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Valutazioni e sviluppi economici

La Romania ha registrato un processo continuo di recupero dei divari che la separavano dagli stati sviluppati, anche durante la crisi finanziaria globale, ha dichiarato il vicegovernatore della Banca Centrale, Liviu Voinea, alla conferenza “Romania – 10 anni nell’UE. Progressi, prospettive di sviluppo, sfide”, svoltasi a Bucarest. Egli ha ribadito che, dal punto di vista della politica monetaria, non esiste un’altra opzione per la Romania oltre all’adesione all’eurozona, che è un processo per il quale ci siamo impegnati nel momento dell’adesione del nostro Paese all’UE.

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Valutazioni e sviluppi economici

, 21.06.2017, 12:52

La Romania ha registrato un processo continuo di recupero dei divari che la separavano dagli stati sviluppati, anche durante la crisi finanziaria globale, ha dichiarato il vicegovernatore della Banca Centrale, Liviu Voinea, alla conferenza “Romania – 10 anni nell’UE. Progressi, prospettive di sviluppo, sfide”, svoltasi a Bucarest. Egli ha ribadito che, dal punto di vista della politica monetaria, non esiste un’altra opzione per la Romania oltre all’adesione all’eurozona, che è un processo per il quale ci siamo impegnati nel momento dell’adesione del nostro Paese all’UE.



Liviu Voinea: “È normale che la Romania faccia parte dell’eurozona. La decisione di aderirne è stata già presa al momento dell’ingresso nell’UE. Il passaggio all’euro non è però la medicina universale. L’adesione all’eurozona non garantisce di per sé il benessere. Il benessere ce lo dobbiamo garantire da soli, ancora prima di aderire all’eurozona. È necessario continuare le riforme strutturali prima di entrarci, di modo che possiamo raggiungere una convergenza più alta dei redditi e della struttura dell’economia, per essere più vicini alle condizioni di una zona monetaria ottima”.



Voinea ha spiegato che l’adesione all’eurozona non rappresenta solo un cambiamento delle banconote e delle monete, ma un processo complesso con implicazioni varie e profonde, che può essere avviato solo tramite una decisione politica basata su un ampio consenso della società.



Presente alla conferenza, il vice capomissione dell’Ambasciata dagli USA a Bucarest, Dean Thompson, ha sottolineato che, sul mercato finanziario attuale, la Romania è molto stabile. L’attuale quadro, ha aggiunto Thompson, porterà gli investimenti stranieri di cui la Romania ha bisogno, ma darà al Paese anche la possibilità di assorbire i fondi europei stanziati per il periodo 2014 – 2020. Stando a Thompson, Bucarest deve creare un ambiente che incoraggi la diaspora a investire a casa, in un spazio competitivo e senza corruzione. L’esponente americano si è detto fiducioso nello sviluppo dell’infrastruttura che permetterà alla Romania di essere leader nell’equazione europea dell’energia.



Anche il vice capomissione dell’Ambasciata tedesca a Bucarest, Achim Troster, considera che la Romania abbia ancora un grande potenziale di crescita, che però bisogna coltivare. Egli ha affermato che la Germania auspica che la Romania diventi un partner più forte e più moderno, che contribuisca attivamente al consolidamento e al futuro dell’UE.



D’altra parte, uno studio della compagnia KeysFin, con sede a Bucarest, rileva che l’agricoltura romena è sempre più redditizia. Gli affari nel settore cereali si sono raddoppiati in sette anni in Romania, ammontando, nel 2015, a oltre 16 miliardi di lei (circa 3,5 miliardi di euro). Più di 7.000 compagnie con oltre 40.000 dipendenti sono attualmente operanti in questo settore. Rispetto al 2009, il numero di queste compagnie è aumentato di quasi il 30%. Lo studio rileva che, secondo le ultime informazioni fornite dalla Commissione Europea, alla fine di maggio 2017, la Romania è diventata il principale esportatore di cereali dell’Unione. (tr. G.P.)


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