La settimana 10 – 16/12/2017
Funerali nazionali per Re Michele I/ Via libera dalla Camera dei deputati alle leggi sulla giustizia/ Finanziaria 2018 al dibattito del Parlamento di Bucarest
Roxana Vasile, 16.12.2017, 14:00
Re Michele I di Romania è tornato mercoledì per sempre nel Paese che ha amato fino alla morte. Salito per la prima volto al trono a soli 6 anni, il quarto sovrano di Romania ha avuto un destino tragico. Costretto dai comunisti ad abdicare nel 1947, andò in esilio e tornò in Patria, non senza tribolazioni, appena dopo la Rivoluzione del 1989. Il monarca detronizzato ha lavorato tra gli stranieri, si è fatto una famiglia tra gli stranieri e non ha mai dimenticato di essere uno straniero in un Paese straniero. Si è spento all’età di 96 anni in Svizzera, dove si era stabilito. Con l’ultimo viaggio del Re dalla Svizzera verso la Romania è finito un esilio lungo quanto la vita di un uomo. Fino al 16 dicembre, data dei funerali a Curtea de Arges, necoproli reale del sud della Romania, la bara contenente le spoglie di Michele I è stata deposta nella Sala del Trono del Palazzo Reale di Bucarest, dove i romeni gli hanno recato un ultimo omaggio. Anche se dopo il crollo del comunismo erano in poche le voci favorevoli al ripristino della monarchia, la gente è stata unita in questi giorni dalla tristezza per il re perduto. I numerosissimi romeni che hanno fatto file enormi per raccogliersi al catafalco hanno spinto la famiglia reale a modificare notevolmente il programma previsto, affinchè tutti potessero dire addio al sovrano. La gente ha deposto fiori, candele e messaggi di apprezzamento per il re. Dio gli ha regalato una vita lunga, però non è riuscito a fare quello che doveva fare ed era destinato a fare. Ha amato tantissimo il suo popolo. Ho pianto quando ha abdicato. Ero un bambino di 11 anni allora. Ricordo – e non sto esagerando – di aver scritto su pezzi di carta: perchè portate via il nostro re? E’ un momento di rispetto per la propria storia, hanno detto i romeni che si sono raccolti al catafalco di Re Michele. Mercoledì, prima di essere trasferite a Bucarest, le spoglie del re sono state deposte anche al Castello Peles di Sinaia, il luogo della sua nascita. E’ lì che gli hanno reso l’ultimo omaggio le massime cariche di Romania e della confinante Moldova romenofona, rappresentanti delle istituzioni dello stato e diplomatici. Il fondatore dell’Istituto per la Memoria dell’Esilio Romeno, Dinu Zamfirescu, ha evocato a Radio Romania la personalità del sovrano. Perdiamo un eroe romeno, perdiamo un uomo che è stato un esempio di dignità sia personale, che reale. La Romania ha bisogno di persone così e vi dico, con infinita tristezza, che attualmente è difficile trovare una persona del genere nel nostro Paese. Ogni volta che l’ho visto all’estero, era sempre interessato a ciò che succedeva in Romania e a quello che facevano i romeni. Sentiva di avere una responsabilità nei confronti del Paese e chiedeva che cosa poteva fare per la Romania, ha detto Dinu Zamfirescu. Per tre giorni, da giovedì a sabato, in Romania è stato indetto lutto nazionale, con le bandiere a mezz’asta, mentre le emittenti pubbliche di radio e televisione, nonchè le istituzioni culturali hanno adattato i programmi.
Il decesso di Re Michele ha abbassato per qualche giorno il volume dell’immenso scandalo politico in Romania, generato dalla modifica delle leggi sulla giustizia. Anche così, la plenaria della Camera dei deputati ha adottato, dopo accesi dibattiti-maratona, i progetti della coalizione governativa PSD-ALDE di modifica delle leggi sull’organizzazione giudiziaria e il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM). Il ddl sull’organizzazione giudiziaria prevede, tra l’altro, la fondazione di una sezione di investigazione dei procuratori e dei giudici e la possibilità che le soluzioni adottate dai procuratori possano essere infirmate dal superiore gerarchico, qualora le considerasse illegali o prive di fondamento. L’opposizione sostiene, però, che la futura sezione di investigazione sia uno strumento di pressione contro i magistrati. Il secondo ddl, che interessa il CSM, prevede che l’Ispezione giudiziaria rimarrà all’interno dell’istituzione e non diventerà autonoma, come aveva proposto all’inizio la maggioranza PSD-ALDE. L’adozione delle normative richiede il voto decisionale del Senato, dove è già arrivato con la procedura d’urgenza il progetto sullo statuto dei magistrati, in cui, nella forma adottata dalla Camera, viene introdotto il controllo gerarchico superiore, il ministro della Giustizia compreso, sui procuratori. Dal Consiglio Europeo di Bruxelles, il presidente romeno Klaus Iohannis si è detto nuovamente scettico sulla modifica delle leggi sulla giustizia. Sin dall’inizio ho espresso il mio scetticismo su queste modifiche, che mi sembrano troppo ampie e fatte troppo in fretta. Non posso fare altro che raccomandare al Parlamento di affrontare con massima responsabilità queste modifiche legislative, in quanto avranno effetti a lungo termine.
Sempre nella settimana che si conclude, la bozza della Finanziaria per il 2018 è andata ai dibattiti del Parlamento. I calcoli del governo si basano su una crescita economica del 5,5%, un’inflazione media annua del 3,1%, un deficit di bilancio inferiore al 3% del PIL e un reddito salariale medio netto mensile di 2.614 lei (circa 570 euro). La bozza del governo prevede maggiori fondi per i settori che richiedono grande sostegno: sanità, istruzione e investimenti. Il governo ha previsto risorse anche per la crescita del salario minimo e delle pensioni. Contestata dall’opposizione, la quale ritiene le entrate sopravvalutate, la Finanziaria dovrebbe essere votata dal Parlamento il 21 dicembre.