La settimana 18 – 24.10.2015
Gli esperti del FMI, a Bucarest / Il capo della diplomazia romena, in visita in Palestina e Israele / La legge sul voto per corrispondenza, al dibattito del Parlamento di Bucarest / Lex presidente Ion Iliescu e altri ex dignitari, sotto inchiesta penale
Mihai Pelin, 23.10.2015, 18:39
Una delegazione del FMI ha avuto a Bucarest incontri al vertice con le autorità romene. Il Fondo stima un deficit di bilancio del 3% del PIL nel 2016 e uno superiore a questo livello nel 2017 a causa degli ampi tagli di tasse e imposte e degli aumenti salariali annunciati. La raccomandazione dell’istituzione finanziaria internazionale relativa al deficit per l’anno prossimo è che esso sia limitato all’1,5%. Dopo l’incontro con il presidente Klaus Iohannis, i rappresentanti del Fondo hanno espresso i loro riserbi in merito all’approvazione di un nuovo accordo. Di fronte ai senatori e ai deputati delle commissioni per il budget, loro hanno presentato le conclusioni dei colloqui con i rappresentanti del governo. Le uniche obiezioni della missione del FMI riguardano le riforme strutturali e un eventuale superamento del deficit di bilancio. Il premier Victor Ponta ha sottolineato che la Romania rispetterà il deficit approvato dal Parlamento, dell’1,86%. L’ultimo accordo con il Fondo, scaduto nel 2015, è ammontato a due miliardi di euro, però le autorità di Bucarest non hanno utilizzati i fondi.
Il ministro degli Esteri, Bogdan Aurescu, ha fatto lunedì e martedì una visita ufficiale in Israele e Palestina. Lunedì, Aurescu è stato accolto a Ramallah dal presidente palestinese Mahmoud Abbas. Loro hanno discusso della situazione attuale nel Medio Oriente e delle prospettive di ripresa dei negoziati di pace tra i palestinesi e Israele. A Gerusalemme, il capo della diplomazia romena ha svolto colloqui con il premier e ministro degli Esteri israeliano, Benjamin Netanyahu. Aurescu ha sottolineato l’importanza della ricostruzione della fiducia, come premessa necessaria per la ripresa dei negoziati diretti di pace tra Israele e la parte palestinese ed ha ribadito l’appello alla distesa della situazione. I due esponenti hanno riconfermato l’esistenza dei rapporti bilaterali privilegiati, ed hanno parlato dello sviluppo della cooperazione in vari settori, come quello militare e quello della sicurezza cibernetica. Bogdan Aurescu si è incontrato anche con membri della comunità degli israeliani originari di Romania.
Il disegno di legge sul voto per corrispondenza è al dibattito della Camera dei Deputati di Bucarest alla quale spetta la decisione in merito. La proposta legislativa è stata adottata a larga maggioranza dal Senato, e sia i socialdemocratici, che dominano il Governo di coalizione, che il PNL, il più importante partito all’opposizione, sostengono il progetto. Questa modalità di voto sarà utilizzata alle elezioni politiche, presidenziali ed europee solo dai romeni con domicilio o residenza all’estero. Qualche mese prima di ciascuno scrutinio, gli elettori devono iscriversi al Registro Elettorale. Secondo il documento, elaborato dall’Ente Elettorale Permanente, viene creato un ufficio elettorale per il voto per corrispondenza per ogni 10.000 elettori. A causa delle carenze organizzative, quasi un anno fa’, alle presidenziali del novembre 2014, migliaia di romeni della diaspora hanno aspettato per ore ai seggi elettorali all’estero, senza riuscire a votare.
L’ex presidente Ion Iliescu è sotto inchiesta penale per reati contro l’umanità nel dossier sulla cosiddetta marcia dei minatori del 13-15 giugno 1990, che ha posto fine ad un’ampia manifestazione contro il potere di sinistra insediato dopo il crollo della dittatura comunista. Nello stesso dossier, tra gli altri dignitari dell’epoca, sono nel mirino l’ex capo del Servizio Romeno di Informazioni, Virgil Măgureanu, l’ex premier Petre Roman, ma anche gli ex ministri Victor Athanasie Stănculescu e Gelu Voican Voiculescu. Sullo sfondo di alcuni incidenti violenti nella Capitale, che l’esercito era già riuscito a reprimere, Iliescu ha invocato il tentativo di golpe dell’estrema destra ed ha chiesto alla popolazione di difendere le istituzioni democratiche. E’ seguito l’arrivo dei minatori della Valle del Jiu (centro) a Bucarest, che hanno attaccato l’Università, le sedi dei partiti dell’opposizione e le redazioni di alcuni giornali indipendenti, che si è concluso con quattro decessi registrati ufficialmente, centinaia di feriti e più di mille persone arrestate abusivamente. L’anno scorso, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso una decisione che impone alla Romania di continuare le investigazioni nel fascicolo sulla Marcia dei minatori del giugno 1990.
Il Governo romeno ha adottato la seconda rettifica di bilancio per quest’anno. Secondo il progetto del Ministero delle Finanze, gli incassi e le spese aumenteranno ciascuno di circa 2,6 miliardi di lei, mentre il deficit resterà dell’1,85% del PIL. Il ministero dell’Agricoltura riceverà la maggiore somma, di circa di 770 milioni di lei. Inoltre, aumenterà il budget del Fondo nazionale unico delle assicurazioni sociali di salute affinché si possano sostenere gli aumenti salariali approvati dal 1 ottobre. Soldi in più riceveranno anche i Ministeri dello Sviluppo Regionale e della Pubblica Amministrazione, dei Fondi Europei, dell’Educazione e del Lavoro. Il ministero dei Trasporti perderà 1,61 miliardi di lei, ma saranno stanziati soldi in più alla Compagnia Nazionale delle Ferrovie e alla Compagnia Metrorex. I liberali criticano il fatto che, tramite la rettifica di bilancio, si tagliano nuovamente fondi destinati all’infrastruttura stradale.
I professori, i magistrati e i pubblici dipendenti che hanno vinto processi contro l’ex Governo di Emil Boc per il pagamento di alcuni diritti salariali riceveranno anticipatamente le somme stabilite dai tribunali. Il premier Victor Ponta ha annunciato che l’eccedente di bilancio di quest’anno permette di stanziare in avanzo i soldi, cosicché i pubblici dipendenti non devono aspettare fino al 2016 il pagamento delle differenze salariali. Nel 2010, i loro stipendi sono stati tagliati del 25% a causa della crisi. (traduzione di Gabriela Petre)