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Usa-Europa: incontro storico a Varsavia

Chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo. A 25 anni dall’inizio della fine per i regimi comunisti, insediati, dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalle truppe di occupazione sovietiche, il presidente americano Barack Obama si è recato a Varsavia per ribadire l’impegno degli Usa nei confronti degli alleati est-europei, preoccupati per il ricorrente appetito territoriale della Russia. Per gli Usa, la sicurezza della Polonia e degli altri stati della regione è la pietra miliare della propria sicurezza ed è sacrosanta – ha ribadito il presidente americano il messaggio trasmesso, lo scorso mese, a Bucarest, anche dal numero due dell’amministrazione americana, Joe Biden. Obama ha annunciato che chiederà al Congresso di approvare lo stanziamento di un miliardo di dollari per il dispiegamento di nuove forze americane — terrestri, navali e aeree — in questa parte del mondo.

Usa-Europa: incontro storico a Varsavia
Usa-Europa: incontro storico a Varsavia

, 04.06.2014, 13:55

Chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo. A 25 anni dall’inizio della fine per i regimi comunisti, insediati, dopo la Seconda Guerra Mondiale, dalle truppe di occupazione sovietiche, il presidente americano Barack Obama si è recato a Varsavia per ribadire l’impegno degli Usa nei confronti degli alleati est-europei, preoccupati per il ricorrente appetito territoriale della Russia. Per gli Usa, la sicurezza della Polonia e degli altri stati della regione è la pietra miliare della propria sicurezza ed è sacrosanta – ha ribadito il presidente americano il messaggio trasmesso, lo scorso mese, a Bucarest, anche dal numero due dell’amministrazione americana, Joe Biden. Obama ha annunciato che chiederà al Congresso di approvare lo stanziamento di un miliardo di dollari per il dispiegamento di nuove forze americane — terrestri, navali e aeree — in questa parte del mondo.



Dal Baltico al Mar Nero, dall’Estonia alla Bulgaria, gli ex sattelliti di Mosca sono, oggi, membri della Nato, ma restano vulnerabili alle minacce nell’Est. All’incontro con i suoi colleghi della regione, tra cui il presidente romeno Traian Basescu, Obama ha precisato che gli Usa non minacciano la Russia. Il ripristino della fiducia reciproca impiegherà però del tempo e la Nato non può restare indifferente se la Russia violerà un’altra volta i principi di sovranità e integrità territoriale che hanno assicurato finora la pace in Europa. Il leader della Casa Bianca non ha dimenticato neanche le ex repubbliche sovietiche che hanno optato per i valori occidentali e che, nonostante gli ostacoli posti da Mosca, cercano di uscire dalla sua orbita.



“Rafforzeremo i partenariati con amici come l’Ucraina, la Moldova, la Georgia, man mano che consolidano la loro difesa. Altre nuove sfide da parte della Russia attireranno, se necessario, nuove sanzioni”, ha detto Obama a Varsavia.



Il presidente americano ha inoltre valutato che il suo collega russo, Vladimir Putin, può esercitare la sua influenza sui separatisti nell’est dell’Ucraina e contribuire a calmare la situazione nella zona. Putin, pensa ancora Obama, potrebbe incontrarsi con il neopresidente ucraino, Petro Poroschenko, e riconoscere l’esito dello scrutinio in seguito al quale è stato eletto. Le implicazioni a lungo termine delle azioni della Russia sono state analizzate anche a Bruxelles, dove i ministri della Difesa degli stati Nato hanno convenuto sulle misure supplementari necessarie per la sicurezza dei membri nell’Europa Orientale.



“È chiaro che non si può andare avanti così. Negli ultimi 5 anni, la Russia ha aumentato le spese per la difesa del 50%, mentre gli stati NATO hanno diminuito le loro spese del 20%. È controproducente e ciò che succede in Ucraina è, infatti, un segnale d’allarme, in seguito al quale i leader politici europei devono riconsiderare la loro posizione sulle spese per la difesa”, ha affermato il segretario generale dell’Alleanza Nord-Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.



Presente alla riunione di Bruxelles, il ministro della Difesa romeno, Mircea Dusa, ha confermato la decisione di Bucarest di stanziare, a partire dal 2017, due percentuali del Pil alla difesa.

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