La settimana 18-24/03/2018
Inverno duro in piena primavera/La Romania ha celebrato la Giornata della Francofonia/La Camera dei Deputati di Bucarest ha votato le modifiche alle leggi sulla Giustizia, sostenute dalla maggioranza/La Romania e il passaggio alleuro
Leyla Cheamil, 23.03.2018, 17:00
Dopo un inverno mite, la Romania si confronta, a fine marzo, con un tempo molto capriccioso. All’inizio della settimana, è scattato l’allarme giallo di piogge, vento e temperature basse, valido per la metà orientale della Romania. Le temperature sono scese sotto la media climatologica di questo periodo e le piogge si sono trasformate gradualmente in nevischio e neve. La pioggia gelata ha creato uno stato di ghiaccio, soprattutto nel sud e sud-est ed ha creato disagi nei trasporti stradali, ferroviari e aerei. Problemi ci sono stati anche sull’aeroporto Otopeni – Henri Coandă di Bucarest, dove la pioggia gelata ha tenuto fermi gli aerei per più ore. Numerosi treni hanno registrato ritardi, persino di centinaia di minuti, a causa del maltempo, mentre più tratti di strade nazionali sono stati chiusi. Gli idrologi hanno emesso allerte gialle e arancioni di alluvioni, anche sul Danubio, ed hanno ammonito che la situazione diventerà ancora più complicata con l’aumento delle temperature. Verso fine settimana i meteorologi hanno emesso allerte per nevicate e bufere di neve, valide per la metà meridionale della Romania. A Bucarest e in alcune province del sud, le scuole hanno sospeso i corsi venerdì. Decine di treni sono stati cancellati. Sono scattate restrizioni, per motivi di sicurezza stradale, perché le bufere di neve hanno diminuito la visibilità, motivo per cui alcuni tratti di autostrade e strade nazionali e provinciali sono stati chiusi.
Il Governo di Bucarest ha salutato, martedì, la celebrazione della Giornata Internazionale della Francofonia, mentre il premier Viorica Dăncilă ha affermato che la Romania è riconosciuta come stato che la promuove nell’Europa Centrale ed Orientale. Lei ha sottolineato che il gruppo degli stati francofoni è stato fra le prime strutture internazionali alle quali la Romania ha aderito dopo il crollo del comunismo nel 1989. La Romania continuerà a far parte della Francofonia, essendo particolarmente legata a questi valori, hanno assicurato le autorità di Bucarest in occasione della conferenza “Il modello culturale francofono della Romania centenaria”, dedicata alla celebrazione di 25 anni di Francofonia istituzionale in Romania. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ufficio Regionale per l’Europa Centrale ed Orientale e con l’Università di Bucarest. Nel 1991, la Romania ha ottenuto lo statuto di osservatore, dal 1993 è membro a pieno titolo dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia, mentre a settembre 2006 ha ospitato un suo vertice. Nel periodo dicembre 2018 — luglio 2019, Bucarest e Parigi organizzeranno la Stagione Romania-Francia, un ampio progetto comune che punterà sulla cultura e la creazione contemporanea, ma anche su settori come l’istruzione, l’economia, lo sport o il turismo.
L’organizzazione giudiziaria, lo statuto dei magistrati e il funzionamento del CSM, modificati secondo le decisioni della Corte Costituzionale, sono passati, martedì, dal voto della Camera dei Deputati di Bucarest. La coalizione al governo PSD-ALDE ha sostenuto le modifiche, mentre l’opposizione ha votato contro, accusando un tentativo di politicizzazione dell’atto di giustizia. Una delle modifiche più importanti prevede che il presidente della Romania sia escluso dalle procedure di nomina della direzione dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia, ruolo che spetterebbe alla sezione giudici del Consiglio Superiore della Magistratura. La Camera dei Deputati è la prima Camera legislativa consultata, mentre il Senato ha ruolo decisionale. Alcune delle modifiche apportate inizialmente alle leggi sulla Giustizia hanno generato ampie proteste di piazza e critiche da parte dei magistrati.
Il Governo di Bucarest ha adottato, mercoledì, l’ordinanza d’urgenza tramite cui è stata decisa la creazione della Commissione incaricata del piano nazionale per il passaggio all’euro. Secondo l’Esecutivo, la Commissione preparerà il calendario dell’entrata della Romania nel meccanismo di sorveglianza e adozione della moneta unica europea, nonché tutte le azioni necessarie per preparare in tal senso l’economia e la società romena. Entro il 15 novembre, la Commissione presenterà, in vista all’assunzione della responsabilità politica, sia il calendario che il piano nazionale per il passaggio alla moneta unica. Nella Commissione saranno rappresentate, tra l’altro, istituzioni pubbliche governative, l’Amministrazione Presidenziale, la Banca Centrale della Romania, confederazioni padronali e sindacali, ma anche organizzazioni non-governative. La Commissione sarà coordinata da due copresidenti, il premier e il presidente dell’Accademia Romena, e da due vicepresidenti, il governatore della Banca Centrale e un vicepremier.
Lo Stato romeno e la compagnia olandese Damen hanno raggiunto un accordo sull’acquisto del cantiere navale di Mangalia (sud-est), uno dei maggiori nella regione, dall’attuale proprietario, il gruppo sud-coreano Daewoo. Il portavoce del ministro dell’Economia, Alexandru Macoveiciuc, ha dichiarato che sarà creata una società mista in cui la Damen avrà il 49% delle azioni, mentre il Ministero dell’Economia — il 51%, diventando così azionista di maggioranza. È la prima volta dopo la Rivoluzione che lo stato riprenderà il controllo su un obiettivo industriale strategico privatizzato. Damen è il maggiore costruttore di navi in Olanda e avrebbe la capacità di far arrivare nuove ordinazioni al cantiere di Mangalia. Le autorità hanno assicurato che nessuno perderà il posto di lavoro, ma i dipendenti non possono stare tranquilli, perché i loro stipendi sono diminuiti, dato che non fanno più orari straordinari e la situazione finanziaria della compagnia ha determinato la partenza di oltre 700 lavoratori. I problemi sono apparsi al Cantiere Navale di Mangalia nel 2016, quando il gruppo Daewoo ha deciso di vendere le proprie azioni, nel tentativo di ristrutturare le sue operazioni internazionali.