La settimana 11 – 16/01/2021
Il coronavirus in Romania/ Le scuole romene potrebbero riaprire dall8 febbraio/ Aumenti salariali e malcontenti finanziari/ Aumento delle pensioni questanno?/ Lex premier romeno Călin Popescu Tăriceanu, accusato di corruzione
Leyla Cheamil, 16.01.2021, 07:00
Il coronavirus in Romania
La seconda tappa della campagna nazionale di vaccinazione contro il SARS CoV-2 è iniziata venerdì in Romania. Anche il capo dello stato, Klaus Iohannis, si è fatto vaccinare venerdì, per segnare l’inizio della seconda tappa, come ha affermato lui stesso. Saranno vaccinate le persone a rischio: gli anziani delle case di riposo, gli adulti che hanno superato i 65 anni, gli adulti affetti da malattie croniche e le persone che svolgono attività di importanza fondamentale. Il numero totale delle persone interessate potrebbe superare 6 milioni. Nella prima tappa, che è iniziata il 27 dicembre, sono stati immunizzati i dipedenti dei settori sanitario e sociale. Il premier Florin Cîțu stima che il ritmo della vaccinazione sarà più accelerato a cominciare dalla seconda tappa e che l’obiettivo è che a settembre ci siano oltre 10 milioni di persone vaccinate in Romania. Dall’inizio della pandemia, in Romania ci sono stati 700.000 contagi dal nuovo coronavirus e il numero totale dei decessi associati al COVID-19 ha superato 17.000. Di conseguenza, dietro sollecitazione del Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza, il Governo ha deciso di prorogare lo stato di allerta di altri 30 giorni a livello nazionale. La decisione, valida da giovedì, prevede il mantenimento delle restrizioni stabilite dalle autorità per il contenimento dei contagi dal nuovo coronavirus, compreso l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi pubblici chiusi e il divieto di spostamento di notte. Restano in vigore i divieti di organizzare incontri e concerti, ma anche le regole sulle attività culturali, artistiche e sportive. Le attività dei culti religiosi, comprese le messe e le preghiere collettive si svolgono all’interno o all’esterno dei luoghi di culto, osservando le norme di protezione sanitaria. Nei prossimi 30 giorni, sarà mantenuto anche il divieto relativo agli anniversari e alle feste in spazi chiusi o aperti.
Le scuole romene potrebbero riaprire dall’8 febbraio
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha annunciato che la maggior parte delle scuole riaprirà l’8 febbraio, quando inizia il secondo semestre, se la situazione epidemiologica non peggiorerà. Il capo dello stato ha spiegato che il sistema sarà decentrato, e dipenderà dal tasso locale di contagio dal COVID-19. Klaus Iohannis ha annunciato che una decisione finale in merito sarà presa nell’ambito di una nuova seduta di valutazione, il 2 febbraio prossimo. Al momento, le lezioni si svolgono online in tutto il Paese. Nelle università, che hanno autonomia, la decisione sulla ripresa o meno dei corsi in presenza sarà presa individualmente da ciascun’università.
Aumenti salariali e malcontenti finanziari
Il Governo di Bucarest ha deciso, questa settimana, l’aumento dello stipendio minimo lordo a 2.300 lei (più di 470 euro), a cominciare dal 1° gennaio 2021. Si tratta dell’aumento di circa il 3% annunciato in precedenza. La ministra del Lavoro ha precisato che, per stabilire il livello attuale, è stata applicata una formula di calcolo che prende in considerazione un tasso inflazionistico del 2,2% e l’aumento reale della produttività del lavoro dello 0,8% per il 2020. Secondo i dati ufficiali, in Romania ci sono circa 1,4 milioni di dipendenti che ricevono lo stipendio minimo, cioè oltre un quarto del numero totale dei dipendenti attivi a livello nazionale. La decisione approvata dall’Esecutivo prevede inoltre che, per il personale con studi universitari e un’anzianità di almeno un anno, lo stipendio minimo lordo garantito sia mantenuto a 2.350 lei mensili (oltre 480 euro), esclusi gli scatti e altri assegni. D’altra parte, i dipedenti della polizia, della pubblica amministrazione, del settore assistenza sociale e dei penitenziari sono scontenti degli stipendi. Alcuni sindacalisti di questi settori hanno partecipato, mercoledì, a una protesta davanti al Ministero del Lavoro e simili azioni hanno avuto luogo anche in altre grandi città del Paese. Loro hanno protestato contro il congelamento da parte del governo degli stipendi dei pubblici dipendenti al livello dello scorso dicembre e sollecitano, tra l’altro, l’eliminazione delle inequità salariali esistenti nel sistema pubblico e la correlazione dell’aumento dello stipendio minimo con l’aumento dei prezzi di consumo. Ci sono state anche proteste dei rappresentanti sindacali dei settori sanitario e dell’istruzione, scontenti pure loro del congelamento dei salari nel settore pubblico.
Aumento delle pensioni quest’anno?
La Corte Costituzionale della Romania ha respinto, mercoledì, una segnalazione del Governo che contestava la Legge sulle pensioni in cui è previsto, tra l’altro, l’aumento del punto pensione del 40%. Di conseguenza, il documento sarà inoltrato al presidente, il quale può promulgarlo oppure inviarlo al Parlamento, per essere riesaminato. Il premier Florin Cîțu ha sottolineato di nuovo che, nell’attuale contesto economico, gravemente colpito dalla crisi sanitaria, non ci sono risorse atte a reggere una tale crescita. Ha ricordato inoltre che l’anno scorso le pensioni sono aumentate del 14%, il che significa 9 miliardi di lei (più di 1,8 miliardi di euro) dal budget di quest’anno, però al momento la finanziaria è in via di elaborazione e non è stato ancora stabilito il valore del punto pensione quest’anno. Dall’opposizione, il PSD afferma che può dimostrare che ci sono soldi e chiede l’applicazione dell’aumento previsto nella legge sulle pensioni in vigore.
L’ex premier romeno Călin Popescu Tăriceanu, accusato di corruzione
Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha approvato, mercoledì, la sollecitazione della DNA di avvio del perseguimento penale nei confronti di Călin Popescu Tăriceanu, ex premier nel periodo 2004-2008. Tăriceanu è indagato dai procuratori anticorruzione in un fascicolo in cui è accusato di aver ricevuto tangenti di 800.000 dollari, nel periodo in cui era premier. I procuratori affermano che l’ex premier avrebbe ricevuto i soldi indirettamente dai rappresentanti di una compagnia austriaca, in cambio all’adozione di un decreto governativo a favore della rispettiva compagnia. Călin Popescu Tăriceanu smentisce le accuse e afferma che nel fascicolo aperto sono incluse solo supposizioni il cui scopo è di creargli un’immagine negativa. La DNA ha annunciato questa settimana che anche l’ex leader socialdemocratico Liviu Dragnea, incarcerato per corruzione, è indagato in un nuovo fascicolo penale.