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La settimana 05/02-12/02/2017

Le proteste di piazza e le tensioni continuano in Romania/La Corte Costitzionale boccia le segnalazioni in merito al decreto-legge sulla modifica dei codici penali/Il Guverno Grindeanu sopravvive alla prima mozione di sfiducia

La settimana 05/02-12/02/2017
La settimana 05/02-12/02/2017

, 10.02.2017, 18:13

Il ministro romeno della Giustizia, Florin Iordache, considerato
responsabile della situazione creata in seguito all’adozione, dal Governo, del
decreto-legge di modifica dei Codici Penale e di Procedura Penale, ha
annunciato, ieri, le sue dimissioni, sebbene, afferma egli, tutte le iniziative
assunte siano state legali e costituzionali. Anche se il decreto-legge,
criticato sia dal capo dello stato e dalle principali istituzioni giudiziarie
nel Paese, che dai partner esteri membri dell’Ue e della Nato, è stata
abrogata, le ampie proteste di piazza sono continuate nella Capitale, e in
altre città del Paese, ma anche all’estero. La gente non si accontenta delle
dimissioni del ministro della Giustizia e afferma di aspettare un simile gesto
da parte del premier Sorin Grindeanu, perchè è stato lui ad approvare, con la
propria firma, le iniziative di Florin Iordache. D’ altra parte, i manifestanti
affermano che non vogliono imporre un governo con un altro orientamento
politico e ammettono che il PSD, vincitore delle politiche dello scorso dicembre,
deve governare, ma, aggiungono loro, i socialdemocratici dovrebbero designare
un altro Esecutivo, perchè solo allora sarà ripristinata una parte della
fiducia e solo cosi’ queste proteste cesseranno. Anche il Governo Grindeanu ha,
però, i suoi sostenitori! I manifestanti pro-Governo hanno scelto di protestare
davanti al Palazzo Cotroceni, sede della Presidenza, chiedendo le dimissioni
del capo dello stato Klaus Iohannis e affermando che vogliono che sia
rispettato il loro voto alle politiche dell’11 dicembre. Nel frattempo, il
presidente Iohannis si è
recato, martedi’, nel Parlamento per la prima volta dall’insediamento del
Governo PSD-ALDE guidato da Sorin Grindeanu e si è pronunciato per un governo
responsabile e sostenibile. In risposta, i partiti al governo hanno
rimproverato al capo dello stato che non eserciterebbe il suo ruolo di
mediatore.




Il
controverso decreto-legge sulla modifica dei codici penali è giunto anche sul
tavolo della Corte Costituzionale. Mercoledi’, la CC ha bocciato le segnalazioni
inoltrate, la scorsa settimana, dal presidente Klaus Iohannis e dal Consiglio Superiore della
Magistratura, constatando che non esiste un conflitto giuridico di natura
costituzionale tra i poteri nello stato in seguito all’adozione del
decreto-legge. La Corte ha esaminato, allo stesso tempo, una segnalazione sul
merito del problema inoltrata dall’Avvocato del Popolo e l’ha bocciata, ma solo
perchè il decreto-legge non esiste più, essendo stato abrogato. Il contenuto
dell’atto normativo non è stato analizzato, anche se alcuni analisti affermano
che ciò sarebbe stato necessario.




Al governo da un mese solo, l’Esecutivo romeno è
sopravvissuto senza problemi alla prima mozione di sfiducia, inoltrata
dall’Opposizione di destra. Promossa dal PNL e dall’Unione Salvate Romania e
sostenuta dal Partito Movimento Popolare, la mozione, chiamata Il Governo
Grindeanu – il Governo della sfida nazionale. Non legalizzate il furto in
Romania, non ha ottenuto, come c’era d’aspettarsi, la maggioranza dei voti dei
parlamentari. Questi accusano il Governo di aver adottato, nella tarda serata,
di nascosto, il decreto-legge che modifica i codici penali, per aiutare certi
politici ad essere esonerati dalla responsabilità penale. Solo 161 parlamentari
hanno votato per il crollo dell’Esecutivo, mentre per l’adozione della mozione
erano necessari almeno 233 voti. Dopo il voto, il premier Sorin Grindeanu ha
promesso che l’Esecutivo sarà, nel futuro, aperto al dialogo, soprattutto nei
settori giustizia e politica fiscale, estremamente sensibili per i romeni.




Il Governo di sinistra di Bucarest ha adottato,
ieri, un memorandum sulla creazione del Fondo Sovrano di Sviluppo e
Investimenti. Lo ha reso noto il ministro dell’Economia, Alexandru Petrescu.
Questi ha spiegato che il Fondo è uno strumento di finanziamento degli
investimenti in settori competitivi, redditizi e sostenibili, con effetto di
moltiplicazione nell’economia, in seguito all’attrazione di capitale e fonti
dal mercato finanziario. Stando al ministero dell’Economia, il Fondo
rappresenterà un partner per gli investitori istituzionali, la Banca Europea
per la Ricostruzione e lo Sviluppo, la Banca Mondiale, i fondi di investimenti
e per altri investitori privati. Sarà adottato anche un atto normativo sul
funzionamento effettivo di questo fondo, ha precisato Petrescu.
Egli ha aggiunto che il Fondo contribuirà sia agli sforzi della Romania di
ottenere lo status di mercato emergente per il mercato romeno di capitale
tramite l’aumento di liquidità alla Borsa di Valori di Bucarest, che
all’aumento del tasso di assorbimento dei fondi europei non rimborsabili,
tramite la garanzia delle fonti finanziarie di cofinanziamento dei progetti
d’investimenti.




Il lungometraggio Ana, mon amour, realizzato dal romeno Călin Peter
Netzer, è stato selezionato nel concorso ufficiale della 67esima edizione della
Berlinale, il primo grande festival cinematografico dell’anno in Europa, che si
svolge dal 9 -19 febbraio, nella capitale della Germania. Netzer vanta già un Orso d’Oro, vinto nel 2013, sempre a
Berlino, con la pelicolla ”La posizione del bambino. La Romania è
rappresentata anche quest’anno alla Berlinale Talents dai
registi Ilinca Călugăreanu e Ioana Mischie, dall’attore Alexandru Potocean, dalla
produttrice Andra Popescu, dall’operatrice cinematografica Carmen Tofeni, dal
distributore di film Matei Truţă e dalla sceneggiatrice Monica Stan. Allo
stesso tempo, alla sezione Shooting Star
è presente l’attore Tudor Aaron Istodor, e il progetto Il capriolo di Bogdan George Apetri è stato
selezionato alla sezione ”Co-production Market. (traduzione di Adina Vasile)







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