La settimana 08 – 13/06/2020
Il nuovo coronavirus, ancora in primo piano
Roxana Vasile, 13.06.2020, 07:00
Il nuovo coronavirus, ancora in primo piano
Il numero dei contagi dal nuovo coronavirus in Romania ha superato questa settimana, la soglia di 21 mila, e sono quasi 1.400 i decessi. Dopo due mesi di stato di emergenza e uno di allerta, in vigore fino al 16 giugno compreso, il presidente romeno, Klaus Iohannis, e il Governo liberale di Bucarest desiderano prorogare le misure restrittive. Riunito giovedì sera, l’Esecutivo ha però rinviato alla prima seduta della prossima settimana l’adozione della decisione sulla proroga dell’attuale stato di allerta. Lo ha reso pubblico il premier Ludovic Orban, sottolineando che la decisione di proroga non ha carattere politico e che lo stato di allerta sarebbe assolutamente necessario per la salute e la vita dei romeni. Si potrebbero riaprire i grandi centri commerciali, ma senza i ristoranti e gli spazi giochi per bambini, come pure le palestre e le piscine all’aperto, ma in certe condizioni. Saranno possibili gli eventi privati, ma non quelli pubblici, con un numero massimo di 20 partecipanti se si svolgono all’interno e di 50, se sono organizzati all’aperto. Dovrebbero riaprire anche i centri doposcuola, gli asili e gli asili nido privati. Stando al premier Ludovic Orban, l’Istituto Nazionale di Sanità Pubblica attribuirà a ciascun Paese un coefficiente che indicherà il grado della pandemia di Covid-19. Le persone che torneranno in Romania da Paesi con un coefficiente inferiore a cinque non dovranno più stare in isolamento domiciliare. Si auspica anche la ripresa dei voli aerei verso stati con un coefficiente inferiore a cinque, come Austria, Grecia o Bulgaria. Per la proroga dello stato di allerta c’è bisogno, però, del voto del Legislativo, che ha a disposizione cinque giorni per approvarla o meno. Il PSD, il principale partito all’opposizione, che ha anche il maggior numero di parlamentari, ha annunciato di non essere disposto a dare un assegno in bianco al Governo di Ludovic Orban. I socialdemocratici hanno la propria strategia per quanto riguarda la continuazione delle misure anti-pandemia e accetterebbero lo stato di allerta solo in certe condizioni: se fossero riaperti gli ospedali per le malattie croniche, se venissero reintrodotti nel circuito i cosiddetti ospedali di supporto Covid che non hanno registrato alcun caso nell’ultimo mese, se fossero ripresi gli acquisti pubblici tramite appalti oppure se si rinunciasse alle assunzioni in base a deroghe dalla legge. Il PSD considera invece necessari, per un determinato periodo, l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi chiusi, la limitazione del numero di partecipati a diversi eventi oppure il distanziamento fisico. Dal canto suo, l’USR, il terzo partito parlamentare, sostiene il mantenimento dello stato di allerta solo per altri 15 giorni ed esclusivamente nelle località in cui ci sono focolai. Il presidente Klaus Iohannis è intervenuto nuovamente ed ha esortato i parlamentari a capire che il Governo non può tenere sotto controllo la situazione sanitaria, se non dispone degli strumenti necessari.
La situazione dell’economia romena
Sebbene non sia passata la prima ondata della pandemia di coronavirus, alcuni esponenti di Bucarest accennano già a una possibile seconda ondata, destando malcontento tra coloro che criticano soprattutto la mancanza di misure di ripresa economica. I romeni aspettano un piano di rilancio, che i liberali, al governo, hanno promesso di elaborare entro la metà di giugno. Stando ai loro avversari socialdemocratici, centinaia di migliaia di romeni sono disoccupate, il deficit commerciale è in aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e l’unico programma avviato dall’attuale Esecutivo per la ripresa economica, IMM Invest, registra risultati poco significativi: ha iniettato nell’economia 2,7 miliardi di lei (circa 540 milioni di euro), valore afferente a circa 3.400 crediti. Più esattamente — affermano i socialdemocratici — il sostegno offerto dal governo ammonta a circa lo 0,25% del PIL e riguarda lo 0,67% del numero totale delle PMI romene. Il Governo risponde che promuoverà un atto normativo tramite cui, secondo il modello IMM Invest, che ritiene un successo, garantirà crediti anche alle grandi compagnie. Lo schema di sostegno dovrebbe diventare operativo dopo che la Commissione Europea avrà espresso parere favorevole, probabilmente al massimo entro due settimane. L’Esecutivo sostiene che questo programma, assieme a quello per le piccole e medie imprese, daranno la possibilità a quasi tutte le compagnie in Romania di accedere a crediti di finanziamento. Inoltre, in un messaggio trasmesso in occasione della Giornata degli Imprenditori, il premier Ludovic Orban dichiara che il Governo incoraggerà gli investimenti e il capitale locale e garantirà il funzionamento delle istituzioni che mettono a disposizione un mercato libero e corretto per le compagnie attive sul mercato romeno.
Decisione dell’Agenzia Standard&Poors
L’Agenzia Standard&Poors ha mantenuto il rating Paese della Romania al BBB meno, ma anche la prospettiva negativa sull’economia nazionale. Vuol dire che il Paese non è salvo dal declassamento alla categoria “Junk”, che avrebbe allontanato gli investitori. Standard&Poors stima inoltre che l’economia romena registrerà una contrazione del 5,5% quest’anno, dopo che in precedenza aveva anticipato una crescita del 3,5%. Per il ministro delle Finanze, Florin Cîţu, le misure prese dall’attuale Governo liberale per controbilanciare gli effetti della crisi Covid-19 e di garantire finanze pubbliche sostenibili sono state corrette. I liberali smentiscono le accuse del PSD, e lo accusano di voler portare la Romania sull’orlo del fallimento tramite misure populiste adottate nel Parlamento. I socialdemocratici affermano invece che l’unico motivo per cui l’Agenzia Standard&Poors ha rinviato il declassamento della Romania è stata l’efficienza del loro precedente governo in carica fino a novembre dell’anno scorso e che, infatti, il governo PNL abbia nascosto la propria incompetenza, impegnandosi in un lettera all’austerità. Secondo il Governo, l’aumento delle pensioni quest’autunno, ad esempio, potrebbe essere al massimo del 10%, mentre la legge prevede una crescita del 40%.