La settimana 15 – 20/11/2021
Negoziati politici a Bucarest/ Un leggero sollievo per il sistema sanitario romeno/ Il basso tasso vaccinale in Romania preoccupa lEuropa/ Una nuova visita a Bruxelles
Daniela Budu, 20.11.2021, 07:00
Negoziati politici a Bucarest
A quasi due settimane dall’avvio dei negoziati tra PNL-PSD-UDMR, a Bucarest è stato annunciato che, giovedì, la Romania avrà un governo investito. I tre partiti politici hanno proseguito anche questa settimana i colloqui sul programma di governo e hanno sbloccato i negoziati. Dopo che i socialdemocratici hanno escluso che il presidente del PNL, Florin Cîţu, sia designato per un altro mandato di primo-ministro, i liberali hanno deciso che l’attuale ministro della Difesa ad interim, Nicolae Ciucă, sia proposto di nuovo come premier. Il PSD aveva proposto il leader del partito, Marcel Ciolacu, il quale ha affermato però che non è stato ancora stabilito chi sarà il primo capo dell’esecutivo nella rotazione dei premier, però il primo partito che darà il premier cederà all’altro partito la carica di ministro delle Finanze. Quando il programma di governo sarà pronto, PNL, PSD e UDMR potranno discutere anche della struttura e dei membri del nuovo esecutivo. L’attuale crisi politica a Bucarest è iniziata dopo che Florin Cîţu, al momento premier ad interim, è stato destituito, lo scorso mese, in seguito alla mozione di sfiducia inoltrata dagli attuali partner di negoziato e votata da USR e AUR. Due successivi tentativi di formare un nuovo governo di minoranza sono falliti.
Un leggero sollievo per il sistema sanitario romeno
Mentre in altri Paesi europei si registrano numeri record di contagi dal nuovo coronavirus e l’Europa sembra cominci a confrontarsi con una nuova ondata della pandemia, in Romania, sia i nuovi casi di Covid, che i decessi causati dalle complicanze del virus sono diminuiti anche questa settimana. Il numero dei contagi ammonta a qualche migliaio, mentre i decessi sono di alcune centinaia. Di conseguenza, è calato il numero dei malati ricoverati in ospedale e di quelli in condizioni gravi. Adesso ci sono posti disponibili nelle terapie intensive, mentre nel periodo di picco della quarta ondata non ce n’era alcuno. Giovedì, l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica ha annunciato che oltre l’89% delle persone che hanno perso la vita a causa del Covid-19 in Romania nell’ultima settimana non erano vaccinate. Dopo le ripetute esortazioni delle autorità, la Romania ha superato, con grande fatica, a quasi 11 mesi dall’avvio della campagna vaccinale anti-Covid, la soglia di 7 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Molto di meno rispetto alla media degli stati UE e rispetto all’obiettivo delle autorità di avere dieci milioni di romeni vaccinati entro il 10 settembre scorso. La campagna vaccinale si è rianimata in queste ultime settimane ed è continuata sullo stesso trend anche nei giorni scorsi quando si è avvicinata a 100 mila inoculazioni al giorno. Molti affermano che la paura di ammalarsi, ma anche l’impossibilità di andare nei grandi centri commerciali e ai ristoranti, dove l’accesso è permesso solo in base al certificato verde, abbia determinato molti romeni a recarsi ai centri vaccinali. Un contributo alla dinamizzazione della campagna l’ha avuto anche l’inoltro al Parlamento di una legge sull’uso del green pass al lavoro sul modello di altri stati europei che lo hanno già imposto ad alcune categorie di dipendenti, oppure addirittura a tutti. A Bucarest, il ddl è intensamente discusso dai partiti politici. Sebbene bocciato dal Senato, la Camera dei Deputati ha potere decisionale, perciò, se sarà votato durante le sue riunioni la prossima settimana, perché è già all’ordine del giorno, seguirà la sua promulgazione e la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Successivamente, l’atto normativo entrerebbe in vigore. Intanto si cerca di fare luce sulle vaccinazioni fittizie. Più persone, infermiere e operatori, fermate dalla Direzione Nazionale Anticorruzione nel caso del rilascio di migliaia di certificati di vaccinazione falsi in cambio a qualche centinaio di euro, sono state messe in custodia cautelare.
Il basso tasso vaccinale in Romania preoccupa l’Europa
Presente giovedì a Bucarest per colloqui con il presidente e le autorità sanitarie, il commissario europeo per il mercato interno, Thierry Breton, ha esortato la Romania ad introdurre il certificato verde, che molti stati usano già e ha fatto appello alla solidarietà europea per il contrasto della pandemia da COVID-19. Con il capo dello stato, Klaus Iohannis, il commissario ha discusso, principalmente, del processo di vaccinazione contro il COVID-19. Il presidente ha ammesso che la Romania deve continuare in modo accelerato la campagna vaccinale. Dal canto suo, Thierry Breton ha dato assicurazioni che continueranno gli sforzi a livello dell’UE al fine di contrastare la pandemia ed ha sostenuto la necessità di un uso adeguato da parte degli stati membri degli strumenti e dei meccanismi creati nell’ambito dell’Unione. Secondo lui, c’è bisogno di “coraggio politico” per applicare il green pass. È importante che sia votata la certificazione verde. Sì, è importante che sia utilizzata, perché sappiamo che con la vaccinazione e il green pass abbiamo la chiave per garantire la nostra sopravvivenza e possiamo essere parte di ciò che è importante per tutti — la comunità europea”, ha affermato Breton. Il commissario ha discusso anche con le autorità sanitarie di Bucarest della situazione preoccupante generata dal Covid-19, affermando che il basso tasso vaccinale mette in pericolo la salute dei romeni ed è “un ostacolo alla piena ripresa della Romania e dell’Unione Europea nel suo insieme”.
Una nuova visita a Bruxelles
Il capo della diplomazia romena, Bogdan Aurescu, ha partecipato, all’inizio di questa settimana, a Bruxelles, alla Riunione ministeriale del Partenariato Orientale, accanto ai suoi omologhi degli stati membri dell’Unione e degli stati partner: Armenia, Azerbaigian, Georgia, Repubblica di Moldova e Ucraina. Durante i colloqui, il ministro ha sottolineato l’intensificazione dell’impegno comune per un partenariato ambizioso che rifletta la necessità di ripresa, di consolidamento della resilienza e di approfondimento delle riforme nella regione. Bogdan Aurescu ha precisato che è importante riconoscere e appoggiare le aspirazioni europee e le iniziative in vista dell’integrazione degli stati associati. Secondo il MAE, il ministro romeno ha sostenuto la necessità di individuare opzioni concrete per intensificare la cooperazione nei settori trasporti, energia, economia verde, ambiente, commercio e investimenti.