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La settimana 19 – 25/01/2014

Giustizia: rapporto CE sulla Romania/ Incidente aereo: dimissioni del ministro dellInterno/ Economia: missione FMI – CE – BM a Bucarest/ Diplomazia: il presidente Basescu in Israele e nei territori palestinesi

La settimana 19 – 25/01/2014
La settimana 19 – 25/01/2014

, 24.01.2014, 13:15

La Commissione Europea ha reso noto il rapporto sull’evoluzione della giustizia in Romania. La valutazione di quest’anno era tanto più attesa in quanto alcuni Paesi dell’UE continuano a condizionare dal rapporto la loro luce verde all’ingresso della Romania nell’Area Schengen. Il documento reso noto a Bruxelles sottolinea i progressi della Romania in numerosi settori. Il bilancio delle istituzioni-chiave della giustizia e in materia di integrità si conferma positivo, nonostante alcune circostanze difficili. La Commissione Europea si dichiara contenta dell’adozione di alcune modifiche legislative necessarie e lungamente attese, e la collaborazione tra le istituzioni giudiziarie e il Ministero della Giustizia contribuisce alla soluzione dei problemi di tipo dirigenziale. La Commissione inoltra anche delle raccomandazioni, soprattutto con riferimento all’indipendenza e alla riforma della giustizia, all’integrità e al contrasto alla corruzione, e mantiene una serie di preoccupazioni in materia di indipendenza della giustizia, senza definire esplicitamente il rapporto come positivo o negativo. Il documento va capito nella forma in cui è stato elaborato: sono stati compiuti dei progressi in certi settori e ci sono ancora dei passi da compiere in altri. Bucarest definisce come artificiale la condizione dell’ingresso di Romania a Schengen da questo rapporto, dal momento che si tratta di cose diverse. La valutazione per Schengen avviene esclusivamente in base a criteri tecnici, che la Romania già riunisce.



Due morti, cinque feriti, dimissioni di cariche istituzionali, compresa quella del ministro dell’Interno, Radu Stroe, preceduta dalla revoca di un segretario di stato nello stesso dicastero, e un’ondata di dichiarazioni politiche compongono il quadro generale dell’incidente aereo avvenuto il 20 gennaio nell’ovest della Romania. Un velivolo con un equipaggio medico specializzato nei trapianti è stato costretto a un atterraggio di emergenza in una zona montuosa accidentata nei Carpazi Occidentali. Il pilota e una giovane donna medico sono morti, mentre il copilota e altri quattro medici sono rimasti feriti. Le operazioni di ricerca e salvataggio sono cominciate tardi e si sono concluse sette ore dopo l’incidente. Il primo ad arrivare sul posto è stato un boscaiolo, e non un soccoritore specializzato. Di conseguenza, il premier Victor Ponta ha dichiarato che si tratta di un fallimento che deve portare a responsabilità personali, al miglioramento delle procedure e a un momento di riflessione sul modo in cui viene speso il pubblico denaro.



Una missione congiunta del FMI, della Commissione Europea e della Banca Mondiale si trova a Bucarest, fino al 5 febbraio, per una doppia missione di valutazione. I colloqui con le autorità romene riguardano i recenti sviluppi economici, la ristrutturazione e l’eficientizzazione delle compagnie a capitale statale, le priorità negli investimenti con fondi pubblici e un loro più stretto monitoraggio, il controllo degli arretrati e misure di compenso del calo degli introiti al bilancio. Inoltre, il FMI desidera assicurarsi che il deficit di bilancio rientra nel target del 2,2% del Pil convenuto nell’accordo preventivo concluso con la Romania nel 2013. I finanziatori internazionali hanno rinviato la visita prevista per lo scorso dicembre, dopo il rifiuto del capo dello stato romeno, Traian Basescu, di firmare l’ultima lettera d’intenti con il FMI. Il presidente non era stato d’accordo con l’introduzione, convenuta con gli esperti degli enti creditizi internazionali, dal 1 gennaio, di un’accisa supplementare di 7 eurocentesimi sul litro di carburante. L’applicazione dell’accisa è stata rinviata al 1 aprile.



A cinque anni dal suo scoppio in Europa, la crisi economica è lungi dall’aver detto la sua ultima parola. Lo rileva un rapporto della Commissione Europea sulla situazione sociale e l’occupazione nell’Unione nel 2013. Uno dei volti della povertà – la disoccupazione — che in alcuni stati membri, come la Spagna, ha toccato, negli ultimi anni, picchi indesiderati — è una costante preoccupazione per gli esponenti di Bruxelles. Nel presentare il rapporto, il comissario agli Affari Sociali, Laszlo Andor, ha dichiarato che non solo la creazione di posti di lavoro è importante, ma anche la loro qualità. Tutto dipende dal tipo di lavoro trovato, dal livello di retribuzione, dal numero di ore lavorative e dalla situazione famigliare, ha precisato Andor. Nel caso della Romania, il rapporto sottolinea che, nel 2012, rispetto al 2011, si è registrato il maggiore rischio di povertà ed esclusione, pari al 52%, nella fascia di età fino ai 18 anni. Lo stesso anno, è cresciuto fino al 40% il numero di persone delle fasce di età 15-62 anni, in cui rientra la popolazione in età attiva. È calato, inoltre, il numero di romeni che lavoravano part-time. Per quanto riguarda i settori di attività, è calato dello 0,2% il numero dei dipendenti nell’industria e nei servizi, mentre nell’agricoltura, il cui ingente potenziale resta insufficientemente sfruttato, il loro numero è cresciuto dello 0,4%.



L’arringa per la pace nel Medio Oriente: questo il leitmotif dei colloqui svolti questa settimana dal presidente romeno Traian Basescu con i leader di Tel Aviv e Ramallah. In visita ufficiale in Israele e nei territori palestinesi, il presidente Basescu ha detto sia al collega israeliano Shimon Peres che al leader palestinese Abu Mazen che la Romania appoggia senza riserbi l’iniziativa di pace del segretario di stato americano John Kerry. Basescu ha ribadito che la pace è impossibile in mancanza di garanzie per la sicurezza d’Israele e che i palestinesi hanno il diritto al proprio stato. Il capo dello stato ha spiegato di essere interessato all’ultimazione dei negoziati di pace anche perchè, sia in Israele che nei territori palestinesi, vivono moltissimi cittadini romeni, per la cui sorte Bucarest si considera direttamente responsabile. In Israele, il capo dello stato ha incontrato anche gli ebrei originari di Romania.



Nel 2014 ricorre il 155esimo anniversario dell’Unione dei Principati romena della Valacchia e della Moldavia. Il 24 gennaio del 1859, Alexandru Ioan Cuza — eletto principe della Moldavia — è stato votato, all’unanimità, anche dall’Assemblea Elettiva di Bucarest come principe della Valacchia. Tramite le riforme radicali imposte, il regno di Cuza (1859-1866) ha gettato le basi della Romania moderna. Nel 1918, il processo di costituzione dello stato nazionale romeno si è concluso con l’Unificazione con la Romania delle province storiche a maggioranza romena, che fino allora erano state sotto il dominio degli imperi multinazionali confinanti.

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