Visita del nuovo premier romeno a Bruxelles
Per niente casuale, la prima visita all’estero effettuata dal nuovo premier del Governo di sinistra di Bucarest, Mihai Tudose, è stata a Bruxelles. Dopo l’instabilità politica interna che ha preceduto l’insediamento del suo Governo, Tudose ha dato assicurazioni, nei colloqui avuti con gli esponenti europei, che la Romania resta un partner serio, che rispetterà pienamente gli impegni assunti. Negli incontri con i presidenti del Consiglio e della Commissione Europea, rispettivamente Donald Tusk e Jean-Claude Junker, col capo del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e con il commissario per la Politica Regionale, Corina Creţu, sono stati analizzati numerosi argomenti — dagli sviluppi economici e l’ingresso nell’Area Schengen, fino allo stato della giustizia e all’assorbimento dei fondi europei. Quest’ultimo tema è sensibile perché dalla sua adesione all’UE, nel 2007, la Romania non ha mai raggiunto l’eccellenza in questo settore. Il premier Tudose ha dichiarato che: “Una buona notizia è che siamo riusciti, questa settimana, a sbloccare 600 milioni di euro, tramite le famose autorità di management, che cominciano ad essere validate. È un primo segnale positivo”.
Florentin Căpitănescu, 12.07.2017, 13:40
Per niente casuale, la prima visita all’estero effettuata dal nuovo premier del Governo di sinistra di Bucarest, Mihai Tudose, è stata a Bruxelles. Dopo l’instabilità politica interna che ha preceduto l’insediamento del suo Governo, Tudose ha dato assicurazioni, nei colloqui avuti con gli esponenti europei, che la Romania resta un partner serio, che rispetterà pienamente gli impegni assunti. Negli incontri con i presidenti del Consiglio e della Commissione Europea, rispettivamente Donald Tusk e Jean-Claude Junker, col capo del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, e con il commissario per la Politica Regionale, Corina Creţu, sono stati analizzati numerosi argomenti — dagli sviluppi economici e l’ingresso nell’Area Schengen, fino allo stato della giustizia e all’assorbimento dei fondi europei. Quest’ultimo tema è sensibile perché dalla sua adesione all’UE, nel 2007, la Romania non ha mai raggiunto l’eccellenza in questo settore. Il premier Tudose ha dichiarato che: “Una buona notizia è che siamo riusciti, questa settimana, a sbloccare 600 milioni di euro, tramite le famose autorità di management, che cominciano ad essere validate. È un primo segnale positivo”.
Sempre legato ai fondi comunitari, il premier auspica una cooperazione più approfondita tra i suoi ministri e gli esponenti europei. Proprio per questo, ha detto: “Almeno una volta al mese, tutti i ministri coinvolti in progetti europei si recheranno a Bruxelles e parleranno con i commissari, avremo contatti costanti con il Consiglio e la Commissione, affinché ciò che facciamo noi in Romania non arrivi più a Bruxelles in maniera distorta, che non ci siano più grandi differenze tra la realtà e la percezione”. A livello economico, il primo ministro romeno ha dichiarato che il deficit di bilancio non supererà la soglia del 3% del PIL e che il Governo non introdurrà la controversa imposta sul fatturato.
Quanto all’adesione della Romania all’Area Schengen, il premier ha affermato che, dal punto di vista tecnico, è possibile, solo che vanno risolti prima i problemi politico ed economico. “Per quanto riguarda la questione Schengen, anche gli interlocutori hanno concordato che, dal punto di vista tecnico, siamo quasi pronti, se non completamente, trattandosi piuttosto di un problema politico e di concorrenza, perché si è puntato soprattutto sulla parte economica. Però confidiamo di poter superare anche questo momento”.
Il Meccanismo di Cooperazione e Verifica (MCV), tramite il quale Bruxelles monitora, già dall’adesione all’UE, lo stato della giustizia, è stato un altro argomento importante in agenda. Il presidente della CE, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato che il Meccanismo andrebbe sospeso entro il 2019, quando la Romania si assumerà la presidenza dell’UE, se la giustizia romena mantiene il suo attuale percorso. Il premier romeno ha dato assicurazioni che il suo Esecutivo non adotterà misure che non siano prima discusse con la società civile, analizzate nel Parlamento e conosciute dai partner europei, applicando parallelamente le decisioni della Corte Costituzionale di Bucarest. (tr. G.P.)