La settimana 08 -14/07/2018
Vertice NATO, successo per la Romania/ Giustizia, la premier romena a Bruxelles/ Revoca del procuratore-capo della DNA
Florentin Căpitănescu, 13.07.2018, 12:50
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha partecipato al vertice della NATO, svoltosi a Bruxelles in un clima teso, in seguito alla richiesta insistente sull’aumento del contributo finanziario per la difesa, rivolta agli stati membri dal leader della Casa Bianca, Donald Trump. Il presidente Iohannis ha dichiarato che la Romania ha ottenuto due cose molto importanti: un centro di comando operativo e l’upgrade dello statuto della brigata multinazionale di sosta sul suo territorio. Quando il centro operativo sarà completo, circa 400 ufficiali di tutti i Paesi dell’Alleanza saranno presenti in Romania, ha spiegato Iohannis, aggiungendo che la brigata multinazionale ha ora statuto permanente e la Romania continuerà a negoziare con i Paesi partner nella NATO per una presenza quanto più solida. Inoltre, la Romania ha annunciato che, a partire dall’anno prossimo, il numero dei suoi militari in Afghanistan crescerà da 770 e oltre 950. Si tratta di un incremento notevole per la Romania, in quanto abbiamo capito da tempo e siamo convinti che la NATO non significa solo ricevere sicurezza, ma anche offrirla, ha dichiarato Iohannis. Sempre nel corso del vertice di Bruxelles, su iniziativa della Romania, è stata organizzata una sessione dedicata alla regione del Mar Nero. Alla fine, Trump, insistendo che il 2% del PIL sia un obiettivo raggiunto quanto prima, ha incassato dagli alleati la promessa di un aumento del contributo finanziario di 33 miliardi di dollari.
Sempre a Bruxelles, la premier romena Viorca Dancila ha discusso con il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, nel corso di un incontro cui hanno partecipato anche il primo-vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e la responsabile per la Politica Regionale, Corina Cretu. Il principale tema affrontato – la giustizia in Romania, contesto in cui il presidente Juncker ha dichiarato che la Commissione continua a monitorare le evoluzioni nel Paese nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, istituito sin dall’ingresso nell’UE nel 2007. Il responsabile europeo ha insistito come sia essenziale non fare passi indietro in materia di giustizia. Come argomento particolare, si è parlato del Codice penale e di quello di procedura penale, che la maggioranza PSD-ALDE vuole imporre nella prassi giudiziaria. Abbiamo discusso dei Codici penale e di procedura penale, di cui ho spiegato che sono stati l’esito di dibattiti durati quasi un anno nel Parlamento romeno. Sono stati consultati magistrati, giudici, tutti quanti hanno una parola da dire in materia. Se ci sono degli aspetti poco chiari o in grado di destare preoccupazione, ho chiesto di discuterli puntualmente, appunto per poter rimediare certe cose, ha detto la premier Viorica Dancila. L’agenda dei colloqui ha incluso anche i preparativi per il semestre romeno di Presidenza del Consiglio UE, nei primi sei mesi del 2019, il futuro esercizio finanziario comunitario e la Brexit. La premier romena ha svolto colloqui anche con il commissario per l’Agricoltura e sviluppo rurale, Phil Hogan, e con quello per Bilancio e risorse umane, Gunther Oettinger.
Ai primi della settimana, il presidente Klaus Iohannis ha firmato il decreto sulla revoca dall’incarico del capo della Direzione Nazionale Anticorruzione, Laura Codruta Kovesi. Il presidente Klaus Iohannis è stato praticamente costretto a revocare il suo incarico, in seguito ad una controversa decisione della Corte Costituzionale, la quale ha constatato l’esistenza di un conflitto giuridico di natura costituzionale tra il Governo e il Presidente, che inizialmente aveva respinto la richiesta del ministro della Giustizia, Tudorel Toader, di rimuovere il capo della DNA. Dopo la firma del decreto relativo alla sua revoca, la Kovesi ha parlato in una dichiarazione stampa dell’attività dell’istituzione. La DNA ha dimostrato che la legge è uguale per tutti e che nessuno è troppo forte da sottrarsi alla legge. I procuratori indipendenti hanno condotto indagini su persone che sembravano intoccabili, a prescindere dall’incarico che ricoprivano, dal loro statuto sociale o dai loro patrimoni. Abbiamo contribuito, tramite le nostre inchieste, a rendere la società consapevole della gravità della corruzione. Il modo brutale in cui viene forzata la modifica delle leggi penali ci indica che vogliono protezione per passato, presente e futuro, ha dichiarato Laura Codruta Kovesi. Al suo posto rimasto vacante, il procuratore generale Augustin Lazar ha nominato Anca Jurma, sempre procuratore DNA con esperienza. Anca Jurma ha detto che la lotta alla corruzione deve andare avanti. La direzione ha una grande responsabilità nell’adempiere al mandato conferito dalla legge, cioè il contrasto della corruzione al vertice. In tal senso, la DNA dovrà continuare a confermarsi un’istituzione forte, indipendente e rilevante, quanto tempo la Romania si confronta ancora con il fenomeno della corruzione, ha detto Anca Jurma. La rimozione della Kovesi, voluta insistentemente dalla maggioranza di sinistra, ha provocato anche la reazione della Commissione Europea, la quale ha richiamato l’attenzione che potrebbe rivalutare le conclusioni sulla sostenibilità della lotta alla corruzione in Romania, se la capacità della DNA di mantenere un buon registro dei risultati venisse messa in forse.