La settimana 04 – 09/05/2020
Coronavirus in Romania/ Sanzionate le multe/ CEDU versus CCR/ Crisi dopo la pandemia/ Sostegno di fratellanza/ Autonomia in tempi di pandemia
Bogdan Matei, 09.05.2020, 07:00
Coronavirus in Romania
Circa 15 mila contagi e quasi mille decessi è il bilancio dell’epidemia di COVID-19 in Romania. Il presidente Klaus Iohannnis ha ammonito che la situazione non è migliorata e che l’epidemia non è passata, ed ha ribadito che, dopo il 15 maggio, lo stato di emergenza istituito a metà marzo non sarà più prorogato e sarà sostituito dallo stato di allerta. I romeni potranno spostarsi liberamente, senza essere muniti di autocertificazioni. Saranno riaperti i saloni di bellezza, gli studi odontoiatrici e i musei, però mantenendo il distanziamento e indossando le mascherine, che saranno d’obbligo anche nei mezzi di trasporto pubblico. Le misure di allentamento non saranno applicate nelle località in quarantena, come Suceava (nord-est), Ţăndărei (sud) e due quartieri di Buzău (sud-est).
Sanzionate le multe
Odiata e contestata da molti, la Corte Costituzionale della Romania resta un arbitro che emette sentenze implacabili. In seguito alla segnalazione inoltrata dal Difensore Civico, i giudici della CCR hanno deciso che le multe applicate durante lo stato di emergenza per l’inosservanza della quarantena e dell’isolamento sono contrarie alla Costituzione. Le multe non saranno però cancellate automaticamente, ma vanno contestate in tribunale. Il premier liberale Ludovic Orban è del parere che, con questa decisione, il governo e le altre autorità siano impediti nell’azione di difendere la salute e la vita dei romeni. Il ministro delle Finanze, Florin Cîţu, ha precisato che il ruolo delle multe non è stato di portare soldi alle casse dello stato, bensì di ridurre il rischio di contagio. Tuttavia, in precedenza, il suo collega del ministero dell’Interno, Marcel Vela, affermava che è ovvia l’esistenza di abusi commessi dai poliziotti nel caso dei controlli sulla libera circolazione. Dalla dichiarazione dello stato di emergenza, le multe inflitte ai cittadini romeni per l’inosservanza delle disposizioni delle autorità ammontano a 120 milioni di euro.
CEDU versus CCR
Laura Codruţa Kovesi ha vinto alla CEDU il processo contro lo stato romeno, in cui ha contestato la decisione relativa alla sua rimozione dalla carica di procuratore-capo della Direzione Nazionale Anticorruzione. La revoca del suo incarico è avvenuta nel 2018, dopo che la Corte Costituzionale ha obbligato il capo dello stato a firmare un decreto in tal senso. La Corte Europea ha deciso all’unanimità che sono stati trasgrediti i diritti della Kovesi a un processo equo e alla libertà di espressione e che è stata rimossa dalla carica prima della conclusione del mandato. Laura Codruţa Kovesi, attualmente capo della nuova procura europea, incaricata a contrastare le frodi da fondi europei, ha precisato che non chiederà danni pecuniari, perché sarebbero pagati sempre dai contribuenti romeni.
Crisi dopo la pandemia
L’economia romena registrerà, quest’anno, un calo del 6% – lo rilevano le previsioni economiche di primavera presentate dalla Commissione Europea. D’altronde, l’intera UE attraverserà la più dura recessione della sua storia, con una contrazione economica stimata al 7,4%. Il commissario per l’economia, Paolo Gentiloni, anticipa un possibile deficit di bilancio della Romania almeno dell’8%, e afferma che nella stessa situazione si trovano quasi tutti i Paesi membri, costretti a sostenere con liquidità l’economia e a proteggere i posti di lavoro. Secondo le previsioni economiche della Commissione, in Romania l’inflazione sfiorerà il 2,5% quest’anno e aumenterà nel 2021, mentre il tasso di disoccupazione arriverà al 6,5% quest’anno e al 5,4% nel 2021.
Sostegno di fratellanza
Giovedì è arrivato a destinazione un convoglio di 20 camion contenenti equipaggiamenti sanitari, offerti dalla Romania alla confinante Moldova, repubblica a maggioranza romenofona, a sostegno della lotta contro l’epidemia di COVID-19. Il convoglio è stato accompagnato da una delegazione ufficiale, di cui hanno fatto parte il ministro della Salute, Nelu Tătaru, il capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, e il segretario di stato presso il Dipartimento per i rapporti con la Moldova, Ana Guţu. Il Governo di Bucarest ha deciso di concedere allo stato confinante aiuti umanitari pari a 3,5 milioni di euro, sotto forma di equipaggiamenti sanitari e farmaci. La Romania ha inviato anche decine di medici e infermieri, che lavorano negli ospedali moldavi in cui sono ricoverati i malati affetti dal nuovo coronavirus.
Autonomia in tempi di pandemia
Il Senato romeno ha bocciato a larga maggioranza, quale istituzione con potere decisionale, il ddl sulla cosiddetta Contrada dei Sekleri, nel centro della Romania. Secondo il ddl, la zona sarebbe diventata regione autonoma con personalità giuridica. La proposta legislativa era stata approvata tacitamente dalla Camera, senza dibattiti, nella forma proposta dall’UDMR che l’aveva inoltrata. L’unica zona di Romania con popolazione a maggioranza ungherese, la Contrada avrebbe incluso le province di Covasna, Harghita e parte del Mureș, avrebbe avuto organizzazione amministrativa e istituzioni proprie, l’ungherese come lingua ufficiale e i simboli della nazione magiara. E’ toccato poi alla Camera di bocciare una bozza di Codice amministrativo adottata tacitamente dal Senato. Avviato sempre dall’UDMR, questo avrebbe permesso l’uso della lingua delle minoranze nazionali nell’amministrazione locale e nelle pubbliche istituzioni delle località in cui le rispettive minoranze rappresentano più del 20% del numero degli abitanti, nonché l’esposizione della bandiera dei sekleri sugli edifici delle istituzioni pubbliche. Il presidente Iohannis ha accusato con veemenza di complicità con l’UDMR e con le autorità di Budapest i socialdemocratici, all’opposizione, che controllano entrambe le camere del Parlamento. I leader del PSD hanno risposto con la stessa veemenza e l’atmosfera politica si è di nuovo accesa, a quote specifiche per un anno elettorale, in cui sono previste elezioni amministrative e politiche.