La settimana 09-14/12/2024
Finalmente, nell’area Schengen / Maratona elettorale incompiuta / I filo-europei del futuro Parlamento, negoziati per un governo congiunto / L’inflazione, l’eterno problema / Settimana sportiva
Ştefan Stoica, 14.12.2024, 07:00
Finalmente, nell’area Schengen
La buona notizia della settimana, attesa e confermata ufficialmente giovedì, è stata la piena ammissione della Romania e della Bulgaria nello spazio europeo di libera circolazione. A fine marzo, i partner europei avevano accettato i due stati nell’Area Schengen con le frontiere aeree e marittime. Dopo che l’Olanda e soprattutto l’Austria hanno rinunciato alla loro opposizione, il Consiglio Giustizia e Affari Interni ha approvato, all’unanimità, l’adesione di Romania e di Bulgaria con le frontiere terresti allo spazio europeo di libera circolazione a cominciare dal 1° gennaio. A partire da questa data, saranno mantenuti i controlli solo ai confini di Romania con la Serbia, la Repubblica di Moldova e l’Ucraina. Tuttavia, nei primi sei mesi dall’adesione, ci saranno solo controlli alternativi o per campionamento, una misura di sicurezza per vedere come funziona la libera circolazione. Simili controlli temporanei sono stati avviati su diversi confini interni dell’Area Schengen, sullo sfondo dell’aumento del numero di migranti illegali. Le autorità di Bucarest hanno salutato l’accettazione del Paese a Schengen, sottolineando che la decisione porterà a una circolazione più rapida per i cittadini, a costi logistici più bassi per le compagnie, all’aumento della competitività dei prodotti e dei servizi romeni sul mercato europeo, a opportunità d’affari e posti di lavoro.
Maratona elettorale incompiuta
All’inizio della settimana che sta per finire i romeni avrebbero dovuto conoscere il nome di chi assumerà l’incarico di presidente per i prossimi cinque anni. L’8 dicembre era previsto il secondo turno delle presidenziali, la fine prevista della maratona elettorale iniziata a giugno con le amministrative e le europee. Il 6 dicembre, però, la Corte Costituzionale, ha azzerato le elezioni presidenziali, dopo aver notato che il processo elettorale era stato viziato per tutta la durata del suo svolgimento da molteplici irregolarità e trasgressioni della legislazione elettorale. Il beneficiario diretto di questo processo elettorale dirottato dalle regole in seguito agli attacchi ibridi della Russia, secondo le intelligence, sarebbe stato colui che aveva vinto il primo turno, il candidato indipendente Călin Georgescu, un estremista filorusso, anti-occidentale virulento e ammiratore dei leader fascisti del periodo interbellico romeno. La procura sta indagando ora su due dei suoi stretti collaboratori, ex mercenari. Uno di loro, sospettato di aver voluto provocare disordine nella Capitale, è indagato per non aver rispettato il regime delle armi e delle munizioni, per operazioni con articoli pirotecnici e istigazione pubblica, mentre l’altro per l’uso di simboli legionari, cioè dell’estrema destra antisemita e criminale degli anni ‘30. Financial Times cita l’opinione degli analisti, secondo i quali l’attrattività dei gruppi paramilitari in Romania, con visioni estremamente “macho”, che abbina la religione all’ultranazionalismo, è aumentata perché le autorità non sono intervenute.
I filo-europei del futuro Parlamento, negoziati per un governo congiunto
Il presidente Klaus Iohannis, il cui mandato sarà prorogato fino all’elezione del suo successore, ha convocato il nuovo Parlamento il 20 dicembre. Quattro partiti filo-europei, il PSD, il PNL, l’USR, l’UDMR e tre partiti auto-intitolati sovranisti, AUR, SOS Romania e POT, faranno parte del futuro legislativo, risultato in seguito alle elezioni del 1° dicembre. Con quasi due terzi dei seggi, i filo-europei, ai quali si aggiungono i deputati delle minoranze nazionali, hanno avviato questa settimana negoziati per un governo di larghe intese. Prima del secondo turno delle presidenziali, il PSD, il PNL, l’USR, l’UDMR e il gruppo delle minoranze nazionali avevano firmato il patto per una coalizione pro-europea ed euroatlantica. Il documento era inteso a bloccare l’accesso di Călin Georgescu alla più alta carica nello stato. Dopo l’azzeramento delle elezioni, i firmatari del documento hanno rinnovato l’impegno e promettono ora un programma di governo centrato sullo sviluppo e sulle riforme che prenderà in considerazione le priorità dei cittadini. Loro hanno concordato che è necessario un piano concreto per efficientare e diminuire le spese pubbliche e la burocrazia nella pubblica amministrazione. Hanno inoltre stabilito di aumentare l’attuale ritmo degli investimenti e delle riforme del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’inflazione, l’eterno problema
Il futuro esecutivo di Bucarest dovrà affrontare numerose sfide, tra cui quelle di ristabilire la fiducia nella classe politica, riformare le istituzioni statali e, non in ultimo i problemi economici. Uno degli ultimi è generato dall’inflazione. Alimentato dai rincari dei servizi postali, della frutta fresca e della margarina, il tasso inflazionistico è aumentato nuovamente rispetto al mese precedente. E l’inflazione annua, rapportata nel novembre 2024 al novembre 2023, è aumentata nuovamente per il secondo mese consecutivo, arrivando al 5,11% dal 4,67% a ottobre. Una delle cause dell’aumento dell’inflazione è il deficit di bilancio elevato, che il Governo si sforza di finanziare, spiegano gli analisti. Le più recenti previsioni della Banca Centrale della Romania mostrano che l’inflazione scenderà solo nel 2026 al di sotto del 3,5% all’anno.
Settimana sportiva
La squadra campione della Romania al calcio, FCSB (Bucarest), ha pareggiato con la tedesca Hoffenheim, giovedì sera, in trasferta, nella sesta tappa di Europa League. La squadra di Bucarest si piazza al decimo posto nel gruppo unico ed è molto vicina alla qualificazione nella primavera europea. Deve ancora giocare due partite a gennaio, di cui l’ultima in casa contro la famosa squadra inglese Manchester United. Nella pallamano, la nazionale femminile della Romania si è piazzata all’undicesimo posto al Campionato Europeo ospitato dall’Austria, Ungheria e Svizzera. Tuttavia, la prestazione di una squadra rimasta senza star, dopo il ritiro di un intero contingente con a capo la superstar Cristina Neagu, è stata anche apprezzata a tratti. La nazionale è arrivata in modo inaspettato nella tappa per gruppi principali dopo aver vinto le partite contro la Rep. Ceca e la Serbia, ma a vincere è stata inaspettatamente la Svezia.