La settimana 15-21.11.2015
Le priorità del nuovo Governo di Bucarest/Il PSD al momento del bilancio/Voto per corrispondenza per i romeni allestero/La Romania e la lotta antiterroristica/Colectiv – bilancio aggravato
Roxana Vasile, 20.11.2015, 19:08
Il nuovo Governo di Bucarest presieduto da Dacian Cioloş ha iniziato la sua attività, dopo essere stato votato a larga maggioranza dal Parlamento. A breve e medio termine, l’Esecutivo dovrebbe elaborare la bozza della finanziaria per il 2016, organizzare le politiche e le amministrative dell’anno prossimo, delineare il piano di investimenti per i prossimi 10 anni, ma anche avviare riforme nell’istruzione e nella sanità. Altri obiettivi sono il consolidamento del ruolo della Romania nell’UE e nella NATO, il rafforzamento del partenariato strategico con gli USA e il sostegno alle aspirazioni di integrazione europea della Moldova confinante, a maggioranza romenofona. Le aspettative dei romeni dal nuovo governo Cioloş, formato da esperti con esperienza nel settore privato e nelle istituzioni europee, sono molto grandi. Le ha espresse in poche parole il presidente Klaus Iohannis:
Avete la chance di dimostrare come si può governare bene la Romania in un anno molto complicato, in cui le attese della società e del popolo sono molto grandi. Dovete essere consapevoli che anche i politici hanno aspettative. Sono convinto che tutti si augurano che le cose vadano il meglio possibile e per questo abbiamo bisogno di un Governo efficace.”
Arriva un governo, se ne vanno altri! Per i quattro governi successivi, presieduti per quasi 4 anni, dal socialdemocratico Victor Ponta, lunedì è stato il momento del bilancio. Il punto della situazione l’ha fatto Liviu Dragnea, l’attuale leader del partito socialdemocratico, il principale partito del precedente arco governativo. I Gabinetti Ponta — ha detto Dragnea — hanno trovato nel 2012 un’economia che cominciava a superare gli anni della crisi e sono riusciti a consolidare la crescita economica al 3,8%, una delle maggiori nell’UE. Attualmente il deficit di bilancio è dell’1,5% del PIL, rispetto a quello registrato nel 2011, del 5,4%. Liviu Dragnea ha elencato anche altri successi dei governi Ponta:
“La Romania ha preso meno prestiti esterni e interni, perché l’economia ha funzionato bene. Il PIL è aumentato da 133 miliardi di euro a 158 miliardi di euro nel 2015. In tal modo, il Governo Ponta è riuscito a disporre dei fondi necessari per fare due cose fondamentali: aumentare il potere d’acquisto della maggior parte dei romeni, grazie all’aumento dei redditi e alla diminuzione delle tasse, e incoraggiare l’ambiente d’affari tramite misure corrette inserite nel Codice Fiscale.”
Ci sono però anche molte persone che rimproverano a Victor Ponta, tra l’altro, un rapporto sempre conflittuale, a sfavore del Paese, con l’ex presidente Traian Băsescu, presunti atti di corruzione e la perdita, nel 2014, della corsa per la presidenza della Romania.
Dopo che la Corte Costituzionale della Romania ha deciso, all’unanimità, che la legge sul voto per corrispondenza è conforme alla Legge fondamentale del Paese, il presidente Klaus Iohannis l’ha promulgata giovedì. Il documento prevede che l’elettore con domicilio o residenza all’estero che desidera votare per corrispondenza debba iscriversi nel Registro Elettorale in base ad una domanda presentata di persona o inoltrata via posta alla missione diplomatica o all’ufficio consolare dello stato in cui è residente. L’iscrizione non può avvenire però online. L’alternativa offerta dal voto per corrispondenza ha lo scopo di rimediare le carenze organizzative che, a novembre 2014, hanno impedito migliaia di romeni di votare alle elezioni presidenziali. In una prima tappa, la legge verrà applicata alle politiche dell’anno prossimo e se si dimostrerà efficace, potrebbe essere estesa anche alle presidenziali e alle europee.
Il terrorismo funziona solo se desta paura. Lo ha affermato il presidente Klaus Iohannis, dopo la strage avvenuta alla fine della scorsa settimana a Parigi, in cui sono morti anche due romeni.
“Se la paura penetra nelle società dei nostri Paesi, allora i terroristi raggiungono il loro vero obiettivo e non possiamo permettere una cosa del genere. Non dobbiamo lasciare la xenofobia, l’ultranazionalismo, lo sciovinismo diventare importanti nelle nostre società. Non è permesso lasciare che questa paura porti alla stigmatizzazione di collettività religiose che non hanno alcuna colpa in tutto questo.” – ha affermato il presidente romeno Klaus Iohannis.
Alleata della Francia nella NATO e partner nell’UE, francofona e filo-francese, la Romania si è affiancata alle misure adottate dalla comunità internazionale per cercare di prevenire altri orrori simili a quelli successi a Parigi. Stando al presidente Iohannis, per rispetto nei confronti delle minoranze etniche e religiose, la popolazione musulmana della Romania non sarà oggetto di misure speciali. La maggior parte degli etnici tartari e turchi, che vivono nel sud-est della Romania, cioè i circa 70 mila musulmani della Romania sono un modello di integrazione e di lealtà nei confronti dello stato romeno.
A tre settimane dall’incendio scoppiato nel club Colectiv” di Bucarest, il numero dei morti continua ad aumentare, avvicinandosi a 60. Degli oltre 40 feriti ancora ricoverati negli ospedali della Capitale, più di 10 sono in condizioni critiche e gravi. 30 sono curati all’estero. La tragedia è avvenuta durante un concerto rock al quale partecipavano centinaia di persone. L’incendio scoppiato in seguito ad uno spettacolo pirotecnico ha provocato ustioni a moltissime persone, ma il numero alto dei decessi è dovuto all’inalazione di un mix di sostanze tossiche. (traduzione di Gabriela Petre)