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La settimana 14 – 19/12/2020

Romania, prorogato lo stato di allerta/ Intensi negoziati per la formazione di un nuovo governo di Bucarest/ La CCR e le pensioni speciali/ Timișoara – 31 anni

La settimana 14 – 19/12/2020
La settimana 14 – 19/12/2020

, 19.12.2020, 07:00

Romania, prorogato lo stato di allerta


Dal 14 dicembre, lo stato di allerta è stato prorogato di altri 30 giorni in Romania. Anche se il numero di contagi dal nuovo coronavirus continua a diminuire, i reparti di terapia intensiva sono pieni e il numero dei decessi si mantiene elevato. Da più settimane, la Capitale si piazza al primo posto nel Paese dal punto di vista dell’incidenza dei contagi, ma le autorità non pensano sia necessario imporre la quarantena a Bucarest. Il prefetto dalla Capitale, Traian Berbeceanu: “In questo momento pensiamo che non sia necessario prendere ulteriori misure, perché secondo noi è inutile stabilire sulla carta tante misure, se non viene seguita anche la loro applicazione. È nostra convinzione che, osservando le norme vigenti in questo momento, sia possibile contenere la pandemia”. Quasi la maggior parte delle località della provincia di Ilfov, nei pressi di Bucarest, è in quarantena e le autorità locali annunciano che si registra un leggero calo dei contagi. Anche nel resto del Paese, più località sono state o sono ancora in quarantena. A livello locale, un terzo delle province romene si trova in zone rose, con un’incidenza elevata dei contagi, la metà hanno fra 1,5 e 3 casi su mille abitanti, mentre le altre sono in zone verdi con meno di 1,5 contagi su mille. Nella speranza di poter fermare la pandemia e di riprendere la vita di prima, la Romania, come gli altri stati del mondo, si sta preparando per ricevere il vaccino anti-Covid, che dovrebbe arrivare alla fine del mese, come in tutti gli stati dell’UE, fatto confermato anche dalla Commissione Europea. È in piena organizzazione anche l’allestimento dei centri di vaccinazione dove, per l’inizio, sarà immunizzato il personale medico. Le autorità sanitarie affermano nuovamente che il virus non potrà essere sconfitto in assenza di una vaccinazione di massa della popolazione. In Romania, l’immunizzazione sarà avviata probabilmente nella primavera dell’anno prossimo, sarà gratuita e volontaria.



Intensi negoziati per la formazione di un nuovo governo di Bucarest


Dopo il primo round di consultazioni con i partiti che faranno parte del nuovo Legislativo, al fine di designare il candidato alla carica di primo ministro, il presidente Klaus Iohannis ha annunciato, all’inizio della settimana, che il 21 dicembre convocherà il nuovo Parlamento. Secondo i risultati annunciati dall’Ufficio Elettorale Centrale, il futuro Parlamento sarà formato da rappresentanti del PSD, PNL, USR-PLUS, AUR, UDMR e delle minoranze nazionali. I risultati delle elezioni politiche hanno reso però difficile la designazione di un premier e l’insediamento di un nuovo Governo a Bucarest. Il PSD, che si è aggiudicato il maggior numero di voti alle politiche del 6 dicembre scorso, ha mantenuto il parere che la soluzione corretta nel contesto dell’attuale pandemia sia un governo di unione nazionale presieduto dal professore e medico Alexandru Rafila, di cui facciano parte tutte le forze politiche entrate nel Parlamento. Dal canto loro, il PNL, l’Alleanza USR-PLUS e l’UDMR, che si sono piazzati rispettivamente al secondo, terzo e quinto posto nelle opzioni dell’elettorato, hanno svolto questa settimana intensi negoziati per la creazione di una maggioranza parlamentare e la formazione di un Governo.



La CCR e le pensioni speciali


La Corte Costituzionale della Romania ha deciso che la legge che prevedeva la tassazione dell’85% delle pensioni speciali che superano 7.000 lei (poco più di 1.400 euro) è contraria alla legge fondamentale nel suo insieme. La decisione è stata presa all’unanimità, dopo quattro rinvii. Inizialmente, le pensioni speciali erano state concesse ai dipendenti della magistratura e delle strutture di forza, e successivamente ne hanno beneficiato anche i parlamentari, i diplomatici e il personale aeronautico. A differenza della maggior parte delle pensioni in Romania, che sono relativamente basse, aggirandosi sui 300 euro, quelle speciali non sono basate solo sul principio contributivo e arrivano addirittura a migliaia di euro. I soldi per il loro pagamento provengono dal budget della previdenza sociale e dalle casse dello stato. Perciò, lo scorso giugno, il Parlamento ha adottato un atto normativo tramite cui le pensioni speciali non venivano eliminate, ma solo emendate quantitativamente. Però subito dopo, il Difensore Civico e l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia hanno contestato la legge sostenendo che trasgredisce, tra l’altro, il principio dell’equità fiscale. In segno di protesta contro la decisione della CCR, i parlamentari dell’USR hanno dato le dimissioni tutti insieme nell’ultima seduta plenaria della Camera dei Deputati dell’attuale legislatura, per non beneficiare della pensione speciale. Un gesto simile hanno fatto anche alcuni rappresentanti del PSD.



Timișoara — 31 anni


Giovedì è stato giorno di lutto a Timișoara, alla memoria dei primi romeni che hanno perso la vita durante la Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989. Gli avvenimenti in questa città dell’ovest della Romania hanno rappresentato la scintilla che ha portato, qualche giorno dopo, al crollo del regime dittatoriale di Nicolae Ceaușescu, in seguito alla più sanguinosa Rivoluzione del sud-est europeo. A causa della pandemia, le manifestazioni organizzate a Timişoara sono state più ristrette rispetto a quelle organizzate in passato. Vi hanno partecipato, però, alcuni rivoluzionari, eredi degli eroi martiri, rappresentanti delle autorità locali e centrali. Il premier ad interim Nicolae Ciucă, ministro della Difesa, ha trasmesso un messaggio in occasione del 31/mo anniversario dell’inizio della Rivoluzione romena, in cui ha sottolineato la necessità di “fare luce” sugli avvenimenti del Dicembre 1989. Egli ritiene che, per gli errori e gli abusi commessi allora da alcuni dei dipendenti del Ministero della Difesa, sia un dovere morale chiedere perdono alle famiglie che hanno perso i loro cari. Il 17 dicembre 1989, è stato aperto il fuoco sugli abitanti di Timişoara che erano scesi in piazza scandendo “Libertà!” e “Abbasso Ceauşescu!”: quasi 100 persone hanno perso allora la vita e circa 350 sono rimaste ferite.

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