La settimana 02 – 08/07/2017
Decisioni del Consiglio Supremo di Difesa/ Vertice dell'Iniziativa dei Tre Mari/ Fiscalità in Romania
Corina Cristea, 07.07.2017, 12:35
Il Consiglio Supremo di Difesa del Paese si è riunito questa settimana per la prima volta dall’insediamento del nuovo governo di sinistra, presieduto da Mihai Tudose. La Romania è interessata a diventare parte della strategia dell’UE in materia di sicurezza e difesa. Lo ha dichiarato al termine della riunione il presidente Klaus Iohannis, spiegando che si tratta di un’iniziativa europea che mira, in una prima tappa, a contemplare il modo in cui l’industria della difesa possa essere migliorata e, successivamente, la maniera in cui gli eserciti nazionali possano potenziare la cooperazione. Nell’ambito della riunione, è stato approvato anche l’aumento del numero massimo dei militari romeni partecipanti a missioni all’estero. È stato aumentato il numero delle forze da rendere disponibili. Abbiamo, quindi, un numero massimo di 1.793 di persone, militari e civili, che possono partecipare a missioni all’estero da parte del Ministero della Difesa, e 971 persone, sia militari che civili, da parte del Ministero dell’Interno allo stesso tipo di missioni. Questi sono i numeri massimi. In realtà, al momento non sono impiegate tutte queste persone e probabilmente non lo saranno neanche nel 2018, ma abbiamo visto tutti che le situazioni possono cambiare da un giorno all’altro e vogliamo assicurarci che abbiamo un margine confortevole per impiegare, se fosse necessario, più persone in queste missioni, ha spiegato il presidente Klaus Iohannis. Dall’ordine del giorno è stato ritirato il tema relativo al piano di dotazione dell’esercito per il periodo 2017-2026, in quanto non prendeva in considerazione lo stanziamento del 2% del Pil, come prevede un accordo firmato da tutti i partiti parlamentari qualche mese addietro. Il Consiglio Supremo di Difesa ha esaminato anche un rapporto del Ministero dell’Interno sull’evoluzione della migrazione illegale. Stando al presidente Klaus Iohannis, la Romania deve far fronte a questo movimento migrazionista per un lungo periodo. E ciò perchè non esiste alcun segno che la pressione migratoria diminuirà a breve.
Nel 2018, sarà la Romania ad ospitare il summit dell’Iniziativa dei Tre Mari, che ha come meta l’interconnessione economica nello spazio compreso tra l’Adriatico, il Baltico e il Mar Nero, affinchè i Paesi del confine orientale della NATO e dell’UE si sentano più sicuri davanti alle minacce della Russia. La decisione è stata presa giovedì a Varsavia, nel corso della riunione di quest’anno, cui la Romania è stata rappresentata dal presidente Klaus Iohannis. Il capo dello stato romeno è stato uno dei leader di 12 Paesi dell’Europa centro-orientale che hanno discusso temi di economia e sicurezza, alla presenza del presidente americano Donald Trump. Klaus Iohannis ha assicurato che Bucarest continuerà ad essere un sostenitore attivo del legame transatlantico, che è vitale, in quanto rappresenta la colonna vertebrale della civiltà occidentale. Il capo dello stato ha aggiunto che la presenza del presidente degli USA a Varsavia dimostra l’impegno di Washington per la sicurezza e la prosperità dell’intera Europa. In un discorso di 8 minuti, Donald Trump ha espresso l’apprezzamento per le azioni avviate dai Paesi dell’Iniziativa per la sicurezza energetica e ha promesso il pieno sostegno degli USA ai suoi progetti.
Il nuovo programma governativo della coalizione PSD-ALDE prevede che, dal 1 gennaio 2018, tutte le imprese di Romania paghino una tassa sul giro d’affari al posto di quella sul profitto, che scomparirà. Le aziende non pagherebbero più l’imposta sul profitto del 16%, vigente in questo momento, bensì una tassa sul reddito pari all’1, 2 o 3%. Stando agli esperti, una simile misura sarebbe distruttiva per l’imprenditoria e genererà un’ondata di effetti negativi. Inoltre, sempre gli specialisti richiamano l’attenzione sul fatto che l’applicazione di una quota differenziata di imposta sul giro d’affari può creare delle discordanze concorrenziali tra i Paesi, che si ritroveranno nei prezzi dei prodotti finiti. Così, la Romania rischia l’avvio della procedura di infrazione. Gli effetti della tassazione sul giro d’affari saranno difficilmente sopportabili per la maggioranza delle compagnie di Romania, soprattutto per quelle i cui redditi superano un milione di euro (il 60% hanno azionisti stranieri), secondo quanto rileva uno studio dell’Associazione degli analisti finanziari e bancari di Romania. Il premier Mihai Tudose sarebbe d’accordo con una tassa sul giro d’affari delle compagnie, però graduale e solo per certi tipi di attività, hanno precisato fonti governative. Le stesse fonti hanno spiegato che il primo ministro sta aspettando i risultati delle simulazioni su questa tassa, condotte dal Ministero delle Finanze, dopo di che prenderà una decisione. Intanto, l’ambasciatore degli USA a Bucarest, Hans Klemm, ha avuto un incontro con Liviu Dragnea, presidente della Camera dei deputati e del principale partito al governo (PSD), nel corso del quale ha sostenuto che l’esecutivo romeno deve trasmettere segnali positivi sia agli investitori americani che a tutti gli altri imprenditori stranieri. Liviu Dragnea ha assicurato che non verrà applicata nessuna modifica del Codice Fiscale in grado di avere degli effetti negativi sull’ambiente d’affari. (traduzione di Iuliana Anghel)