La settimana 05 – 11/11/2017
Misure fiscali e i loro effetti in Romania/ Dati sull'economia romena/La bozza su modifica leggi giustizia
Corina Cristea, 10.11.2017, 14:03
Nonostante le critiche e le proteste, il Governo romeno ha adottato questa settimana con la procedura d’urgenza il decreto governativo sulle nuove misure fiscali, applicabili dal 1 gennaio 2018. La cosiddetta rivoluzione fiscale prevede il trasferimento dei contributi sociali dal carico dei datori di lavoro a quello dei dipendenti, mentre la flat tax scenderà dal 16 al 10%. Inoltre, le compagnie verseranno un contributo del 2,25% dal fondo salari. Altri cambiamenti sono volti a limitare la possibilità di alcune compagnie multinazionali di portare via dal Paese il profitto. Calano anche i contributi al secondo pilastro delle pensioni gestite da enti privati dal 5,1 al 3,75%. La misura accompagna l’aumento della pensione minima di 120 lei (26 euro), a partire dal 1 luglio prossimo, e del valore del cosiddetto punto pensioni di 100 lei (22 euro). I timori dei contestatari sono legati al fatto che, dal momento in cui scatteranno questi provvedimenti, i redditi dei dipendenti potrebbero diminuire, mettendo in pericolo anche i posti di lavoro. La coalizione governativa PSD-ALDE sostiene, però, che le modifiche apportate al Codice fiscale saranno benefiche sia per i cittadini che per le imprese operanti in Romania, nel senso che il reddito netto del dipendente aumenterà senza che il datore di lavoro pagasse di più alle casse dello stato, così come crescerà il contributo per le pensioni, il che garantirà al dipendente una pensione più alta. Il premier Mihai Tudose considera che alcune misure porteranno maggiori fondi al budget per il finanziamento dei settori istruzione, sanità e infrastruttura. Dall’opposizione, i liberali hanno criticato le misure con veemenza, annunciando che avvieranno gli iter per inoltrare una mozione di sfiducia. I liberali dicono che gli effetti sono già visibili – tassi d’interesse più alti, deprezzamento della moneta nazionale, inflazione in crescita, mentre i segnali della Banca Centrale sono preoccupanti. Le grandi confederazioni sindacali hanno annunciato che le proteste a livello nazionale continueranno e che si rivolgeranno al Difensore Civico, nel tentativo di bloccare costituzionalmente il decreto governativo. La gente scontenta è scesa in piazza a Bucarest e in altre grandi città della Romania.
La Commissione Europea ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita economica e il deficit della Romania nel 2017 e 2018, ammonendo allo stesso tempo che le incertezze sulle politiche governative potrebbero ledere questa crescita. Le previsoni d’autunno pubblicate giovedì a Bruxelles indicano che l’economia romena dovrebbe raggiungere una crescita del 5,7% nel 2017, in aumento rispetto alle stime di primavera, che anticipavano un progresso del 4,3%. Anche per il 2018, la CE ha rivisto le previsioni legate alla crescita dell’economia romena dal 3,7 al 4,4%. Secondo la CE, la crescita reale del PIL è aumentata, sostenuta sopratutto dal consumo privato. Invece, il deficit pubblico dovrebbe arrivare al 3% del PIL nel 2017, per salire poi al 3,9% nel 2018 e al 4,1% nel 2019. Valutazioni sugli indicatori economici sono subito scattate anche a Bucarest. Il leu registra una tendenza al deprezzamento, secondo quanto confermato dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isarescu, in seguito al calo della moneta nazionale al più basso livello degli ultimi cinque anni. Isarescu ha richiamato l’attenzione sul fatto che l’evoluzione del tasso di cambio è influenzata dal deterioramento della bilancia commerciale a valori che già costituiscono un problema. Complessivamente, notiamo una tendenza prolungata al deprezzamento, non segnata da cifre alte, però prolungata e assolutamente associata alla situazione della bilancia dei pagamenti della Romania. E a questo punto ci troviamo in una situazione di peggioramento della bilancia commerciale. Oggi stesso sono state annunciate le cifre: solo in 8-9 mesi il deficit commerciale supera gli 8 miliardi di dollari. E a questo punto si delinea un problema, ha spiegato il governatore. Mugur Isarescu ha aggiunto che l’inflazione crescerà più velocemente del previsto fino in primavera, dopo di che si tornerà a valori più bassi. Le previsoni inflazionistiche sono aumentate dall’1,9 al 2,7% per il corrente anno, per arrivare al 3,2 nel 2018, secondo le stime della Banca Centrale.
Il Consiglio Superiore della Magistratura di Romania ha espresso una valutazione negativa sulla bozza di modifica delle leggi sulla giustizia, nella variante inviata alla sua analisi dal Parlamento. In precedenza, anche la Direzione per l’investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo, la Direzione Nazionale Anticorruzione e la Procura Generale si erano pronunciate contro il progetto. Opinione condivisa anche dall’Associazione dei Procuratori di Romania e dal Forum dei Giudici. Da parte sua, il presidente Klaus Iohannis ha criticato la bozza, ritenendo alcuni provvedimenti buoni, opportuni e necessari, a differenza di altri come il tetto di valore imposto per definire l’abuso d’ufficio. L’attuale bozza include il capo dello stato nella procedura per la nomina dei capi delle procure, dopo che all’inizio ne era stato tolto, però lo esclude da quella per la revoca. Inoltre, dovrebbe essere istituita una direzione di investigazione dei magistrati che sarà subordinata alla Procura Generale, il che diminuirebbe le attribuzioni della Direzione Nazionale Anticorruzione. Invece, l’Ispezione Giudiziaria dovrebbe essere subordinata al Consiglio Nazionale di Integrità dei Giudici e dei Procuratori, che dovrebbe essere una nuova struttura. Il tema è stato affrontato questa settimana a Bruxelles anche dal ministro della Giustizia romeno, Tudorel Toader, in un incontro con il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans.