Vertice dei consumatori a Bratislava
Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale accusano alcune compagnie occidentali che forniscono prodotti di qualità inferiore, sebbene sia utilizzato lo stesso marchio come nell’Europa Occidentale. La notizia non è nuova. In seguito ad alcune ricerche effettuate, Bulgaria, Rep. Ceca, Croazia, Estonia e Slovacchia hanno segnalato, l’anno scorso, alla Commissione Europea l’esistenza di doppi standard nella qualità dei prodotti venduti da alcune compagnie nell’est, rispetto a quelli venduti nell’ovest. Ecco perché la Slovacchia e la Rep. Ceca hanno convocato, alla fine della settimana scorsa, un Vertice del Consumatore, organizzato a Bratislava, nel tentativo di contrastare la vendita di alimenti di qualità più bassa nei Paesi entrati di recente nell’UE.
Leyla Cheamil, 16.10.2017, 13:48
Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale accusano alcune compagnie occidentali che forniscono prodotti di qualità inferiore, sebbene sia utilizzato lo stesso marchio come nell’Europa Occidentale. La notizia non è nuova. In seguito ad alcune ricerche effettuate, Bulgaria, Rep. Ceca, Croazia, Estonia e Slovacchia hanno segnalato, l’anno scorso, alla Commissione Europea l’esistenza di doppi standard nella qualità dei prodotti venduti da alcune compagnie nell’est, rispetto a quelli venduti nell’ovest. Ecco perché la Slovacchia e la Rep. Ceca hanno convocato, alla fine della settimana scorsa, un Vertice del Consumatore, organizzato a Bratislava, nel tentativo di contrastare la vendita di alimenti di qualità più bassa nei Paesi entrati di recente nell’UE.
“La discriminazione deliberata dei consumatori di generi alimentari dell’Europa Centrale ed Orientale (CEE) è inaccettabile”, ha affermato alla riunione, la premier polacca Beata Szydlo, mentre il primo ministro slovacco, Robert Fico, ha dichiarato che non c’è posto per consumatori di seconda categoria nell’Unione. Dal canto suo, il premier ungherese Viktor Orban, ha affermato che l’economia dell’Europa è basata sulla fiducia tra gli stati e che l’Europa Centrale è particolarmente sensibile alla questione dei doppi standard soprattutto a causa del suo passato comunista. Le grandi compagnie internazionali “hanno ingannato” i consumatori dell’Europa Centrale, ha aggiunto ancora Orban.
Presente alla riunione di Bratislava, Vera Jourova, commissaria per la giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha proposto nuovi modi per paragonare i prodotti alimentari nell’UE, e i leader del Gruppo di Visegrad, di cui fanno parte Rep. Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia, hanno apprezzato la misura, ma hanno precisato che ci sono ancora molte cose da fare. Anche la Romania è preoccupata per questo problema. Uno studio comparativo realizzato su alimenti sospettati di doppio standard ha rilevato differenze nel caso di 9 sui 29 campioni analizzati, avevano annunciato le autorità quest’estate.
Alla riunione di Bratislava hanno partecipato anche rappresentanti del Ministero dell’Agricoltura e dell’Autorità Nazionale per la Tutela dei Consumatori. Secondo un comunicato del ministero, la Romania sostiene l’idea che, a livello dell’UE, bisogna stabilire una base legislativa chiara, sono necessarie metodologie di controllo specifico a carattere unitario e una cooperazione tra gli stati membri e la Commissione Europea, di modo che gli stati membri possano rispondere alla questione del doppio standard in maniera efficace.
I partecipanti all’incontro hanno stabilito un modo di collaborazione, per individuare i prodotti che potrebbero presentare parametri di qualità diversi, a seconda del mercato dove sono venduti. Così, gli esperti romeni lavoreranno assieme agli eurodeputati per la regolamentazione di questo settore. (tr. G.P.)