Un romeno vince la maratona 6633 Arctic Ultra
L’inno della Romania ha risuonato giovedì notte al Circolo Polare. Tiberiu Uşeriu ha vinto, per il terzo anno consecutivo, su altrettante partecipazioni, la più difficile maratona del mondo, la 6633 Arctic Ultra. È arrivato alla fine dopo 7 giorni e circa 5 ore dallo start della corsa. Quest’anno la maratona ha avuto 617 chilometri, quasi 60 in più rispetto all’edizione dell’anno scorso, perché è stata un’edizione anniversaria, la 10ma. All’inizio della gara, l’8 marzo, c’erano 23 partecipanti, di cui quattro rappresentavano la Romania. Tre di loro – Levente Polgar, Florentina Iofcea e Avram Iancu — hanno abbandonato a causa delle condizioni meteo terribili: ha nevicato, il vento ha tirato forte e le temperature sono scese fino a 50 gradi sotto zero. L’unico romeno rimasto in gara è stato Tiberiu Uşeriu, che si è imposto sin dall’inizio ed è riuscito a rimanere leader fino alla fine. Completamente esaurito e stordito dalla fame, camminando in zig-zag e irrigidito dal freddo, con dolori terribili di spalle e le gambe come due alberi conficcati nel ghiaccio, ma con la bandiera romena in mano, ha superato la linea di arrivo acclamato dagli organizzatori che lo hanno abbracciato e complimentato. Non si è voltato verso di loro, sarebbe stato troppo affaticante! Poi sono arrivati i medici che lo hanno esaminato attentamente. Piedi gonfi, ma senza pernioni e neanche un po’ di pelle sulle piante, ma del resto … niente. He is ok! — hanno concluso i medici. Il secondo arrivato, l’irlandese Paul Deasy, era ancora a più di 80 chilometri indietro rispetto a Uşeriu.
Roxana Vasile, 16.03.2018, 13:36
L’inno della Romania ha risuonato giovedì notte al Circolo Polare. Tiberiu Uşeriu ha vinto, per il terzo anno consecutivo, su altrettante partecipazioni, la più difficile maratona del mondo, la 6633 Arctic Ultra. È arrivato alla fine dopo 7 giorni e circa 5 ore dallo start della corsa. Quest’anno la maratona ha avuto 617 chilometri, quasi 60 in più rispetto all’edizione dell’anno scorso, perché è stata un’edizione anniversaria, la 10ma. All’inizio della gara, l’8 marzo, c’erano 23 partecipanti, di cui quattro rappresentavano la Romania. Tre di loro – Levente Polgar, Florentina Iofcea e Avram Iancu — hanno abbandonato a causa delle condizioni meteo terribili: ha nevicato, il vento ha tirato forte e le temperature sono scese fino a 50 gradi sotto zero. L’unico romeno rimasto in gara è stato Tiberiu Uşeriu, che si è imposto sin dall’inizio ed è riuscito a rimanere leader fino alla fine. Completamente esaurito e stordito dalla fame, camminando in zig-zag e irrigidito dal freddo, con dolori terribili di spalle e le gambe come due alberi conficcati nel ghiaccio, ma con la bandiera romena in mano, ha superato la linea di arrivo acclamato dagli organizzatori che lo hanno abbracciato e complimentato. Non si è voltato verso di loro, sarebbe stato troppo affaticante! Poi sono arrivati i medici che lo hanno esaminato attentamente. Piedi gonfi, ma senza pernioni e neanche un po’ di pelle sulle piante, ma del resto … niente. He is ok! — hanno concluso i medici. Il secondo arrivato, l’irlandese Paul Deasy, era ancora a più di 80 chilometri indietro rispetto a Uşeriu.
Il 44enne Tiberiu, considerato ormai un grande atleta, ha una storia di vita degna di un film hollywoodiano. Lo racconta lui stesso nel libro autobiografico “27 passi”, in cui parla apertamente della sua vita, di una condanna a più di due decenni di carcere, delle rapine a mano armata e del tentato omicidio che lo ha portato dietro le sbarre, ma anche delle corse che lo hanno reso celebre e della riabilitazione ottenuta grazie ad un progetto. Da qualche anno, Tiberiu Uşeriu dirige, assieme a suo fratello, Tăşuleasa Social, una delle più importanti organizzazioni non governative romene dedicate alla tutela dell’ambiente. Lungo il tempo, più di 25.000 persone si sono affiancate a loro per azioni di volontariato tra le più difficili. Hanno riabilitato, tra l’altro, la Via Maria Theresia, un’antica via montana nei Carpazi Orientali costruita durante l’impero Austro-ungarico. Ogni anno vi si svolge una delle più rispettate gare di ultramaratona dell’Europa Orientale. Parallelamente, nel 2012, Tiberiu Uşeriu ha cominciato a correre e i suoi risultati straordinari al Circolo Polare sono ancora più sorprendenti visto il suo allenamento relativamente breve. Però di dice di lui che non si sottoponga alle regole, ma le adatti alla propria indole. Un ribelle con una vita estremamente dura e avventurosa, Tiberiu Uşeriu ha fatto della corsa un modo per affrontare i propri demoni interiori e cacciarli via. Dopo la sua nuova performance al Circolo Polare, rientrerà in Romania il 22 marzo.