La settimana 13 – 18/01/2025
Nuove elezioni presidenziali / Decisioni della Banca Centrale / Di nuovo sulla Marcia dei minatori / La Giornata della Cultura Nazionale
Roxana Vasile, 18.01.2025, 07:00
Nuove elezioni presidenziali
Il primo turno delle elezioni presidenziali si svolgerà il 4 maggio, il secondo turno il 18 maggio: lo ha deciso giovedì la coalizione governativa di Bucarest formata da PSD-PNL-UDMR. I romeni nel Paese voteranno in un solo giorno, quelli della diaspora avranno tre giorni a disposizione, ma l’ultimo giorno, domenica, i seggi elettorali chiuderanno alle 21:00, ora romena, indipendentemente dall’ora locale. La decisione è stata presa per non lasciare un intervallo di tempo tale da influenzare il voto quando si sarebbe chiuso in Romania, ma sarebbe rimasto aperto all’estero, nelle sezioni all’ovest del Paese. Le autorità hanno inoltre imposto regole più severe per la campagna elettorale, soprattutto su Internet, la cui inosservanza può essere sanzionata con una multa fino a 50.000 lei (circa 10 mila euro) e, nel caso delle grandi piattaforme online, fino al 5% del fatturato. La decisione del Governo che fissa la data delle elezioni presidenziali è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale. I rappresentanti di diverse organizzazioni non governative hanno affermato che è inaccettabile l’adozione di un simile atto normativo senza un vero dibattito pubblico e senza un’analisi degli aspetti che hanno influenzato le elezioni precedentemente annullate. Ricordiamo che, dopo aver convalidato il primo turno delle elezioni presidenziali del 24 novembre, la Corte Costituzionale della Romania ha annullato, il 6 dicembre, le elezioni presidenziali nel loro insieme, mentre nella diaspora erano già iniziate le votazioni per il secondo turno. Il Corte Costituzionale della Romania ha preso la decisione dopo che il Consiglio Supremo di Difesa ha pubblicato un rapporto che parlava di interferenze esterne nel processo elettorale, non ancora confermate dalle indagini giudiziarie. Decine di migliaia di persone provenienti da tutto il Paese sono scese in piazza domenica, soprattutto a Bucarest, per chiedere la ripresa del ballottaggio, che ritengono annullato ingiustificatamente, ma anche le dimissioni di Klaus Iohannis, ancora presidente, anche se il 21 dicembre ha concluso il suo secondo e ultimo mandato a cui aveva ancora diritto. 161 parlamentari dell’opposizione hanno firmato per la sospensione del presidente, e il partito AUR ha chiesto ufficialmente la convocazione di una sessione straordinaria del Parlamento tra il 20 e il 24 gennaio, per avviare la procedura di sospensione. A tal fine è necessario il voto di 234 parlamentari.
Decisioni della Banca Centrale
La Banca Centrale mantiene un atteggiamento cauto e ha deciso, questa settimana, di tenere invariato il tasso dell’interesse di riferimento al 6,5% all’anno. L’interesse di riferimento non era stato più modificato da agosto, nel contesto degli sforzi volti a ridurre l’inflazione. Secondo la Banca Centrale, il tasso è aumentato più del previsto nell’ultimo trimestre del 2024, a causa dei prezzi del carburante e della siccità estiva. Gli specialisti sono riservati riguardo ad un possibile calo del tasso d’interesse della politica monetaria quest’anno. Loro ritengono che, se il contesto economico interno non migliorerà dopo le elezioni presidenziali, potrebbe verificarsi una forte pressione sul tasso di cambio della moneta nazionale. D’altra parte, il governo romeno sta lavorando alla stesura del bilancio 2025. Verrà mantenuto l’obiettivo di deficit del 7% stabilito con la Commissione Europea, ma anche un obiettivo del 7% del PIL per gli investimenti.
Di nuovo sulla Marcia dei minatori
L’ex presidente della Romania, Ion Iliescu, e l’ex primo ministro, Petre Roman, sono stati incriminati, ancora una volta, questa settimana, nel dossier sulla Marcia dei minatori del giugno 1990, per aver commesso crimini contro l’umanità. I procuratori dovranno rifare l’indagine da zero, dopo che le prove raccolte erano state precedentemente annullate in tribunale. Essi sostengono che, nel giugno del 1990, persone con poteri decisionali nello Stato romeno hanno lanciato una politica di repressione contro la popolazione civile nella capitale, a seguito della quale 4 persone sono state uccise, 2 violentate, oltre 1.300 persone hanno subito lesioni fisiche e/o mentali e oltre 1.200 sono state perseguitate attraverso la privazione illegale della libertà. A partire dall’aprile 1990, a Bucarest si è svolta per diverse settimane una manifestazione di opposizione al potere appena insediato dopo la Rivoluzione anticomunista. Secondo i procuratori, nei giorni 13, 14 e 15 giugno è stata attuata un’azione repressiva contro i manifestanti, nella quale sono state coinvolte illegalmente le forze del Ministero dell’Interno, della Difesa, dei Servizi segreti romeni, nonché oltre diecimila minatori e altri lavoratori provenienti da diverse zone del Paese. I minatori portati a Bucarest hanno devastato le sedi dei partiti politici appena costituiti o rifondati dopo la Rivoluzione che si trovavano all’opposizione, le residenze dei principali leader politici dell’opposizione, le sedi della stampa indipendente e alcune istituzioni di insegnamento.
La Giornata della Cultura Nazionale
Dal 2011, la Romania celebra, ogni anno, il 15 gennaio, la Giornata della Cultura Nazionale, la data di nascita di Mihai Eminescu. Quest’anno sono trascorsi 175 anni dalla nascita di colui che è considerato il sommo poeta romeno. Dedicata alla cultura, all’arte e all’impegno accademico romeno, la Giornata della Cultura Nazionale è stata celebrata, attraverso numerosi eventi, in tutte le comunità romene nel Paese e all’estero. Ci sono state però anche proteste da parte dei membri della Federazione dei Sindacati della Cultura e della Stampa, CulturMedia, che hanno voluto attirare l’attenzione sul sottofinanziamento del settore e sulle disuguaglianze salariali che colpiscono i dipendenti di musei, biblioteche e centri culturali.