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La settimana 20-26 / 03 / 2016

La Romania, solidale con il Belgio dopo gli attentati terroristici di Bruxelles/Visita ufficiale del presidente romeno in Turchia/Il Corpo di Controllo del premier ha presentato le conclusioni del rapporto sulla tragedia avvenuta nel club Colectiv

La settimana 20-26 / 03 / 2016
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, 25.03.2016, 20:35

La Romania si è affiancata alla comunità internazionale ed ha condannato fermamente i sanguinosi attentati commessi martedì a Bruxelles, conclusisi con decine di morti, qualche centinaio di feriti di 40 nazionalità, fra cui anche 4 romeni. Alla memoria delle vittime degli attacchi, rivendicati dal gruppo terroristico Stato Islamico, in Romania giovedì è stato giorno di lutto nazionale. In segno di solidarietà, l’edificio del Governo di Bucarest è stato illuminato con i colori della bandiera belga e all’Ambasciata del Belgio della capitale romena è stato aperto un libro di cordoglio in cui hanno firmato il presidente del Paese, Klaus Iohannis, il primo-ministro Dacian Cioloş, politici, ambasciatori stranieri accreditati a Bucarest, ma anche semplici cittadini. Il capo dello stato ha dichiarato che il flagello del terrorismo può essere contrastato tramite la solidarietà e l’unità, e il premier ha sottolineato che, in situazioni del genere, la soluzione è il rafforzamento della cooperazione tra gli stati membri dell’UE.



Durante la visita ufficiale effettuata mercoledì e giovedì ad Ankara, il presidente Klaus Iohannis e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan hanno condannato con fermezza il terrorismo ed hanno sostenuto la solidarietà. Iohannis ha affermato che è necessaria una risposta congiunta e chiara per combattere gli attentati. Egli ha sottolineato che la Turchia, come Paese che ospita sul suo territorio un gran numero di rifugiati, svolge un ruolo-chiave nella soluzione della crisi degli immigrati, sia dal punto di vista umanitario, sia per quanto riguarda il controllo sul flusso di migrazione e la lotta contro le reti di traffico di persone. Klaus Iohannis ha dichiarato: Questa visita si svolge in un contesto geopolitico e regionale complicato. Esistono numerosi rischi di sicurezza e sfide cui bisogna trovare soluzioni. La mia convinzione è che, insieme, in virtù di un partenariato strategico forte fra Romania e Turchia, possiamo gestire meglio questi rischi. I nostri cittadini desiderano sicurezza e prosperità.



Il contrasto del terrorismo e la crisi della migrazione sono stati gli argomenti analizzati dal presidente Iohannis anche nei colloqui con il premier Ahmet Davutoglu. Le parti hanno concordato di rafforzare i rapporti bilaterali in vari settori. Iohannis e Davutoglu hanno parlato del consolidamento della cooperazione bilaterale in base al Partenariato Strategico fra i due stati, della cooperazione al Mar Nero e nella NATO. Si è puntato anche sulla cooperazione economica, nel contesto in cui la Turchia è il primo partner della Romania, non membro dell’UE e il quinto a livello globale. I due Paesi si prefiggono che in futuro l’interscambio commerciale ammonti a 10 miliardi di dollari. Klaus Iohannis si è incontrato a Istanbul anche con i rappresentanti della comunità romena in Turchia.



A quasi cinque mesi dal devastante incendio scoppiato nel Club Colectiv di Bucarest, in cui 64 persone hanno perso la vita e quasi 200 sono rimaste ferite, il Corpo di Controllo del premier ha reso pubblico un rapporto. Il documento rileva che l’intervento d’urgenza dopo l’incendio è stato in gran parte un’azione mal coordinata e segnata da elementi di improvvisazione delle autorità. La situazione è stata causata dalla mancanza di esercitazione in caso di emergenza grave, si legge ancora nel documento. Il rapporto nota che il piano rosso di intervento non è stato attivato subito, ma dopo aver percorso alcune tappe burocratiche, sebbene almeno una delle chiamate ricevute contenesse elementi che indicavano l’esistenza di una situazione molto grave, caso in cui la legislazione permette meccanismi rapidi di intervento. Il documento rileva ancora che alcune istituzioni hanno fatto bene il proprio dovere, mentre altre hanno dimostrato carenze, tra cui anche l’Ispettorato per le Situazioni d’Urgenza.




Circa 12 mila dipendenti del settore medico romeno si sono trovati questa settimana in sciopero giapponese. Le loro scontentezze riguardano i salari unitari, il modo di concessione degli scatti stipendiali e il mancato rispetto delle norme di lavoro e del tempo di riposo. Da giovedì, si sono solidarizzati con i loro colleghi anche i medici di famiglia che hanno iniziato le proprie azioni di protesta. Loro attirano l’attenzione sul fatto che le somme stanziate alla medicina di assistenza primaria sono troppo basse e il sistema informatico si blocca spesso rendendo più difficile la loro attività. La vicepresidente della Società Nazionale di Medicina di Famiglia, Sandra Alexiu ha dichiarato: Il problema più importante che affrontiamo è il finanziamento basso e molto basso, costante negli ultimi anni. Anzi quest’anno abbiamo ricevuto ancora meno soldi, somme molto inferiori a quelle stanziate a livello europeo ai medici di assistenza primaria. Mentre in Europa viene stanziato almeno il 9%, in Romania riceviamo il 5,8, fatto che rende impossibile il funzionamento normale della medicina primaria. Lo sciopero giapponese avviato lunedì è il primo di una serie di proteste annunciate dai sindacati del settore sanitario, che continueranno anche ad aprile. (traduzione di Gabriela Petre)


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