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La settimana 10 – 16/11/2019

La Destra e la Sinistra al ballottaggio/ Strategie per la finale delle presidenziali/ La proposta della Romania per la carica di commissario, via libera dal Parlamento Europeo/ Una nuova crisi politica in Moldova

La settimana 10 – 16/11/2019
La settimana 10 – 16/11/2019

, 16.11.2019, 07:00

La Destra e la Sinistra al ballottaggio



Domenica, 10 novembre, i romeni sono stati chiamati alle urne per il primo turno delle elezioni presidenziali. In seguito alle opzioni espresse dal 51,19% sui 18,2 milioni di persone iscritte sulle liste elettorali, nel secondo turno, il 24 novembre, si confronteranno il candidato liberale, lattuale presidente, Klaus Iohannis, il quale ha ottenuto, secondo i risultati finali, il 37,82% dei voti e il capo del Partito Socialdemocratico, Viorica Dăncilă, ex premier, con il 22,26%. Nemico dichiarato del PSD, che ritiene responsabile delle riforme dannose nella giustizia e nelleconomia, Klaus Iohannis ha ammonito che il PSD non è ancora sconfitto ed ha esortato lelettorato a votare: “Per il secondo turno, voglio dire a quelli che sono stati in piazza assieme a me per difendere lo stato di diritto, venite a votare, perché la vostra lotta non sia stata in vano! A coloro che vogliono ospedali, scuole, autostrade, dico di venire a votare, affinché allontaniamo il PSD per sempre dal governo e facciamo insieme tutte queste cose! A coloro che non vogliono più che i loro figli e nipoti lascino il Paese, dico di venire a votare, perché adesso possiamo cambiare le cose! E ai tanti romeni – che ho visto oggi – all’estero, che sono già andati via dal Paese, dico: venite a votare, perché adesso potete fare la differenza!



Dal canto suo, la presidente del PSD si è detta fiduciosa nella vittoria: Il voto di oggi ci aiuta a continuare la campagna elettorale, una campagna elettorale in cui verremo davanti ai romeni, sia con ciò che abbiamo realizzato, ma, soprattutto, con ciò che vogliamo fare per loro quando vinceremo le presidenziali. La nostra battaglia non è contro un partito politico, non vogliamo eliminare nessun partito politico, perché è così che funziona la democrazia, ciascun partito politico deve dire il suo punto di vista. La nostra battaglia sarà, come finora, per i romeni, per la Romania, per l’equilibrio e il consenso, per l’unità, per la rappresentazione con dignità della Romania, sia su piano interno, che su piano esterno.



Se laffluenza alle urne in Romania, al primo turno, è stata bassa, i romeni allestero, invece, si sono mobilitati in modo esemplare, e il numero delle persone che si sono presentate alle urne, alle quali si aggiungono i 25 mila che hanno scelto il voto per corrispondenza, ha raggiunto la cifra record di 675 mila.




Strategie per la finale delle presidenziali


Sebbene il primo giorno della campagna elettorale per il secondo turno delle presidenziali sia stato stabilito per il 15 novembre, subito dopo il primo turno la guerra si è acutizzata tra i due candidati alla carica di presidente, raggiungendo a volte quote parossistiche, divertendo o esasperando lopinione pubblica. La decisione del presidente Klaus Iohannis e del suo staff di campagna elettorale di non partecipare ad alcun dibattito diretto con Viorica Dăncilă è stata sorprendente per molte persone. Martedì, il capo dello stato ha scritto su una rete sociale, che non ci può essere un dibattito con un candidato il cui partito ha governato contro i romeni e che finge di essere democratico. La risposta di Viorica Dăncilă, la quale nella campagna elettorale per il primo turno, ha chiesto più volte a Klaus Iohannis di partecipare ad un dibattito, non è tardata: sarebbero smentiti, in questo modo, tutti gli attacchi “miserabili degli ultimi anni nei suoi confronti e nei confronti del PSD.



In un duello elettorale a distanza, Klaus Iohannis ha convocato, mercoledì, un incontro con i giornalisti, al quale ha sottolineato: La signora Dăncilă è la rappresentante di un partito antidemocratico, non riformato, che ha governato contro i romeni e, adesso nella campagna elettorale, finge di essere un candidato democratico e aspetta di essere trattata con grande rispetto da tutti, come se finora avesse difeso la democrazia romena e i romeni.



Viorica Dăncilă si è difesa contro le accuse del presidente Iohannis: Se vengono aumentati stipendi e pensioni, se si fanno investimenti nelle comunità locali, se leconomia della Romania viene portata al massimo livello tra gli stati membri, al secondo posto dal punto di vista della crescita economica in Europa, vuol dire un governo disastroso, allora significa che o è in malafede, o non è stato informato correttamente. E in più, un governo disastroso non vuol dire gestire la presidenza di turno del Consiglio dellUE così bene da ricevere lapprezzamento e le lodi da parte di tutti gli stati membri e da stati terzi.



La campagna elettorale si concluderà sabato, 23 novembre, alle ore 7:00 ora romena.



La proposta della Romania per la carica di commissario – via libera dal Parlamento Europeo


La commissaria europea proposta dalla Romania per il portafoglio dei Trasporti, Adina Vălean ha ricevuto, giovedì, il via libera dalla Commissione specializzata del Parlamento Europeo. Tra le sue priorità: un trasporto ecologico, equo e trasparente e la diminuzione del numero di incidenti stradali, nel contesto in cui in Romania si verifica il maggior numero di incidenti stradali di tutti i Paesi dellUE. Lintera equipe della presidente della CE, Ursula von der Leyen, sarà sottoposta al voto del Legislativo comunitario durante la sessione plenaria del 27 novembre.



Una nuova crisi politica in Moldova


Il presidente filorusso della Moldova, repubblica ex-sovietica a maggioranza romenofona, Igor Dodon, ha designato, mercoledì, uno dei suoi consiglieri, Ion Chicu, per la carica di primo-ministro, in vista della formazione di un nuovo Governo. La decisione arriva dopo che il precedente Esecutivo, guidato dalla pro-europea Maia Sandu, è stato rimosso tramite una mozione di sfiducia avviata dai socialisti di Dodon, che facevano parte della coalizione governativa. Giovedì, la nuova squadra governativa è stata votata dal Parlamento e, poco dopo, ha prestato giuramento davanti al Presidente.

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