La settimana 21 – 27/01/2018
In attesa di un nuovo governo a Bucarest/ La giustizia romena nel mirino della CE/ La Romania e la presidenza UE/ 24 gennaio - l'Unione dei Principati Romeni
Roxana Vasile, 26.01.2018, 12:38
La settimana che si conclude è stata segnata da intense discussioni sulla struttura del nuovo governo di coalizone PSD-ALDE, che sarà presieduto dalla socialdemocratica Viorica Dancila, la prima donna a ricoprire la premiership nella storia della Romania. Intanto, i socialdemocratici hanno deciso di aggiornare il programma governativo in base al quale hanno vinto le elezioni, senza interventi notevoli sulle misure previste. Manteniamo con fermezza gli obiettivi assunti, sia nella campagna elettorale, che nel programma di governo, adottato a gennaio nel Parlamento e riadottato, con piccole modifiche, in estate, e cioè di rispettare gli indici macroeconomici importanti, come è successo anche nel 2017, contrariamente a tutte le previsioni bugiarde. Il nostro principale obiettivo – più soldi nelle tasche dei romeni – rimane immutato, perciò gli incrementi di pensioni e stipendi annunciati e adottati seguiranno il loro percorso, esattamente come abbiamo stabilito; anzi, in alcune situazioni, forse meglio, ha detto il leader socialdemocratico Liviu Dragnea. Il nuovo governo guidato da Viorica Bancila dovrebbe ricevere l’investitura del Parlamento la prossima settimana. Dall’opposizione, il PNL e l’USR hanno annunciato chiaramente che non voterano a favore. I liberali hanno sostenuto, in ugual misura, che la scelta del premier non è proprio quella giusta. A dicembre 2016, il PSD stravinceva le elezioni politicha e assumeva il governo accanto all’ALDE. La scorsa estate, il partito ha segnato una prima nella politica romena postcomunista, sfiduciando il proprio governo presieduto da Sorin Grindeanu. Questo mese, i dirigenti socialdemocratici hanno ritirato il sostegno politico anche al successore di Grindeanu, Mihai Tudose, designando per l’incarico l’eurodeputata Viorica Dancila.
In una dichiarazione congiunta inviata mercoledì al Parlamento romeno, il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, e il primo-vicepresidente Frans Timmermans, sollecitano al legislativo di ripensare le modifiche nel campo della Giustizia volute dalla maggioranza PSD-ALDE. L’indipendenza del sistema giudiziario e la sua capacità di contrastare in maniera efficace la corruzione costituiscono le pietre miliari di una Romania forte nell’Unione Europea, si legge nella dichiarazione congiunta. Il documento precisa che la Commissione Europea analizzerà in dettaglio le modifiche apportate alle leggi sulla Giustizia, ai Codici penali e alle leggi sul conflitto di interessi per accertare il loro impatto sugli sforzi per garantire l’indipendenza del sistema giudiziario e per contrastare la corruzione. La reazione di Bucarest non è tardata! I presidenti delle due Camere del Legislativo hanno respinto le critiche della Commissione. In una lettera di risposta, il presidente della Camera dei Deputati, Liviu Dragnea (PSD), e quello del Senato, Călin Popescu-Tăriceanu (ALDE), sostengono che le autorità europee sono state informate in maniera erronea sulla riforma delle leggi sulla giustizia in Romania: i testi di legge sono stati elaborati ed esaminati nel rispetto delle esigenze costituzionali e degli standard della Commissione di Venezia. In più, nella loro opinione, la riforma del sistema giudiziario romeno viene effettuata appunto per farlo funzionare conformemente alle raccomandazioni di Bruxelles. I problemi nel funzionamento del sistema giudiziario romeno sono dimostrati anche dal rapporto per il 2017 presentato giovedì a Strasburgo dalla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. La Romania è il Paese più denunciato presso la CEDU, superando la Russia, la Turchia e l’Ucraina. Lo stato romeno è stato dichiarato colpevole di violazione del diritto ad un processo equo, dei tempi troppo lunghi nelle procedure giudiziarie o della violazione del diritto di proprietà. La maggior parte delle 9.900 cause contro lo Stato romeno, relative alla violazione dei diritti umani, sono state inoltrate da detenuti che hanno denunciato le condizioni di reclusione.
La Romania si prepara ad assumere la presidenza di turno del Consiglio dell’UE dal 1 gennaio 2019. Quasi 2.000 funzionari romeni stanno già lavorando o svolgeranno l’attività a Bruxelles, seguendo anche corsi di formazione. Le autorità si pongono come meta una presidenza romena trasparente e, di conseguenza, hanno lanciato delle consultazioni pubbliche, anche per stabilire le priorità. Il ministro con delega agli Affari Europei, Victor Negrescu, ha sottolineato che la Romania deve dimostrare professionalità durante il semestre di presidenza comunitaria, ma anche avvalersi di questa opportunità per migliorare l’immagine e consolidare la posizione a livello europeo.
Il 24 gennaio, la Romania ha celebrato il 159esimo anniversario dell’Unione dei Principati Romeni. Nel 1859, le Assemblee Elettive della Moldavia e Valacchia hanno eletto lo stesso principe, Alexandru Ioan Cuza, momento seguito da un ampio processo di ammodernamento del nuovo stato creato. La Grande Unità venne compiuta 59 anni più tardi, il 1 dicembre 1918, quando tutte le province storiche romene passarono sotto l’autorità di Bucarest. Il programma delle celebrazioni del 24 gennaio ha incluso cerimonie militari e religiose, deposizioni di fiori e spettacoli stradali. Il presidente Klaus Iohannis ha partecipato alla sessione di comunicazioni scientifiche intitolata L’Unione dei Principati Romeni, fondamento della Grande Unità del 1918, organizzata dall’Accademia Romena.