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Uno scandalo, due dimissioni

I ministri socialdemocratici del Lavoro e della Famiglia si sono dimessi a seguito dello scandalo riguardante le case di riposo.

Uno scandalo, due dimissioni
Uno scandalo, due dimissioni

, 17.07.2023, 12:52

Non è stato l’inizio di mandato alla guida del Governo auspicato dal leader socialdemocratico Marcel Ciolacu. I procuratori stanno indagando sui trattamenti inumani, degradanti, ai quali sarebbero stati sottoposti anziani e persone con disabilità in case di riposo in una provincia nei pressi di Bucarest. Come succede ogni volta in simili situazioni, le autorità che non avrebbero dovuto consentire che simili fatti accadano, si sono mobilitate dietro comando politico. La scorsa settimana è stata segnata da controlli nei centri residenziali per anziani, adulti con disabilità e bambini. Oltre 2.600 simili strutture sono state verificate, 30 chiuse e 36 sospese. Più di 200 persone sono state trasferite dai centri con problemi gravi, e alcune decine ricoverate in ospedali per ricevere cure.

Per un centinaio di anziani delle case di riposo di Ilfov, dove sono stati scoperti gli abusi, sono state condotte perizie medico-legali, in quanto gli inquirenti vogliono accertare se siano stati maltrattati. Finora sono stati aperti più fascicoli penali e fermati due ispettori dell’Agenzia provinciale per pagamenti e ispezione sociale Ilfov. Lo scandalo delle cosiddete case di riposo dell’orrore è arrivato anche sulle prime pagine della stampa internazionale, che ha ricordato le efferatezze avvenute negli orfanotrofi romeni di cui ha scritto subito dopo il crollo della ditattura comunista.

D’altra parte, lo scandalo non poteva rimanere senza conseguenze politiche. Il primo ad essersi dimesso è stato il ministro del Lavoro, Marius Budăi, personaggio piuttosto scialbo, che ha ricoperto l’incarico anche durante il mandato di premier del capo liberale Nicolae Ciucă. Appena il secondo ministro costretto a rinunciare ha un grande peso politico. L’ex titolare del Ministero della Famiglia e delle Pari opportunità, Gabriela Firea, è stata sindaca generale della Capitale e, quando è scoppiato lo scandalo, dirigeva la filiale del PSD a Bucarest. Ha lasciato il dicastero e si è sospesa dagli incarichi di partito, ma ha respinto qualsiasi responsabilità in questo dossier. Anzi, ha denunciato un attacco concertato nei suoi confronti, politicamente motivato.

Ma alcuni dati lavorano a sfavore della signora Firea. La città di Voluntari, che, una volta scoperti gli abusi, ha acquisito una triste notorietà, è gestita da oltre due decenni da suo marito. Una sorella di Gabriela Firea ha diretto il sistema di assistenza sociale di Ilfov, mentre il proprietario delle case di riposo è stato il suo autista dal 2016 al 2020, quando lei era sindaca generale. In un post su Facebook, Marcel Ciolacu apprezzava la decisione di Gabriela Firea di fare un passo indietro, ma indicava che gli è molto chiaro che, da ministro, la sua collega di partito non ha alcun legame diretto con le case di riposo.

Anche se il PSD deve subire costi di immagine in questo momento, i commentatori ritengono che, a livello personale, Marcea Ciolacu ne ricavasse dei benefici. Secondo l’analisi, Ciolacu teme un concorrente forte alla guida del partito, come si annunciava la Firea se fosse tornata al Comune di Bucarest. I sondaggi la indicavano con le maggiori chances, ma la sua candidatura l’anno prossimo diventa problematica, se non improbabile.

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