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La settimana 01 – 07/04/2018

Effetti della legge sulla retribuzione unitaria/ La premier al Parlamento, per presentare situazione economica/ Mozione semplice contro il ministro della Cultura/ Discussioni su declassificazione protocolli tra Intelligence, Alta Corte e altre strutture

La settimana 01 – 07/04/2018
La settimana 01 – 07/04/2018

, 05.04.2018, 13:07

Martedì, il presidente romeno Klaus Iohannis ha sollecitato alla premier Viorica Dancila e al ministro del Lavoro, Lia Olguta Vasilescu, dei chiarimenti relativi alla legge sulla retribuzione unitaria nel settore pubblico, a tre mesi dall’applicazione dei cambiamenti. Il capo dello stato ha spiegato di aver ricorso a questa sollecitazione in seguito alle scontentezze di certe categorie di dipendenti e alle manifestazioni sindacali. Klaus Iohannis ritiene che la legge sulla retribuzione nel settore pubblico contaddice i principi della parità e della prevedibilità, e ha sollecitato prudenza nell’approccio delle politiche economiche. Il capo dello stato ha aggiunto che il trasferimento dei contributi sociali dal carico del datore di lavoro a quello dei dipendenti ha portato una leggera crescita salariale netta, però l’effetto è stato cancellato dall’inflazione più alta. A loro volta, la premier e la ministra del Lavoro hanno assicurato il presidente della stabilità delle risorse finanziarie necessarie all’applicazione della legge sulla retribuzione unitaria e agli incrementi assunti finora. Ultimamente, il governo di coalizione PSD-ALDE è stato il target di una serie di proteste generate dalla rispettiva normativa.

L’opposizione liberale ha invitato al Parlamento la premier Viorica Dancila per offrire delle spiegazioni sullo stato dell’economia. Il PNL ha accusato la coalizione governativa PSD-ALDE che la cosiddetta riforma fiscale non ha portato denaro in più nelle tasche dei dipendenti del settore pubblico, mentre alcuni di quello privato hanno visto i propri stipendi persino diminuiti. Inoltre, i liberali hanno sostenuto che decine di migliaia di romeni lasciano il Paese in mancanza di opportunità di lavoro, mentre le strutture dello stato sono cariche di rappresentanti della maggioranza. In replica, la premier ha fatto riferimento alla crescita economica registrata lo scorso anno e ai buoni risultati che, dice Viorica Dancila, hanno migliorato il tenore di vita. La premier ha ricordato la crescita del 14% del salario medio lordo e del 18% delle pensioni rispetto all’anno precedente. Le spese di personale sono del 19% superiori, il che significa una crescita salariale del 19% nel sistema pubblico rispetto al 2017, cioè 1,2 milioni di famiglie hanno redditi più alti. Le statistiche ufficiali rilevano che il potere d’acquisto in Romania è aumentato nel 2017 del 12,7%, nel caso degli stipendi e del 10,3% nel caso delle pensioni medie, ha detto la premier, aggiungendo che la validità del programma economico del PSD è stata dimostrata dalla crescita e gli scenari allarmistici non si sono avverati.

La Camera dei Deputati di Bucarest ha bocciato la mozione semplice inoltrata dall’opposizione liberale contro il ministro della Cultura, George Ivascu, un giorno dopo il dibattito in plenaria. I liberali hanno accusato il ministro di negligenza nella preparazione delle celebrazioni dedicate al Centenario della Grande Unità della Romania, esprimendo anche la preoccupazione nei confronti di quello che hanno definito l’incapacità del Governo di gestire un ottimo svolgimento della Festa Nazionale del 1 Dicembre. Gli stessi liberali ritengono, inoltre, necessario un dibattito pubblico volto a individuare delle soluzioni per riconsiderare un piano nazionale dedicato al Centenario della Grande Unità. In replica, il ministro della Cultura ha affermato che l’organizzazione delle celebrazioni con la massima efficacia costituisce il suo costante interessamento.

Mercoledì, il Consiglio Superiore della Magistratura ha sollecitato al Consiglio Supremo di Difesa la declassificazione della decisione adottata nel 2005, su cui si basa il protocollo tra la Procura e il Servizio Romeno di Informazioni. Inoltre, il CSM ha chiesto la declassificazione di tutti i protocolli tra il SRI e le istituzioni del sistema giudiziario. Il vicepresidente del CSM, Codrut Olaru, ritiene giustificate le domande di declassificazione, affinchè la società venga a sapere che i procuratori non hanno adoperato dei metodi al limite della legalità. Olaru ha spiegato che il Consiglio Superiore della Magistratura, l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia e l’Ispezione Giudiziaria hanno sottoscritto dei protocolli con le strutture informative di Romania. I rappresentanti del CSM hanno firmato un protocollo con il Servizio Romeno di Informazioni nel 2012, denunciato nel 2017. Anche l’Ispezione Giudiziaria ha sottoscritto una simile intesa con il SRI nel 2016, pari all’Alta Corte. Le precisazioni arrivano nel contesto dello scandalo scoppiato la scorsa settimana, in seguito alla pubblicazione di un protocollo firmato nel 2009 tra l’Intelligence e la Procura Generale, il quale prevedeva il sostegno dei servizi segreti al lavoro dei procuratori per un periodo di sette anni.

Lunedì, il procuratore generale della Romania, Augustin Lazar, ha inoltrato al presidente Klaus Iohannis la richiesta relativa all’inchiesta penale nel fascicolo della Rivoluzione, che indaga le vicende che hanno portato al crollo del regime comunista, a dicembre 1989. Nel dossier, i vertici del potere di sinistra insediato dopo la caduta del comunismo – Ion Iliescu, ex capo dello stato, Petre Roman, ex primo ministro, e Gelu Voican Voiculescu, ex vicepremier – sono accusati di reati contro l’umanità. Secondo gli inquirenti, gli incidenti armati avvenuti dopo il 22 dicembre in numerose località romene, indicano il fatto che è stato seguito un piano prestabilito, finalizzato al trasferimento del potere ai nuovi leader, nonchè alla loro legittimazione. A causa dei ritardi registrati nel fascicolo relativo alla Rivoluzione, la Romania è stata già condannata dalla CEDU. Secondo la Corte, la sua rilevanza per la società romena avrebbe dovuto motivare le autorità di istruire il caso con celerita’. Secondo le statistiche ufficiali, oltre 1.100 persone hanno perso la vita e più di 3.000 sono state ferite a dicembre 1989.

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