La settimana 06 – 12/10/2013
Politica: nuove tensioni presidente – premier/ Giustizia: la CE rinvia rapporto Romania/ Romania – UE: il premier Ponta presenta Partenariato al Parlamento/ Romania – Gran Bretagna: lavoro, collaborazione per prevenire abusi
Roxana Vasile, 11.10.2013, 13:11
Incontro tra il ministro degli Esteri Titus Corlatean, il Guardasigilli Robert Cazanciuc e due consiglieri presidenziali, per discutere l’accordo di collaborazione istituzionale tra la Presidenza e il Governo di Bucarest. Il capo dello stato Traian Băsescu ha spiegato di aver avviato questo meccanismo per la soluzione delle dispute, dopo aver constatato che il premier Victor Ponta ha violato l’accordo per quanto riguarda la politica estera, l’indipendenza della giustizia e lo stato di diritto. Il risultato delle discussioni è stato riassunto dal ministro Cazanciuc. “Dal mio punto di vista, è stato un modello di dialogo tra i rappresentanti istituzionali, in cui ciascuna delle parti ha esposto, ovviamente, le proprie valutazioni sul funzionamento dell’accordo finora. E’ stato essenzialmente un incontro in cui abbiamo concordato che dobbiamo andare avanti con questo accordo e individuare delle soluzioni in tal senso”, ha spiegato il Guardasigilli. Il patto di coabitazione tra presidente e premier era stato firmato dopo le elezioni politiche del 2012, vinte dall’Unione social-liberale. In seguito alle recenti evoluzioni, il presidente ha ammonito che potrebbe rompere l’accordo. Invece, il premier lo ritiene necessario, per evitare una crisi politica.
Prevista inizialmente per dicembre 2013, la pubblicazione del rapporto della Commissione Europea sui progressi della giustizia in Romania è stata rinviata a gennaio. Il portavoce della Commissione, Mark Gray, ha precisato di aver ricevuto numerose segnalazioni da ong sulla situazione della Direzione Nazionale Anticorruzione di Romania, provocata dalle recenti dispute sulla nomina di alcuni procuratori. Però, Mark Gray ha precisato che la Commissione non commenterà casi individuali. “In tutti i rapporti pubblicati finora dalla Commissione europea sui progressi della giustizia in Romania, la Direzione Nazionale Anticorruzione appare come una delle più efficaci istituzioni, con un solido bilancio di indipendenza e obiettività. Per quanto riguarda le discussioni in Romania su certe procedure e nomine, abbiamo espresso chiaramente la nostra posizione nei rapporti. La Commissione Europea non commenterà nomine o casi individuali di procuratori. Ma sicuramente nel prossimo rapporto, la Commissione esaminerà complessivamente la situazione della Direzione Nazionale Anticorruzione, come lo fa sempre”, ha detto Mark Gray.
Il premier socialdemocratico Victor Ponta ha presentato al Parlamento l’Accordo di partenariato con l’Unione europea sull’esercizio finanziario per i prossimi 7 anni. Ricordando che il loro assorbimento è triplicato con lo sblocco graduale dei rimborsi per i programmi settoriali, il premier ha spiegato che, grazie all’Accordo, i fondi europei saranno destinati all’attenuazione delle grosse differenze tra le varie regioni del Paese. Victor Ponta ha richiamato, però, l’attenzione sul fatto che, nello stanziamento dei fondi per l’esercizio 2014 — 2020, la Romania è stata sfavorita rispetto ad altri stati della zona. A causa dei problemi nella gestione dei soldi, la Commissione Europea ha sospeso per oltre un anno questi programmi. Però, anche in queste condizioni, l’assorbimento è migliorato notevolmente, per sfiorare un tasso di circa il 24%. D’altronde, proprio nel giorno in cui nel Parlamento romeno veniva presentato l’Accordo, le autorità di Bruxelles hanno annunciato anche lo sblocco del programma destinato alla crescita della competitività.
Le autorità romene e britanniche collaboreranno per prevenire i potenziali abusi sul diritto alla libera circolazione dei lavoratori nello spazio comunitario. L’argomento è stato discusso a Londra dal ministro degli Esteri Titus Corlăţean e dal collega britannico William Hague. In vista della piena apertura del mercato del lavoro britannico ai romeni dal 1 gennaio 2014, i due ministri hanno messo in risalto il contributo positivo recato dalla maggioranza dei romeni che vivono nel Regno Unito allo sviluppo dell’economia britannica. Diversi giornali britannici hanno scritto che alcuni romeni contemplassero l’idea di trasferirsi in Gran Bretagna, per ottenere maggiori benefici. In un articolo pubblicato nei giorni scorsi da huffingtonpost.co.uk, l’ambasciatore romeno a Londra, Ion Jinga, notava un’ostilità crescente nei confonti dell’immigrazione, in vista della piena apertura del mercato del lavoro per i romeni e i bulgari. Il diplomatico spiegava che le vite e la reputazione dei romeni che lavorano in Gran Bretagna sono rovinate dalle statistiche ingannevoli e dalla retorica allarmista dei politici e dei media.
Approvato la scorsa settimana dal Governo, il nuovo Codice delle aree forestali dovrebbe essere adottato dal Parlamento dopo dibattiti in regime di urgenza. A causa dei disboscamenti, dalla Rivoluzione anticomunista del 1989 ad oggi, la Romania ha perso circa 400.000 ettari di bosco, per danni che superano i 5 miliardi di euro. La gestione inefficace e, in alcune zone, gli abbattimenti incontrollati, hanno praticamente distrutto le foreste. Preoccupante è il fatto che il tasso degli abbattimenti è per due volte superiore a quello dei rimboschimenti naturali o fatti dalla Romsilva, il gestore nazionale delle foreste di proprietà statale, o dai proprietari privati. Di conseguenza, il nuovo Codice prevede sanzioni dure per i ladri di legname, che andranno in carcere se ruberanno un albero o mille. I boscaioli che li aiuteranno perderanno l’autorizzazione di pratica e il posto di lavoro. Il ministro con delega alle risorse idriche e forestali, Lucia Varga, ha assicurato che ci saranno degli stimoli per i proprietari che non taglieranno i propri boschi, con somme che andranno fino ai 200 dollari all’ettaro. Invece, il legname non potrà più essere venduto direttamente dal bosco, bensì esclusivamente da depositi speciali e solo misurato e tagliato.