La settimana 13 – 18/07/2020
In Romania è stato prorogato lo stato di allerta/ Situazione epidemiologica e restrizioni per i romeni doltre confine/ Liniziativa cittadina Senza corrotti nelle cariche pubbliche/ Decisione della DIICOT nel fascicolo sulla protesta della diaspora
Corina Cristea, 18.07.2020, 07:00
In Romania è stato prorogato lo stato di allerta
Sullo sfondo dell’aumento del numero di contagi da COVID-19, in Romania è stato prorogato lo stato di allerta, a cominciare dal 17 luglio, per altri 30 giorni. Non si può parlare di nuove misure di allentamento delle restrizioni, hanno annunciato le autorità, però non saranno introdotte nuove restrizioni. Sono rimasti in vigore l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi pubblici chiusi, in quelli commerciali, sui mezzi di trasporto pubblico e sul posto di lavoro e il mantenimento della distanza fisica. Sono vietate le proteste e le dimostrazioni all’aperto. All’interno delle località è vietata la circolazione in gruppi di oltre 6 persone che non appartengono alla stessa famiglia. Agli eventi privati all’interno non possono partecipare più di 20 persone, mentre a quelli privati all’aperto — non più di 50. Sono chiusi i ristoranti, tranne quelli all’aperto. Sono aperti anche i negozi nei grandi centri commerciali, però restano chiusi i cinema e gli spazi giochi per bambini. All’interno delle chiese si svolgono messe, però è d’obbligo indossare la mascherina e osservare la distanza fisica da altre persone. Non in ultimo, continuano ad essere sospesi alcuni voli, mentre alcuni valichi di confine restano chiusi. In questo contesto ancora restrittivo, prima di partecipare al Consiglio Europeo di Bruxelles — vertice al quale sarà elaborato un bilancio dell’UE per i prossimi sette anni ma anche uno volto a controbilanciare gli effetti della pandemia di COVID-19 in campo economico — il presidente Klaus Iohannis ha dato assicurazioni che a Bucarest continueranno le misure atte a portare al rinvigorimento economico. Giovedì, più progetti del genere sono stati approvati dall’Esecutivo. Si tratta, tra l’altro, della concessione di fondi per la digitalizzazione e per la formazione del personale, di cui possono beneficiare le grandi compagnie e le PMI. Anche i giovani dovrebbero ricevere sostegno per affari innovativi, mentre alla creazione di imprese nel settore rurale sono stati stanziati 200 milioni di euro. Un altro atto normativo adottato prevede la concessione di fondi a sostegno di nuove idee d’affari proposte da studenti.
Situazione epidemiologica e restrizioni per i romeni d’oltre confine
Con centinaia di contagi da COVID-19 accertati ogni giorno, la Romania si trova, dal punto di vista epidemiologico, in una situazione più complicata che mai dall’inizio dell’epidemia sul suo territorio. Il numero dei contagi è iniziato ad aumentare dopo la rimozione parziale delle restrizioni, qualche settimana fa. Questa situazione è determinata anche dalla mancata osservanza in totalità e da parte di tutti i cittadini delle misure di sicurezza sanitaria. In più, la Corte Costituzionale ha deciso che l’isolamento fiduciario, la quarantena e il ricovero ospedaliero non si possono imporre solo in base ad un decreto ministeriale, come accaduto fino a poco tempo fa, anche se le persone in causa sono contagiate dal nuovo coronavirus. A breve, molte persone tra quelle risultate positive al nuovo coronavirus hanno sollecitato e ottenuto, assumendosi la responsabilità, la dimissione dall’ospedale. Per regolare la situazione, l’esecutivo ha preparato un disegno di legge che, dopo l’approvazione della Camera dei Deputati, ha ottenuto, con moltissimi emendamenti, anche il voto del Senato, camera decisionale in questo caso. Stando ai rappresentanti dei gruppi parlamentari della Camera Alta del Parlamento, la legge sulla quarantena e l’isolamento che ne è risultata è una di compromesso, però almeno offre il quadro legale necessario per il sistema sanitario. Tenuto conto della situazione epidemiologica, più stati europei hanno introdotto restrizioni per i romeni. In alcuni Paesi, devono far vedere al confine test negativi recenti per il COVID-19, mentre altri stati impongono sin dall’inizio la quarantena o l’autoisolamento dei romeni che entrano sul loro territorio. Le condizioni complete previste da ogni singolo stato sono disponibili sul sito del Ministero degli Affari Esteri romeno, alla sezione “Avvertenze di viaggio Europa COVID-19”. Le restrizioni imposte da questi stati riguardano non solo i cittadini romeni, ma anche quelli di altri Paesi a rischio epidemiologico elevato, e le liste vengono aggiornate e modificate periodicamente.
L’iniziativa cittadina “Senza corrotti nelle cariche pubbliche”
La Camera dei Deputati di Bucarest ha adottato, questa settimana, in regime d’urgenza e con un ampio consenso politico, la proposta legislativa relativa all’iniziativa cittadina di revisione della Costituzione, “Senza corrotti nelle cariche pubbliche”. Il documento prevede che i cittadini condannati a pene privative di libertà per reati commessi intenzionalmente non potranno più essere eletti nelle strutture dell’amministrazione pubblica locale, nel Parlamento e nella carica di presidente della Romania, fino a quando non si verifica una situazione atta a eliminare le conseguenze della condanna. La proposta legislativa sarà esaminata dal Senato e, secondo la Costituzione, per diventare legge, dovrà essere validata tramite un referendum organizzato entro 30 giorni dalla sua adozione da parte della Camera Alta del Parlamento.
Decisione della DIICOT nel fascicolo sulla protesta della diaspora
A quasi due anni dalla protesta della diaspora, a Bucarest, contro il governo PSD di allora, i procuratori della DIICOT (la Procura Antimafia) hanno dato una soluzione parziale nel fascicolo sulle violenze del 10 agosto: non esistono prove che si sia trattato di un tentativo di colpo di stato, come sosteneva la Gendarmeria Romena, ma neanche di una repressione della protesta predisposta in precedenza, come hanno reclamato alcuni dei partecipanti. Il procuratore generale della Romania, Gabriela Scutea, ha dichiarato di capire l’emozione generata da questa causa, nello spazio pubblico essendo espressi più pareri critici, ed ha affermato che tutti i documenti del fascicolo saranno esaminati attentamente nell’ambito del controllo gerarchico. In seguito all’intervento delle forze dell’ordine alla protesta del 10 agosto 2018, 700 persone si sono rivolte alla Procura Militare lamentando di essere state esposte a gas lacrimogeni e oltre 100 hanno presentato certificati medico-legali che attestano la presenza di danni corporei, in seguito all’azione dei gendarmi. I procuratori hanno stabilito che si sono verificate situazioni in cui le forze dell’ordine hanno agito con una violenza ingiustificata e hanno declinato la competenza alla Sezione militare della Procura generale.