Vertenze sul voto per corrispondenza
Richiesta insistentemente dai romeni all’estero e considerata, almeno a livello dichiarativo, dall’intera scena politica di Bucarest come una soluzione affinchè la situazione delle elezioni presidenziali dello scorso anno non si ripeta più, la legge sul voto per corrispondenza sta andando per le lunghe. Le file interminabili ai seggi elettorali all’estero e, in alcuni casi, l’impossibilità di esercitare questo diritto costituzionale a causa della cattiva organizzazione, avevano generato allora vivide proteste contro l’amministrazione socialdemocratica.
Corina Cristea, 05.10.2015, 12:43
Richiesta insistentemente dai romeni all’estero e considerata, almeno a livello dichiarativo, dall’intera scena politica di Bucarest come una soluzione affinchè la situazione delle elezioni presidenziali dello scorso anno non si ripeta più, la legge sul voto per corrispondenza sta andando per le lunghe. Le file interminabili ai seggi elettorali all’estero e, in alcuni casi, l’impossibilità di esercitare questo diritto costituzionale a causa della cattiva organizzazione, avevano generato allora vivide proteste contro l’amministrazione socialdemocratica.
Ora, quasi un anno dopo, la maggioranza e l’opposizione si accusano a vicenda del rinvio dell’adozione della normativa. Per essere applicata alle elezioni del 2016, la legge sul voto per corrispondenza ha come scadenza per l’adozione l’inizio del mese prossimo, ricorda la copresidente della principale forza all’opposizione, Alina Gorghiu, da questa settimana in sciopero alla giapponese, accanto ai colleghi liberali.
Si tratta di un esercizio simbolico. Ora è l’ultima speranza che nelle prossime settimane succeda qualcosa. Conto anche su un invito a consultazioni da parte del presidente Iohannis. Continueremo questo iter finchè vedremo realtà il voto per corrispondenza. Si lavorerà, si verrà al Parlamento, si voterà. Del resto, si farà opposizione parlamentare su tutti i temi, ha dichiarato Alina Gorghiu.
Sempre in segno di protesta, il deputato liberale Mihai Voicu ha rassegnato le dimissioni dalla guida della Commissione di codice elettorale, nelle condizioni in cui i membri della commissione non hanno raggiunto un accordo sulle legge del voto per corrispondenza.
Dall’altro schieramento, il presidente interinale del Partito socialdemocratico, Liviu Dragnea, punta il dito contro i liberali. Il Partito Nazionale Liberale ha rifiutato la nostra sollecitazione di nominare una persona in quella commissione, affinchè possa continuare a funzionare. Noi stiamo lavorando e faremo una legge che obbligatoriamente dovrà rispettare due principi: da una parte, assicurare il diritto di voto nelle stesse condizioni che hanno i romeni che vivono nel Paese, e, dall’altra parte, avere la certezza di un voto sicuro, ha detto Liviu Dragnea.
E’ obbligatorio dare il diritto di voto a tutti i romeni. Noi sappiamo che Victor Ponta non dimenticherà mai che la diaspora non l’ha eletto a presidente. La legge del voto per corrispondenza è una patata bollente nelle mani dell’attuale maggioranza, afferma la deputata PNL Andreea Paul, spiegando che i liberali sono scesi in sciopero parlamentare per rendere urgente l’adozione della legge sul voto per corrispondenza. In contropartita, il capogruppo dei senatori socialdemocratici, Mihai Fifor, definisce lo sciopero giapponese dei liberali come un gioco politico di basso livello.