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La settimana 06/03-12/03/2016

La Romania, fra crescita economica e povertà/ La Corte Costituzionale e il SRI/ Il premier Cioloş a Bruxelles e in Olanda/ Il presidente romeno, in Israele e Palestina

La settimana 06/03-12/03/2016
La settimana 06/03-12/03/2016

, 11.03.2016, 19:56

La Romania ha registrato accanto a Svezia, Rep. Ceca e Slovacchia, la terza crescita economica nell’UE nell’ultimo trimestre dell’anno scorso. Lo rileva l’Ufficio Europeo di Statistica, Eurostat. Gli analisti economici affermano che il fenomeno sia stato determinato dal consumo — superiore del 15% rispetto al 2015, grazie agli aumenti salariali e ai tagli delle tasse, soprattutto dell’IVA. La Romania si piazza da anni nel top della crescita economica a livello europeo. La presenza del Paese anche in un top della povertà dimostra, però, che il modello di crescita non è a beneficio della popolazione — ammonisce la Commissione Europea nel suo rapporto Paese. Il capo della Rappresentanza della Commissione Europea a Bucarest, Angela Filote, ha precisato: Da questo io deduco che il modello attuale di crescita economica esistente in Romania non lavora nellinteresse dei cittadini, perché, sebbene il Paese si sviluppi, i cittadini continuano ad essere poveri. Questo non è un modello di crescita da incoraggiare come modello sostenibile e durevole e che possa soddisfare laspirazione di tutti i cittadini, quello di avere un tenore di vita migliore. La Commissione Europea raccomanda alle autorità di puntare su tre settori prioritari: il rilancio degli investimenti, la continuazione delle riforme strutturali e ladozione di politiche di bilancio responsabili.



Il Consiglio Supremo di Difesa del Paese è stato convocato venerdì, in seduta straordinaria, per analizzare le conseguenze della decisione della Corte Costituzionale. La Corte ha deciso che è contrario alla legge fondamentale che il Servizio Romeno di Informazioni effettui delle intercettazioni in casi penali. Il presidente della Corte Costituzionale, Augustin Zegrean, ha detto però che le autorità colpite dalla decisione della CCR devono solo regolare la situazione e che nessuno di coloro che hanno commesso reati sfuggirà alla condanna: Sapete che in Inghilterra non si possono utilizzare le intercettazioni come prova nel processo? Nessuno è stato condannato solo in base ad una registrazione. Se la registrazione non è sostenuta dalle prove, nessuno può essere condannato. Siccome, attualmente, dopo la decisione della CCR, le indagini in migliaia di fascicoli di corruzione sarebbero messe in pericolo, le procure romene hanno chiesto laumento del budget di decine di milioni di euro, ma anche il dislocamento di centinaia di ufficiali della polizia giudiziaria che saranno incaricati ad occuparsi delle intercettazioni. Dal canto suo, il ministro della giustizia, Raluca Prună, ha annunciato che l’Esecutivo ha trovato una soluzione per porre fine a questa situazione: La soluzione che propone il Governo è, evidentemente, l’uso dell’infrastruttura, che è del SRI, eliminando qualsiasi intervento umano da parte del SRI, e facendo coinvolgere esclusivamente il procuratore e la Polizia Giudiziaria, ovvero le istituzioni incaricate alle inchieste penali e che la Corte Costituzionale ha ritenuto come le uniche a poter applicare simili misure di sorveglianza. Le organizzazioni per la difesa dei diritti dell’uomo sono del parere che la decisione dei giudici della corte costituzionale sia benvenuta, che l’impatto sui dossier penali sia temporaneo e che i problemi possano essere superati.



Dopo la partecipazione lunedì al vertice UE-Turchia dedicato alla crisi dei profughi, il premier romeno, Dacian Cioloş, si è incontrato sempre a Bruxelles, col segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, al quale ha trasmesso che Bucarest auspica che gli Alleati rafforzino la loro presenza sul fianco est e nella zona del Mar Nero. La Romania avrà l’iniziativa di rafforzare la cooperazione con i Paesi della regione membri della NATO – Bulgaria e Turchia, sperando che questa collaborazione zonale si trasformi in una internazionale, concretizzata con la presenza anche di altri membri dell’Alleanza Nord-Atlantica, a rotazione. Inoltre, il premier Cioloş ha espresso l’intento fermo del Governo romeno di stanziare dall’anno prossimo il 2% del PIL alla difesa. Dopo Bruxelles, il primo-ministro ha fatto una visita in Olanda, Paese che detiene la presidenza semestrale dell’UE. Ha avuto incontri con esponenti, ma anche con rappresentanti della comunità romena del Regno dei Paesi Bassi. La società romena è capace di assumersi, senza essere monitorata dall’esterno, la lotta alla corruzione e l’indipendenza della giustizia — ha dichiarato il premier Cioloş, nei colloqui all’Aja con l’omologo Mark Rutte. Prevista inizialmente a marzo 2011, l’adesione della Romania all’area Schengen di libera circolazione è stata rinviata a causa dell’opposizione di alcuni degli stati membri, tra cui anche l’Olanda, che hanno espresso i loro riserbi legati all’efficacia del sistema giuridico romeno.



Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, si è recato questa settimana in Israele e Palestina. A Gerusalemme, egli ha detto all’omologo Reuven Rivlin che la Romania presta particolare attenzione ai rapporti con Israele, e che la sua visita è volta a onorare la tradizione dei 68 anni di rapporti diplomatici ininterrotti e, soprattutto, a progettare il futuro della cooperazione bilaterale. I due stati hanno un ottimo dialogo su temi legati all’attualità internazionale, ha aggiunto lui, affermando che per garantire la sicurezza di Israele, non ci possono essere compromessi. Giovedì, a Ramallah, all’incontro con il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, Klaus Iohannis ha sottolineato che nelle zone colpite da crisi e conflitti c’è bisogno di soluzioni politiche e sforzi congiunti per offrire un più di speranza alla popolazione. A nostro avviso la questione più importante che va presa in considerazione al momento è quella di individuare dei mezzi per ristabilire la fiducia tra le parti. Le aspirazioni legittime del popolo palestinese, di vivere in condizioni di sicurezza e prosperità in uno stato proprio, si possono concretizzare solo tramite un processo pacifico, tramite soluzioni che siano accettate e assunte da ambo le parti. – ha affermato il presidente Klaus Iohannis. Dal canto suo, il leader palestinese si è detto a favore della soluzione di una pace costruita su ciò che ha chiamato giustizia e verità ed ha menzionato di essere contro la violenza e l’estremismo, qualsiasi fossero le loro motivazioni. (traduzione di Gabriela Petre)

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