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La settimana 11 – 16/05/2020

Fine dello stato di emergenza in Romania, inizio dello stato di allerta/ Mozione semplice contro il ministro delle Finanze/ Previsioni sulleconomia romena

La settimana 11 – 16/05/2020
La settimana 11 – 16/05/2020

, 16.05.2020, 07:00

Fine dello stato di emergenza in Romania, inizio dello stato di allerta


E’ scaduto in Romania lo stato di emergenza istituito, a marzo, sullo sfondo della pandemia di coronavirus. Dal 15 maggio è sostituito, per un periodo di 30 giorni, dallo stato di allerta. Il Comitato Nazionale per le Situazioni Speciali di Emergenza, la cui direzione è stata assunta dal premier Ludovic Orban, ha annunciato le nuove regolamentazioni, però tutte le attività permesse andranno effettuate osservando le misure di prevenzione della diffusione del contagio. Negli spazi commerciali, sui mezzi di trasporto pubblico, sul posto di lavoro e in altri spazi chiusi sarà d’obbligo indossare la mascherina. I dipendenti delle istituzioni e le autorità pubbliche, come pure i dipendenti degli operatori economici pubblici e privati svolgeranno l’attività lavorativa da casa, e se ciò non fosse possibile, saranno sottoposti a controlli epidemiologici sul posto di lavoro. Le terrazze, le caffetterie e i ristoranti restano chiusi, come pure i grandi centri commerciali, eccezion fatta per i negozi che hanno accesso diretto dall’esterno. Riaprono gli alberghi e tutti gli studi odontoiatrici, i musei e i parchi — tranne i terreni di gioco per bambini — mentre lo spostamento all’interno delle località si farà senza l’obbligo di essere muniti dell’autocertificazione. L’obbligo di presentarla si mantiene però, se viene lasciata la località di domicilio, fatto permesso solo per motivi giustificati. Il trasporto aereo, stradale e ferroviario continua ad essere sottoposto a restrizioni anche durante lo stato di allerta. C’è anche una novità: i romeni che tornano dall’estero saranno messi in quarantena, ma non istituzionalizzata, bensì a casa, assieme ai familiari. Chi non ne ha la possibilità o sceglie di non esporre la propria famiglia potrà scegliere la quarantena istituzionalizzata in spazi messi a disposizione dalle autorità. Per la durata dello stato di allerta, il governo ha deciso di prorogare alcune misure di sostegno economico. Si tratta del pagamento della cassa integrazione per i settori economici che restano chiusi e dei giorni liberi, fino alla fine dell’anno scolastico, per i genitori che restano a casa con i figli. I congedi per malattia delle persone in quarantena o contagiate dal COVID-19 saranno concessi con priorità. Le consultazioni mediche da parte dei medici di famiglia o negli ambulatori di specialità continueranno ad essere fatte a distanza e senza adoperare le tessere sanitarie. D’altra parte, le persone giuridiche e fisiche possono sollecitare anche nel prossimo periodo il rinvio del pagamento delle rate bancarie. Il presidente Klaus Iohannis ha ringraziato i romeni che hanno osservato le misure istituite dopo la dichiarazione, due mesi fa, dello stato di emergenza ed ha ribadito che la più importante riforma di cui la Romania ha bisogno è la ricostruzione dello stato. “La salute, l’istruzione, l’amministrazione, i sistemi ignorati per tanti anni e affetti dalla corruzione devono essere le nostre priorità, e la legislazione va modellata in modo coerente, affinché permetta l’intervento rapido dello stato in una situazione di emergenza o di allerta”, ha aggiunto il capo dello stato, ammonendo allo stesso tempo che non esiterà a dichiarare nuovamente lo stato di emergenza se la situazione peggiorasse e se si verificasse un aumento accelerato dei contagi, che porterebbe all’affollamento degli ospedali. Il bilancio della pandemia indica, al momento, in Romania, circa 16500 contagi, di cui oltre mille persone sono decedute a causa delle complicanze e intorno a 10000 sono guarite.



Mozione semplice contro il ministro delle Finanze


Una mozione semplice del principale partito all’opposizione in Romania, il PSD, contro il ministro delle Finanze liberale, Florin Cîțu, è stata esaminata e approvata, questa settimana, dalla Camera dei Deputati di Bucarest. I socialdemocratici sono del parere che il ministro Cîțu si sia dimostrato incapace di proporre misure di sostegno efficaci per l’economia. Loro affermano che, sebbene abbia trovato all’inizio del mandato un’economia in crescita, con un basso deficit di bilancio e un livello ridotto del debito pubblico rapportato al PIL, Florin Cîțu abbia spinto la Romania al fallimento. Il ministro è criticato dal PSD anche per i prestiti presi ultimamente. Cîţu ha smentito, però, tutte le accuse ed ha risposto criticando lo stato in cui ha trovato l’economia dopo il governo socialdemocratico, concluso lo scorso autunno. Il ministro ha spiegato che i prestiti presi dall’esecutivo sono andati a coprire le spese fatte durante il governo socialdemocratico e sostiene che, grazie alle decisioni dell’attuale governo, la Romania si riprenderà rapidamente dopo la crisi. A favore dell’attuale governo liberale, Florin Cîțu ha elencato il programma IMM Invest, l’informatizzazione dell’Agenzia delle Entrate o l’aumento degli incassi al budget dello stato ed ha accusato i socialdemocratici di approfittare dell’attuale crisi per bloccare l’attività del governo.



Previsioni sull’economia romena


L’economia della Romania dovrebbe registrare quest’anno un calo del 4%, rispetto all’avanzo del 3,2% previsto a novembre 2019, in seguito alla crisi provocata dalla pandemia di coronavirus (COVID-19). Lo rileva un rapporto reso pubblico mercoledì dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Nel 2021, l’istituzione finanziaria internazionale si aspetta a una crescita del 4% del PIL della Romania. La BERS è il principale investitore istituzionale in Romania, con investimenti di oltre 8,6 miliardi di euro. Anche la Commissione Europea ha peggiorato le previsioni sull’economia romena quest’anno ed ha stimato che la Romania registrerà un calo significativo, del 6%, dopo più anni di forte crescita. Dal canto suo, il Fondo Monetario Internazionale prevede una contrazione del 5% dell’economia nel 2020 e una ripresa nel 2021, quando potrebbe registrare una crescita del 3,9%.

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