La settimana 11-17/08/2013
Romeni nel mondo: Izvorul Muresului ospita Università Estiva/Romania-Ungheria: reazioni bilaterali a dichiarazioni leader Jobbik/Pil: crescita dello 0,3% nel II trimestre/Quadri Rotterdam: rinviato processo del secolo
România Internațional, 16.08.2013, 17:57
Ogni anno, nel mese di agosto, romeni di tutto il mondo si incontrano all’Università Estiva di Izvorul Mureşului, nel centro della Romania, per discutere dei problemi con cui si confrontano nei Paesi di adozione. Questa settimana, all’11esima edizione, sono arrivati leader di organizzazioni dai Paesi confinanti e dai Balcani — Bulgaria, Serbia, Ungheria, Ucraina e Albania, ma anche rappresentanti dei romeni in Italia e Francia. Loro hanno chiesto sostegno allo stato romeno per poter mantenere l’identità nazionale ed alcuni diritti, come minoranze, negli stati in cui vivono. Il presidente romeno Traian Băsescu ha assicurato che Bucarest può finanziare programmi per la salvaguardia dell’identità nazionale, ma ha anche esortato alla solidarietà i connazionali all’estero, affinché la Romania sia efficiente nel sostenerli.
“Vogliamo che gli stati confinanti trattino i romeni così come anche noi trattiamo le minoranze in Romania, dando loro il diritto di mantenere la propria lingua, la cultura e di avere rappresentanti eletti automaticamente nel Parlamento”, ha sottolineato il capo dello stato, facendo un riferimento implicito all’Ungheria, dopo le controverse dichiarazioni fatte, di recente, da alcuni politici di Budapest.
Un discorso tenuto da Gabor Vona, il leader del partito ungherese di estrema destra Jobbik, ha creato agitazione nella politica romena. In breve, il suo messaggio era che l’Ungheria ha l’obbligo di sostenere l’ottenimento da parte dei magiari di Romania dell’autonomia in base a criteri etnici e che Jobbik difenderà i loro diritti ed interessi, assumendosi anche la responsabilità di un conflitto con la Romania. Il Governo romeno ha condannato apertamente le dichiarazioni di Gabor Vona.
“Ci sono più Paesi scontenti della politica aggressiva di Budapest per quanto riguarda le minoranze. Finora la Romania è stata riservata, ma a nostro avviso si è arrivati in un momento in cui bisogna lasciare da parte le nostre riserve e dirla chiaro e tondo a Budapest”, ha sottlineato il presidente Traian Băsescu.
Le affermazioni dure del presidente romeo hanno destato sorpresa sia a Budapest, che nel Paese.
“Quando il capo dello stato fa una simile dichiarazione, le cose si complicano e non abbiamo bisogno di questo, soprattutto quando si tratta di Romania e Ungheria, dei rapporti romeno-ungheresi, però ogni atteggiamento di tipo Vona o altre simili affermazioni vanno condannate”, ha dichiarato il leader dell’Unione Democratica Magiari di Romania, Kelemen Hunor.
La regionalizzazione in Romania sarà realizzata su basi europee, non etniche – ha precisato il ministro degli Esteri romeno, Titus Corlăţean, stando al quale i modelli autonomistici non sono accettati né in Romania, né in Europa.
Il Pil della Romania è cresciuto nel secondo trimestre, rispetto al primo, dello 0,3%, cosicché nella prima metà dell’anno la crescita economica si è attestata all’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo ha rilevato questa settimana l’Istituto Nazionale di Statistica. Anteriormente, la Banca Centrale della Romania aveva rivisto ad oltre il 2% le previsioni di crescita economica per quest’anno, in base all’evoluzione delle esportazioni, della produzione industriale e alla buona annata agricola. Inoltre, il FMI ha migliorato la previsione di crescita economica della Romania per il 2013 al 2%, e per il 2014 al 2,25%. Per quanto riguarda l’UE e i 17 Paesi dell’Eurolandia, secondo una previsione preliminare pubblicata mercoledì dall’Eurostat, sono usciti dalla recessione nel secondo trimestre, con una leggera crescita economica dello 0,3% rispetto ai primi tre mesi dell’anno. La crescita è stata registrata dopo un anno e mezzo di contrazione economica, il più lungo periodo di declino dal passaggio all’euro, nel 1999.
Rinviato il processo ai 6 romeni sospetti del furto di quadri dalla Galleria Kunsthal di Rotterdam (Olanda). Aperto martedì a Bucarest, dopo nemmeno un’ora il processo è stato rinviato al 10 settembre. I quadri rubati a ottobre 2012 dalla Galleria Kunsthal, dipinti, tra altri, da Matisse, Gauguin şi Monet, non sono stati bruciati e i sei romeni accusati del loro furto sono pronti a restituirli alle autorità olandesi — lo hanno affermato gli avvocati degli imputati. La difesa non ha detto però dove si trovano le opere, precisando che per il momento è un’informazione riservata a cause delle procedure. L’avvocato Cătălin Dancu ha dichiarato che contesterà il rapporto degli esperti del Museo Nazionale d’Arte della Romania, secondo il quale quattro dei dipinti sarebbero stati bruciati dalla madre di uno degli accusati.
“Chiederò, nella contestazione del rapporto, che tutte le prove siano mandate al Museo del Louvre di Parigi, noto in tutto il mondo per il suo migliore e più pertinente laboratorio di investigazione, affinché sia dimostrata l’esistenza o meno di tracce di cenere che attestino se i quadri sono stati completamente bruciati o meno”, ha affermato Cătălin Dancu.
Odore di ricatto nel processo dei ladri di quadri” — titolava la stampa di Bucarest, dal momento che gli accusati chiedevano una sentenza più mite, in cambio alla restituzione delle opere d’arte. Gli avvocati sono andati oltre, dimostrando che una parte di colpa ce l’ha pure il museo olandese, dotato di un sistema debole di sicurezza.
Il Ministero degli Esteri di Bucarest si è affiancato alla comunità internazionale, deplorando l’escalation delle violenze negli ultimi giorni in Egitto, con un bilancio di centinaia di morti e feriti. La diplomazia romena segue con preoccupazione le evoluzioni in questo Paese, deplora le perdite di vite umane e i danni materiali e sostiene l’appello dell’UE sulla necessità che tutte le parti coinvolte diano prova di moderazione affinché sia ripreso il processo politico di transizione democratica. A coloro che intendono viaggiare in Egitto o si trovano sul territorio di questo stato si raccomanda di evitare del tutto le zone in cui ci sono le sedi delle principali istituzioni governative e dei partiti politici, in cui si svolgono proteste, e di non impegnarsi in alcun tipo di manifestazione. L’Ambasciata romena al Cairo, in contatto con i cittadini romeni d’Egitto, è pronta ad intervenire a seconda della situazione per offrire loro sostegno in caso di necessità.