La settimana 19 – 25/08/2018
Effetti della protesta antigovernativa di Bucarest/ Reazioni dopo la protesta della diaspora/ La peste suina si diffonde ancora/ Calcio, scarsi risultati per le squadre romene
Corina Cristea, 24.08.2018, 20:24
Le due settimane passate dalla protesta antigovernativa dei romeni all’estero di Bucarest, svoltasi il 10 agosto, non hanno chiarito gli avvenimenti violenti allora accaduti. I procuratori militari hanno registrato centinaia di querele sporte dalle persone che hanno sofferto in seguito all’intervento dei gendarmi, mentre l’azione d’identificazione delle persone che hanno commesso atti di violenza continua. Giovedì, alla Procura Generale è stato ascoltato il capo della Brigata Speciale di Intervento della Gendarmeria, il colonnello Cătălin Paraschiv, il quale ha coordinato l’intervento di forza dei gendarmi alla protesta. In precedenza, la ministra dell’Interno Carmen Dan aveva fatto una dichiarazione di stampa iniziando col rivolgere scusa a chi ha sofferto alla protesta, sia civili che gendarmi militari, e continuando con la presentazione della successione degli avvenimenti e di una sintesi di certe “falsità e bugie”, come le definisce la ministra, che hanno circolato sia online che nei mass-media. Martedì, convocata per ascolti al Parlamento, Carmen Dan, ha affermato di non aver avuto compiti operativi, come ministro, durante le proteste ed ha precisato che il rapporto che ha ricevuto dalle strutture competenti subordinate sarà messo a disposizione della Commissione della Camera dei Deputati non appena le procedure a livello dell’istituzione parlamentare saranno ultimate. L’opposizione di destra di Bucarest, la quale ritiene che la ministra debba dare le dimissioni, si è detta però scontenta a causa della riservatezza del documento, ma anche del fatto che agli ascolti nel Parlamento non ha partecipato il prefetto, quindi non ci sono stati chiarimenti sui motivi per i quali è stato deciso questo livello d’intervento. Stando all’opposizione, Carmen Dan sta cercando di passare sotto silenzio la responsabilità della Gendarmeria per aver gassato e brutalizzato i manifestanti innocui. Come risposta, il PSD, il principale partito della coalizione al governo, lamenta un presunto tentativo di allontanamento del governo legittimo tramite l’uso della forza.
In una prima reazione, a due settimane dagli avvenimenti, la premier Viorica Dăncilă ha accusato l’opposizione di aver cercato di salire al potere tramite mezzi non democratici, dopo aver perso le elezioni. La premier afferma di aver notato un assalto contro alcune istituzioni dello stato, il primo bersaglio essendo la Gendarmeria, ed ha chiesto ai ministri e alle istituzioni subordinate di evitare questa “spirale del conflitto”. Come risposta, il leader del principale partito all’opposizione, il PNL, Ludovic Orban, rimprovera la premier di non essersi assunta la responsabilità per le azioni di forza dei gendarmi e per i loro effetti sui manifestanti. “Non esiste alcuna spirale del conflitto sostenuta dall’opposizione tramite il PNL o dal presidente Klaus Iohannis, ma solo una spirale delle bugie e degli abusi in cui si affondano sempre di più il leader PSD Liviu Dragnea, la premier Viorica Dăncilă, la ministra dell’Interno Carmen Dan e tutti coloro che hanno ordinato la repressione delle proteste e le violenze contro le persone che hanno partecipato alla manifestazione antigovernativa” — ha affermato Ludovic Orban, in un comunicato. Gli avvenimenti del 10 agosto rappresentano un’occasione di riflessione per i fattori decisionali romeni, d’individuazione del modo in cui si sono evolute le strutture specializzate, dall’organizzazione, i diritti e l’addestramento del personale, fino ai modi di controllo e ai mezzi utilizzati — è del parere il generale maggiore francese Bertrand Cavallier, specialista nel campo della garanzia e del ripristino dell’ordine pubblico, riconosciuto a livello europeo e, inoltre, un buon conoscitore del sistema di ordine pubblico romeno. Già membro della Gendarmeria Francese, Cavallier si è incontrato con i membri della Commissione per la difesa, l’ordine pubblico e la sicurezza nazionale della Camera dei Deputati di Bucarest — incontro che fa parte delle azioni necessarie per conoscere i diversi aspetti degli avvenimenti del 10 agosto scorso.
Un quarto dei distretti romeni è colpito dall’epidemia di peste suina africana. Gli oltre 700 focolai del virus sono stati individuati dalle autorità nel sud-est e nel nord-ovest del Paese e si tratta principalmente di maiali delle masserie contadine. Finora circa 120 mila suini sono stati abbattuti. La Federazione Nazionale Pro Agro chiede al governo di avviare le pratiche affinché sia discussa nel Consiglio Supremo del Paese la situazione creata dalla diffusione della peste suina, che danneggia gravemente la produzione di carne della Romania. La Federazione ritiene che nei distretti in cui è stata confermata la malattia, andrebbe dichiarato lo stato d’urgenza, perché le aziende che hanno investito nell’allevamento dei maiali si trovano sull’orlo del fallimento. Le autorità continuano le azioni volte a prevenire la diffusione della malattia, tra cui anche la decisione di permettere ai cacciatori di cacciare cinghiali e sciacalli del Delta Danubiano, contagiati dal virus.
La squadra campione della Romania al calcio, CFR Cluj (nord-ovest) e la vicecampione FCSB (l’ex Steaua Bucarest) hanno perso, giovedì, in trasferta, le partite di andata nel play-off di Europa League. La CFR è diventata la prima squadra romena a essere battuta da una lussemburghese, la Dudelange, per 2-0. La FCSB ha perso per 3-1 la partita contro l’austriaca Rapid Vienna. Le partite di ritorno si svolgeranno il 30 agosto. Se nessuna delle sue squadre riuscirà a qualificarsi, la Romania non sarà rappresentata nei gruppi delle competizioni continentali.