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Il 2023 nel mondo

Attacco massiccio di Hamas contro Israele/ Secondo anno di guerra in Ucraina/ Finlandia nella NATO, Ucraina e Moldavia più vicine all'UE/ Devastanti terremoti e incendi nell'anno più caldo della storia/ Incoronazione di Carlo III

Il 2023 nel mondo
Il 2023 nel mondo

, 07.01.2024, 08:00

Il 7 ottobre scorso, commando dell’organizzazione Hamas sono entrati nel sud d’Israele dalla Striscia di Gaza e hanno commesso massacri nelle località di confine e in un festival musicale. Il bilancio è salito a circa 1200 morti, bambini compresi. 240 persone, tra cui anziani e bambini, sono state prese in ostaggio. La portata e la virulenza dell’attacco hanno sorpreso e inorridito Israele e il mondo democratico. E’ difficile se non impossibile guardare le immagini delle atrocità commesse dai terroristi di Hamas, hanno ammesso tanti parlamentari, compresi quelli romeni, che vi hanno avuto accesso. La polizia israeliana sta indagando su possibili violenze sessuali commesse da membri di Hamas, compresi stupri di gruppo o mutilazioni di cadaveri. La risposta militare d’Israele è consistita in un massiccio bombardamento di Gaza, seguito da un’operazione di terra su larga scala con l’obiettivo dichiarato di eliminare Hamas. La situazione umanitaria a Gaza, una delle regioni più popolate del mondo, si è rapidamente deteriorata al punto da destare preoccupazione. Criticato per la portata delle distruzioni causate dalle operazioni militari, Israele ha affermato che Hamas è responsabile della difficile situazione dei civili palestinesi perché ha sviluppato una vasta infrastruttura militare sotterranea in aree civili. Inoltre, secondo gli analisti, Hamas tiene la popolazione prigioniera dell’ideologia dell’odio. Una tregua temporanea ha consentito il rilascio degli ostaggi israeliani in cambio di prigionieri palestinesi e l’intensificazione degli aiuti umanitari a Gaza. Secondo l’ONU, oltre due terzi dei 2,4 milioni di abitanti della Striscia sono sfollati. Il numero dei civili uccisi avrebbe superato i 22.000. Su richiesta, la Romania ha rimpatriato da Gaza oltre 300 suoi cittadini e i loro familiari.

Lo scorso giugno, l’esercito ucraino ha lanciato una controffensiva annunciata come vincente, alimentando così le speranze che l’aggressore Russia compia dei passi decisivi indietro nel conflitto iniziato nel 2022. Nonostante l’aiuto militare occidentale di miliardi di dollari, l’Ucraina è riuscita a riconquistare solo alcune piccole città del sud e dell’est. La guerra in Gaza ha parzialmente spostato l’attenzione da quella in Ucraina, paese che non ha nascosto di temere un impegno più ridotto degli alleati occidentali. E i timori si sono rivelati in una certa misura giustificati: il Congresso americano ha chiuso il 2023 senza convalidare il pacchetto di miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina, a causa del disaccordo tra lo schieramento repubblicano e quello democratico del presidente Joe Biden. D’altro canto, un rapporto declassificato dei servizi segreti americani, pubblicato l’anno scorso, stima che la Russia abbia perso più di 315.000 soldati in Ucraina, ovvero l’87% delle forze impegnate nella guerra, centinaia di aerei e migliaia di carri armati. Secondo il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, queste perdite sottolineano l’errore strategico del presidente Vladimir Putin nell’invadere l’Ucraina, e il risultato è che la Russia è più debole politicamente, militarmente ed economicamente. Per la prima volta dallo scoppio, piccoli incidenti legati alla guerra hanno coinvolto la Romania. Droni utilizzati nel conflitto sono caduti sul territorio romeno o entrati nello spazio aereo del paese.

L’aggressione russa contro l’Ucraina ha avuto importanti conseguenze geopolitiche: ha costretto Svezia e Finlandia a rinunciare alla neutralità e al non allineamento militare e ha cristallizzato l’opzione proeuropea dell’Ucraina e del suo vicino più piccolo, la Repubblica di Moldavia, vittima collaterale del conflitto. Il 4 aprile 2023, a meno di un anno dalla sua richiesta, presentata alla luce del pericolo rappresentato dall’invasione russa in Ucraina, la Finlandia è diventata il 31° Stato membro dell’Alleanza Nord- Atlantica. Il confine di 1.300 km tra Finlandia e Russia praticamente raddoppia il confine di quest’ultima con la NATO. Prima dell’invasione, il presidente Putin voleva meno NATO in Europa, soprattutto in prossimità della Russia, e dopo l’invasione ne ha di più. E la Svezia sicuramente seguirà. Per quanto riguarda l’Unione Europea, i suoi leader hanno deciso, lo scorso dicembre, di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Repubblica di Moldavia, che avevano ottenuto lo status di candidato nel 2022. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito la decisione come una vittoria per il suo Paese e per l’Europa, una vittoria che motiva e rafforza, mentre la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha affermato che il successo ottenuto è merito dell’intera società, di tutti coloro che scelgono la democrazia e la prosperità.

All’inizio di febbraio un forte terremoto, entrato nella lista dei più distruttivi degli ultimi 100 anni, ha devastato il sud-est della Turchia e parte della Siria. Ha lasciato indietro 56.000 morti, di cui 6.000 in Siria. Un altro forte terremoto si è verificato, a settembre, nel centro del Marocco, provocando la morte di 3.000 persone. D’altro canto, secondo il servizio europeo sui cambiamenti climatici Copernicus, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato. Gli scienziati ammoniscono che il pianeta continuerà a riscaldarsi quanto tempo le emissioni di gas serra aumenteranno. Le temperature record sono state accompagnate da siccità, incendi e tempeste. In Canada sono bruciati più di 18 milioni di ettari di foreste e sono state sfollate 200.000 persone. Anche la Grecia e le Hawaii si sono confrontate con gravi incendi.

Il 6 maggio dello scorso anno, Re Carlo III di Gran Bretagna è stato incoronato nel corso di una sontuosa cerimonia. Carlo era diventato sovrano a settembre 2022, in seguito alla morte di sua madre, Elisabetta II. Era per la prima volta in 70 anni che il Regno Unito assisteva all’incoronazione di un capo di stato. Un mese dopo l’incoronazione, Carlo III ha fatto una visita privata in Romania, paese al quale è molto legato, come confessato dal sovrano stesso. Grande ammiratore della Transilvania, si è impegnato nella conservazione del patrimonio culturale romeno, acquistando e restaurando vecchie case di campagna, salvandole dalla distruzione.

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