena in Italia e la comunità italiana in Romania rappresentano un forte legante e contribuisce allo sviluppo economico e sociale dei due Paesi, ha dichiarato, d’altra parte la ministra Dan. Dal canto suo, Matteo Salvini ha affermato che i romeni d’Italia formano una comunità che supera un milione e che gli errori di alcuni di loro non devono ricadere sulle spalle degli altri. Salvini ha inoltre ringraziato le autorità di Bucarest per il contributo a rintracciare i romeni perseguiti dalla polizia nel suo Paese.