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La settimana 17-23/03/2014

Crimea: reazioni di Bucarest all'annessione da Mosca/Moldova: Bucarest sostiene adesione europea di Chisinau/Schengen: via libera a rapporto MCV su giustizia romena/Giustizia: aperti nuovi fascicoli per corruzione al vertice

La settimana 17-23/03/2014
La settimana 17-23/03/2014

, 21.03.2014, 15:20

In una situazione del tutto eccezionale, come l’invasione della Crimea da parte della Russia, la classe politica di Bucarest ha reagito con una rarissima solidarietà. Il presidente Traian Băsescu ha criticato l’amputazione di una parte del territorio dell’Ucraina confinante, accusando l’omologo russo, Vladimir Putin, di ridisegnare confini in Europa, nel tentativo di ricostruire il puzzle dell’ex Unione Sovietica. Anche il premier romeno Victor Ponta, ha auspicato che l’Occidente risponda in maniera adeguata all’intervento militare, nel contesto in cui, a suo avviso, c’è il rischio che la Russia non si accontenti solo dell’annessione della Crimea. Da parte sua, il ministero degli Esteri di Bucarest afferma che l’annessione della Crimea potrebbe minare gli sforzi durati per decenni di stabilire la pace sull’intero continente. Inoltre, la diplomazia romena ha ribadito che l’annessione della regione secessionista Crimea è un atto illegittimo che trasgredisce l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Anche l’Opposizione di Bucarest, sebbene non abbia a disposizione gli strumenti necessari per prendere decisioni, ha espresso il proprio punto di vista. I principali partiti all’opposizione, i liberali e i democratico-liberali, sono del parere che la Romania debba coordinare le sue azioni con gli alleati nell’UE e nella NATO. Al vertice dei leader europei, al quale la Romania è stata rappresentata dal presidente Traian Băsescu, l’UE ha aggiunto nuovi nomi alla lista di esponenti russi nei confronti dei quali ha imposto sanzioni.



Il contesto regionale complesso ha determinato i presidenti romeno e moldavo, Traian Băsescu e Nicolae Timofti, ad avere un incontro non solo necessario, bensi obbligatorio. A Iaşi (nord-est della Romania), Traian Băsescu si è detto deluso che la Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona), sebbene abbia siglato lo scorso novembre gli Accordi di Associazione e Libero Scambio con l’UE, non abbia una scadenza fissata entro la quale, a seconda dell’andamento delle riforme a Chişinău, possa diventare membro UE. Il capo dello stato romeno ha aggiunto che la prospettiva ferma di adesione della Moldova e della Georgia — che si trova in una situazione simile — deve essere una priorità assoluta nell’agenda dell’UE. Durante l’incontro, il presidente moldavo ha espresso il timore che l’annessione della Crimea non abbia posto fine alle ambizioni espansionistiche di Mosca, che potrebbe pretendere la stessa cosa per quanto riguarda la Transnistria, regione separatista pro-russa sita sul territorio della Moldova. Con il precedente della Crimea, Chişinău ha bisogno delle garanzie di sicurezza che potrebbe avere da membro UE, ha lasciato intendere il presidente Timofti. Negli ultimi anni, dopo arrivo al governo nell’ex repubblica sovietica di una coalizione pro-europea, la Romania è diventata una specie di copilota della Moldova nel suo iter europeo, segnato qua e là da difficoltà create dalla Russia direttamente o dal suo rappresentante nel territorio, come viene chiamato da alcuni analisti il Partito Comunista della Moldova.



L’ultimo rapporto stilato nellambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica (MCV), tramite cui la Commissione Europea sta monitorando i progressi nella giustizia in Romania e Bulgaria, è stato approvato questa settimana dal Consiglio Affari Generali (CAGRE), riunitosi a Bruxelles. Il Consiglio ha salutato alcune conclusioni menzionate nel rapporto di gennaio, tra cui i bilanci positivi di alcune istituzioni giudiziarie-chiave, come la Direzione Nazionale Anticorruzione (DNA) e l’Agenzia Nazionale per lIntegrità (ANI). La posizione del Consiglio è rilevante per la Romania, tenuto conto che la sua adesione a Schengen continua ad essere condizionata dall’andamento positivo della giustizia. Tuttavia, la Romania, che afferma di aver adempito a tutti i requisiti tecnici per aderire a Schengen, lamenta la connessione, che non ritiene normale, tra l’ingresso nello spazio di libera circolazione europeo e il Meccanismo di Cooperazione e Verifica.



Le inchieste, gli arresti, i processi e le sentenze, di cui alcune con esecuzione, nei confronti di esponenti nazionali o locali, sono continuati questa settimana in Romania. Il presidente della Camera di Commercio ed Industria della Romania, Mihail Vlasov, è stato messo in custodia cautelare con l’accusa di concussione. Stando ai procuratori della Direzione Nazionale Anticorruzione, Vlasov è stato colto in flagrante mentre riceveva tangenti di 200 mila euro per intervenire in un litigio presso la Corte di Arbitrato. La somma sarebbe stata una prima tranche di un milione di euro, preteso alla persona che lha denunciato, per ottenere una decisione favorevole nei suoi confronti in un processo alla Corte di Arbitrato, dove sua figlia è primo vicepresidente. Anche il presidente del Consiglio Provinciale di Costanza (sud-est), Nicuşor Constantinescu, è indagato sempre dalla Direzione Nazionale Anticorruzione, per circa 20 reati di abuso d’ufficio.




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