La settimana 18 – 24/01/2015
Sicurezza cibernetica: CC, la legge non è conforme/ Giustizia: il presidente Iohannis non è stato incompatibile/ UE: il ministro degli Esteri romeno a Bruxelles/ Corruzione: giudice CC sotto inchiesta
România Internațional, 24.01.2015, 11:00
La Corte Costituzionale di Romania ha deciso che la legge sulla sicurezza cibernetica non è conforme alla legge fondamentale. Si tratta della terza normativa del cosiddetto pacchetto Big Brother che viola le disposizioni della Costituzione. Oltre al mancato avviso del Consiglio Supremo di Difesa, la Corte ha constatato che la rispettiva legge viola più disposizioni, tra cui il libero accesso alla giustizia e il diritto a un processo equo, il diritto alla privacy, nonchè il diritto al segreto della corrispondenza. Il Presidente della CC, Augustin Zegrean, ha accusato pressioni contro la Corte e ha lanciato un appello affinchè le decisioni della CC non siano più criticate da istituzioni dello stato o dai politici.
L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha respinto il ricorso inoltrato dall’Agenzia Nazionale di Integrità, e ha deciso che l’attuale presidente della Romania, Klaus Iohannis, non si è trovato in stato di incompatibilità mentre ricopriva la carica di sindaco di Sibiu. Nel 2013, l’ANI aveva dichiarato Iohannis incompatibile in quanto — diceva l’Agenzia — questi avrebbe ricoperto simultaneamente la carica di sindaco e quella di rappresentante della municipalità nell’Assemblea Generale degli Azionisti di Risorse Idriche, Fognature e Mercati. Dopo che un tribunale locale aveva pronunciato una sentenza favorevole a Iohannis, l’ANI ha inoltrato ricorso. La decisione dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia è definitiva.
Il capo della diplomazia di Bucarest, Bogdan Aurescu, ha partecipato a Bruxelles alla riuniune del Consiglio Affari Esteri, dominato dalla minaccia terroristica in Europa, in seguito ai recenti attentati di Parigi. Aurescu ha dichiarato che vanno combattute le cause del terrorismo a livello europeo tramite la soluzione dei problemi di integrazione della comunità musulmana. “E’ necessario ideare programmi e iniziative alternative che tengano presenti proprio questi problemi attinenti all’integrazione economica, sociale, culturale delle comunità vulnerabili alla radicalizzazioone e al reclutamento nell’ambito di iniziative terroristiche”, ha detto il ministro romeno. D’altra parte, Bogdan Aurescu ha sottolineato la necessità di un approccio strategico dell’UE nel rapporto con la Russia, pronunciandosi per il mantenimento del regime di sanzioni contro Mosca. Aurescu ha sottolineato l’impatto delle azioni della Russia in Ucraina sulla situazione di sicurezza nella regione e l’importanza di uno stretto coordinamento con la NATO e gli USA in questo contesto.
In prima in Romania, un giudice della Corte Costituzionale, Toni Grebla, è sotto inchiesta penale per concussione, associazione a delinquere e operazioni finanziarie come atti di commercio, incompatibili con l’incarico, per ottenere soldi o vantaggi indebiti. Nel fascicolo è stata avviata l’inchiesta penale contro altre sette persone, tra cui i deputati socialdemocratici (al governo) Iulian Iancu e Lucian Şova. D’altra parte, l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha accolto favorevolmente la sollecitazione della Direzione Nazionale Anticorruzione sulla custodia cautelare per 30 giorni nei confronti dell’ex ministro dell’Interno liberale Cristian David, accusato di aver intascato tangenti. David è sospettato che, nel 2007 e 2008, avrebbe ricevuto 500.000 euro per per intervenire presso un presidente di Consiglio provinciale, al fine di emettere un titolo di proprietà per un terreno di 15 ettari. In un altro noto fascicolo che interessa le restituzioni illegali, sono state rinviate a giudizio 17 persone, tra cui l’ex deputato socialdemocratico Viorel Hrebenciuc, suo figlio Andrei, l’ex deputato PSD Ioan Adam e l’ex ministro della giustizia, il liberale Tudor Chiuariu, ma anche magistrati. I 17 sono accusati che nel 2013 avrebbero costituito un gruppo delinquenziale che mirava alla restituzione illegale di oltre 43.000 ettari di foreste. Il pregiudizio arrecato allo stato supera i 300 milioni di euro.
Il Governo, il Parlamento, la Banca Centrale, le banche commerciali e i romeni che hanno preso dei mutui in franchi svizzeri stanno cercando delle soluzioni alla crisi provocata dall’apprezzamento record di questa moneta. Oltre 75.000 romeni che hanno preso dei crediti in franchi hanno constatato che le rate da rimborsare sono del 20% più alte rispetto alla scorsa settimana. L’apprezzamento del franco svizzero è continuato anche questa settimana, e giovedì ha superato, per la prima volta, la moneta europea. Il premier Victor Ponta ha dichiarato che, per prevenire simili crisi, serve una migliore informazione delle banche ai potenziali clienti, condizioni legislative chiare per la conversione dei mutui in lei o euro, e di misure affinchè le banche supportassero una parte delle eventuali perdite. Per appoggiare i debitori, il Parlamento intende adottare quanto prima un disegno di legge relativo al fallimento personale. La Commissione bilancio-finanze della Camera ha esaminato la possibilità di estendere anche ai debitori in franchi svizzeri i provvedimenti di un decreto governativo adottato lo scorso anno che concede sgravi fiscali alla ristrutturazione dei mutui per le persone con redditi inferiori 450 euro.