Vaccino anti-Covid: un milione di romeni immunizzati
La strada verso la normalità post-pandemia passa, per forza, per i centri vaccinali. In Romania e altrove, una maggioranza ragionevole lo ha capito. Cè però anche una minoranza che dubita che la soluzione sia il vaccino. Ma, ovviamente, non è dobbligo immunizzarsi, come si grida alle proteste di piazza. Ieri si sono formate code immense davanti ad alcuni centri vaccinali di Bucarest a causa del ritardo nella consegna delle dosi, però la gente ha preferito aspettare per ore e immunizzarsi, senza essere costretta da qualcuno o qualcosa a farlo, spinta solo dal desiderio di liberarsi alla minaccia del Covid-19.
Ştefan Stoica, 30.03.2021, 13:07
La strada verso la normalità post-pandemia passa, per forza, per i centri vaccinali. In Romania e altrove, una maggioranza ragionevole lo ha capito. Cè però anche una minoranza che dubita che la soluzione sia il vaccino. Ma, ovviamente, non è dobbligo immunizzarsi, come si grida alle proteste di piazza. Ieri si sono formate code immense davanti ad alcuni centri vaccinali di Bucarest a causa del ritardo nella consegna delle dosi, però la gente ha preferito aspettare per ore e immunizzarsi, senza essere costretta da qualcuno o qualcosa a farlo, spinta solo dal desiderio di liberarsi alla minaccia del Covid-19.
In Romania, la campagna vaccinale sta andando bene. Ogni giorno vengono somministrate oltre 50.000 dosi e si anticipa che il ritmo accelerato delle consegne aumenti il numero di immunizzazioni giornaliere. Sono ormai superati anche i sospetti, che si sono dimostrati infondati, legati alle conseguenze dellinoculazione del siero prodotto da AstraZeneca. Secondo il Comitato nazionale per la vaccinazione anti-COVID-19, dallavvio della campagna, il 27 dicembre scorso, sono stati somministrati quasi 3 milioni di dosi a quasi 2 milioni di persone. Oltre un milione hanno ricevuto anche la seconda dose. Sono state registrate, in tutto, oltre 10.000 reazioni avverse ai vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca. Per quanto riguarda i primi due, uno studio condotto dal Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli USA ha dimostrato che diminuisce dell80% il rischio di contagio dal SARS-CoV-2 a due settimane dalla somministrazione della prima dose. Il rischio di contagio è diminuito del 90% a due settimane dalla somministrazione del richiamo, precisano gli autori della ricerca.
Oltre ai vaccini prodotti dalle compagnie Pfizer, Moderna e AstraZeneca, lAgenzia Europea del Farmaco ha autorizzato anche quello prodotto dal gruppo americano Johnson&Johnson, che sarà consegnato in Europa a cominciare dal 19 aprile. Al momento è somministrato solo negli USA e nellAfrica del Sud, ma è stato approvato anche in Canada. LUE, che ha ordinato 200 milioni di dosi al laboratorio americano, dovrebbe ricevere nel secondo trimestre circa 55 milioni di dosi. Questo vaccino è il primo tra quelli approvati dallOMS che richiede solo ununica somministrazione, anziché due, ed ha anche il vantaggio di poter essere conservato nel frigo.
Daltra parte, lOrganizzazione Mondiale della Sanità ha attirato lattenzione in merito al divario sempre maggiore tra il numero di dosi di vaccino anti-COVID-19 disponibili per i Paesi ricchi e quello fornito ai Paesi poveri tramite il meccanismo COVAX. La distribuzione iniqua delle dosi di vaccino non è solo un oltraggio morale, ma è anche distruttiva dal punto di vista economico, è del parere lorganizzazione mondiale.