Visti per gli USA?
Come una prova in più che i rapporti fra l’UE e gli USA sono diventati complicati dopo che il repubblicano Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, il Parlamento Europeo (PE) ha adottato una risoluzione in cui chiede alla Commissione Europea di introdurre di nuovo i visti d’ingresso obbligatori per i cittadini americani che viaggiano nello spazio comunitario. Il motivo, più vecchio, ma tralasciato durante la precedente amministrazione americana, quella del democratico Barack Obama, è che gli USA mantengono ancora i visti d’ingresso obbligatori per cinque stati membri UE – Romania, Bulgaria, Croazia, Polonia e Cipro. La risoluzione, preparata dalla Commissione per le Libertà Civili del PE, prevede che l’Esecutivo comunitario di Bruxelles ha a disposizione un periodo di due mesi per applicare le misure che si impongono.
Florentin Căpitănescu, 03.03.2017, 13:20
Come una prova in più che i rapporti fra l’UE e gli USA sono diventati complicati dopo che il repubblicano Donald Trump si è insediato alla Casa Bianca, il Parlamento Europeo (PE) ha adottato una risoluzione in cui chiede alla Commissione Europea di introdurre di nuovo i visti d’ingresso obbligatori per i cittadini americani che viaggiano nello spazio comunitario. Il motivo, più vecchio, ma tralasciato durante la precedente amministrazione americana, quella del democratico Barack Obama, è che gli USA mantengono ancora i visti d’ingresso obbligatori per cinque stati membri UE – Romania, Bulgaria, Croazia, Polonia e Cipro. La risoluzione, preparata dalla Commissione per le Libertà Civili del PE, prevede che l’Esecutivo comunitario di Bruxelles ha a disposizione un periodo di due mesi per applicare le misure che si impongono.
Secondo la legislazione dell’UE, nel caso in cui il cosiddetto principio della reciprocità non viene rispettato, la Commissione Europea deve adottare un “atto delegato” tramite cui venga sospeso per un periodo di 12 mesi il regime senza visti offerto ai cittadini del rispettivo stato.
D’altra parte, l’eliminazione dei visti per tutti i cittadini dell’Unione è stato un tema importante nei colloqui avuti di recente dal commissario europeo per le Migrazioni, gli Affari Interni e la Cittadinanza, Dimitris Avramopoulos, a Washington. Egli ha ricordato che, secondo un’analisi dell’Esecutivo comunitario, l’introduzione dei visti per i cittadini americani avrebbe effetti negativi sull’economia europea, soprattutto nei settori turismo e commercio. Tuttavia, il commissario ha dichiarato che il dossier può essere risolto in chiave diplomatica, così come è avvenuto, in una situazione alquanto simile, con il Canada. L’entrata in vigore dell’Accordo economico e commerciale completo fra l’UE e il Canada (CETA) è stata preceduta, tra l’altro, da lunghi colloqui sulla rimozione dei visti per i cittadini romeni e bulgari, gli unici del blocco comunitario che hanno ancora bisogno di visti per viaggiare nel Paese nord-americano. I visti obbligatori per i romeni e i bulgari saranno eliminati dalle autorità canadesi a cominciare dal 1 dicembre prossimo.
Man mano che l’Accordo CETA entrerà in vigore, si stima che i rapporti commerciali fra il Canada e l’UE aumenteranno significativamente: le esportazioni dall’UE verso il Canada aumenteranno ogni anno, fino a 17 miliardi di euro, mentre la crescita del PIL nell’Unione supererà ogni anno 11 miliardi. Il fatto che un’intesa di tale portata sia stata condizionata dalla questione dei visti, dà l’idea dell’importanza che questo capitolo riveste per l’Unione. D’altra parte, è un precedente da prendere in considerazione in vista della negoziazione del grande accordo commerciale fra l’UE e gli USA — il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti. (tr. G.P.)